CITAZIONE
Splendeva il sole in una mattinata in Giappone. Conan, insieme a Goro, Ran ed i Detective Boys, si trovava nel Café Poirot per usufruire della splendida colazione preparata da Amuro. Tutto si svolgeva nella normalità, quando, ad un certo punto, entrarono nel locale due ragazzi che, con un tono di voce che andasse a ricalcare l'assurdità della storia, farfugliavano qualcosa sulla scoperta avvenuta in mattinata di un'antichissima collana. Conan, allora, curioso, si alzò dal tavolo, per chiedere di più a quei ragazzi, i quali risposero che non sapevano più di quanto avessero già detto. Conan provò una curiosità non indifferente, interrotta, però, dal richiamo di Ran, che lo invitò a sedersi nuovamente con loro per terminare la colazione. La storia passò in secondo piano fino al rientro in casa dopo la colazione al Café Poirot: la televisione, infatti, trasmetteva un qualcosa che destò l'interesse sia di Goro che di Conan.
"Yoko Okino!" - urlò il primo.
"La collana..." - disse il secondo.
Con la visuale occupata da Goro, Conan si limitò solamente ad ascoltare il servizio di Yoko Okino sulla collana.
Scoperta dopo uno scavo, su di essa aleggiava una storia: non valeva molto dal mero punto di vista economico, ma era in grado di fornire la giovinezza eterna a chi la indossasse.
Vedendo tutti i giorni l'avanzare della vecchiaia, gli altri credettero che si trattasse solo di una favola senza fondamento e se ne disfarono seppellendola.
Essa suscitò anche l'interesse di Kaya.
Egli era uno dei due figli di una delle famiglie più povere di tutto il Giappone, divenuto un criminale inizialmente per procurarsi da vivere, poi quasi per abitudine, unendosi con due altri ragazzi, Sora e Mio, staccandosi dal fratello , a cui rimase affezionato. Fu catturato solo in tarda età e rinchiuso nel carcere più sicuro di tutto Giappone per via di un tradimento dei suoi due scagnozzi. Una volta diventato anziano, infatti, sia Sora che Mio percepirono la presenza di Kaya solamente come un intralcio, e decisero di sbarazzarsene facendo in modo che ricadesse solo ed esclusivamente su di lui le colpe di un vecchio caso d'omicidio ancora irrisolto. La storia di questo criminale era molto conosciuta anche per un altro particolare: adorava leggere classici. Non ci fu un classico che non lesse in gioventù, una volta divenuto benestante per via dei soldi ottenuti dai suoi crimini. Quella gioventù che bramava tanto in quella prigione, tra i mille pensieri di vendetta che gli balenavano nelle mente.
Anche Sora e Mio, però, erano interessati alla collana: la loro vita, infatti, ebbe un veloce e tremendo declino dall'assenza di Kaya e rubarla sarebbe significato tantissimo.
Ma mentre ognuno preparava le sue mosse, in quella stessa sera accadde un evento che cambiò le carte in tavola: nel penitenziario in cui era rinchiuso Kaya scoppiò un incidente! Il fumo e le fiamme divamparono ovunque, seminando non solo il panico ma anche numerose vittime, tra cui lo stesso Kaya, la cui età non resse l'incredibile quantità di fumo ingerita. Era prima mattina quando le guardie con i pompieri riuscirono a domare l'incendio. La prima cosa da fare che si decise fu quella di procedere per una sepoltura blanda per Kaya in un pezzo di terreno vicino al cimitero, incuranti del dolore del fratello, sconvolto per la notizia. Ma se questa notizia non destò nessun shock e non impedì in nessun modo l'esposizione imminente della collana, lo fece sicuramente un'altra: dopo un paio di giorni che una delle guardie presenti nell'incidente non si presentava più al lavoro senza alcun preavviso, ci fu un'irruzione a casa sua della polizia locale. Ciò che videro lasciò tutti sorpreso: il suo corpo era esanime a terra con un pugnale conficcato in pancia.
La polizia arrivò alla conclusione che si trattasse di un suicidio: la povera guardia, sconvolta dall'accaduto, non resse l'urto come i soldati dopo ciò che videro durante la Grande Guerra e decise di togliersi la vita. Il responso chiarì tutti, tranne Conan, al quale qualcosa non tornava per niente. Fu così che decise di andare da Amuro per condividere i suoi sospetti. Mentre i due cercavano di capirci qualcosa, in televisione trasmettevano in diretta la situazione dal museo in cui sarebbe stata esposta la collana nel fine settimana. Dopo un paio di secondi, le immagini ripreso un qualcosa che scioccò Conan.
"Quello è Kaya!" - urlò.
Anche gli agenti di polizia si smossero tutti per cercare di rintracciare quell'uomo così simile a Kaya, soprattutto dopo che accadde il venerdì di quella stessa settimana: Sora e Mio, infatti, furono trovati morti.
