Ossessione Mortale (racconto)

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    Capitolo 21

    La quinta vittima

    La serata al concerto fu magica; la Akiba, da grande soprano qual era, incantò tutti e riscosse un successo strepitoso intonando Amazing Grace, il suo cavallo di battaglia. I due amici si divertirono molto e, dimenticato ormai il quasi disastro combinato sul divano di casa Agasa, conclusero l’incontro con una cena all’Haido Hotel.

    “Potevi evitare di prenotare il pasto in un albergo!”, commentò Shiho.

    “Perché? Qui cucinano divinamente!”, replicò Kudo sorseggiando aranciata. “Guarda, non ho presso nemmeno il vino! … a meno che, tu, donna malvagia, non stia pensando a cose sconvenienti e cerchi di mandarmi dei messaggi subliminali …”, il giovane si guardò in giro con occhi furtivi, poi bisbigliò: “volevi forse che prenotassi … anche una camera? Ma sei proprio una sfacciata!”

    Miyano divenne rossa come un pomodoro, fino alla punta delle orecchie, quasi s’affogò con l’acqua che stava bevendo, e gli diede un calcio nello stinco sotto il tavolo.

    “Ahi!”

    “Così impari a dire cretinate. Guarda che qualche volta ti faccio davvero ritornare Conan!”

    “Così potremo fare il bagnetto insieme senza alcun problema … ahi, Shiho … diamine fai male con quelle scarpe appuntite!”

    “Non hai provato il tacco!”

    “Ok, ok, scherzavo … non preoccuparti, Cappuccetto Rosso, il lupo cattivo è andato via ed ora il cacciatore buono ti proteggerà!”

    “Sarà meglio per te!”, commentò la giovane che poi, voltandosi verso la vetrata del locale e distogliendo lo sguardo dal suo accompagnatore, penso: “sei uno stupido, Shinichi. Non capisci che mi fai soffrire?”

    Verso l’una Kudo riportò la docente a casa, sembrava che l’incidente quasi avvenuto due settimane prima fosse ormai dimenticato.


    La triste realtà apparve il giorno dopo. Intorno a mezzogiorno Megure chiamò l’investigatore: il serial killer era tornato!

    Kudo telefonò subito a Shiho per avvertirla ma non poté contattarla, il cellulare suonava a vuoto ed inseriva la segreteria telefonica. Provò diverse volte, in auto, ma senza ottenere nulla. “Messaggio gratuito, stiamo trasferendo la sua chiamata alla segreteria telefonica”. Che