A Conan, però, questa storia cominciava ad apparirgli strana e decise di andare a trovare il fratello di Kaya, il cui indirizzo non era affatto sconosciuto.
La sua casa era molto antica - non era munita nemmeno di un televisore - tanto è vero che Conan decise di bussare solo per educazione. Inizialmente gentile, tanto da offrirgli qualcosa, il fratello cominciò ad assumere un atteggiamento molto sgarbato alla domanda se avesse saputo qualcosa del fratello, cacciandolo fuori di casa sua. Dopo di che, egli andò a condividere le novità nuovamente con Amuro al Cafè Poirot, il quale a sua volta, con un sorriso, gli disse che aveva pensato esattamente alla stessa ed identica cosa.
"Questa storia assomiglia al Conte di Montecristo: Edmond Dantes, ingiustamente carcerato, riesce ad evadere facendo finta di morire vendicandosi dei suoi nemici" - disse Amuro
"Ma c'è un piccolo dettaglio" - continuò Conan - "lo fece dopo aver aiutato le persone a cui voleva bene"
Pieno di dubbi, Conan andò a riflettere in un palazzo dove era possibile vedere il museo dall'alto.
"Non pensavo di trovarti qui" - affermò Conan una volta visto Kid
"E' il gioiello più inutile della storia: non capisco perché la gente si comporti così" - affermò Kid
"E' in grado di fornire la giovinezza eterna" - replicò Conan
E questo sarebbe un valore? Il vero valore è invecchiare con la persona che ami, starle accanto in ogni attimo.
Vedere il suo sorriso splendente e la sua energia inesauribile.
Vedere i suoi capelli diventare sempre più bianchi, ma volerli comunque accarezzare.
Vedere il suo volto pieno di rughe, ma volerlo comunque baciare.
Condividere anche la morte, mano per la mano.
Insieme, come da ragazzini.
Io non sono ossessionato dalla giovinezza."
E mentre il naufragar gli fu dolce in questo mare pensando un futuro con Ran, l'ultima frase di Kaito Kid fu devastante come un fulmine a ciel sereno nei suoi pensieri-
"Vermouth!" affermò correndo via
Conan riuscì ad arrivare al museo, dove vide "Kaya" e gli si piazzò di fronte.
"Sei stata brava, Vermouth! Devo dire che hai compiuto un lavoro egregio questa volta: hai ucciso la guardia prendendo il suo posto salvo poi riuscire a mettere il corpo dentro casa sua, causato l'incidente per uccidere Kaya per impersonificartici e rubare la collana. Emulando il Conte di Montecristo - visto la passione per i classici di Kaya -, hai ucciso Sora e Mio, tuoi rivali per la collana, ma ti sei dimenticata di suo fratello.
Edmond Dantes, infatti, pensò prima ai suoi cari dei suoi nemici"
E mentre Vermouth si complimentò col giovane Kudo per la sua deduzione impeccabile, arrivò un colpo da dietro che lo stese. Era Amuro, il quale aveva raggiunto il luogo cercando di prendersi la fiducia di Vermouth.
I due riuscirono ad entrare nel museo, interfacciandosi con la collana.
Con una piccola lente di ingrandimento, Amuro fu in grado di leggere un piccolo inciso:
"La verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano." Conan spiegò, raggiunti i due, che era una frase tratta dal "Giacomo di cristallo" di Gianni Rodari, aggiungendo che probabilmente la giovinezza eterna di cui tanto si parlava si sarebbe raggiunta liberandosi dei propri segreti. Vermouth la afferrò dopo aver titubato per qualche secondo e cominciò a parlare: "Giovane Kudo, sei entrato nel mio cuore dopo quella frase a New York. Bourbon, io non ho mai detto nulla riguardo lui perché..."
La donna fu interrotta da una cortina fumogena scagliata improvvisamente, nessuno vide più nulla e si udì solo una frase "Pensavo avessi bisogno di una mano, giovane detective".
Era Ladro Kid, il quale si era portato via la collana.
Dopo che la visuale fu nuovamente disponibile, Conan vide che Borbon e Vermotuh erano scappati.
Inizialmente Conan si era un po' innervosito da quell'intervento di Ladro Kid, perché era ad un passo dal conoscere i segreti della tenebrosa Vermouth.
Smaltita l'ira, egli si tranquilizzò, in quanto Kid restituiva sempre i gioielli a cui non era interessato, e probabilmente questo lo avrebbe distrutto.
Bourbon, una volta in macchina, chiese a Vermouth perché non avesse detto nulla agli altri su Conan.
"A secret makes a woman woman, e spero tu abbia abbastanza coraggio da condividere un segreto con una donna" affermò la donna dai capelli biondi, dallo sguardo penetrante e dal cuore pieno di sentimenti contrastanti.
Bourbon, dopo un leggero sorriso, accettò.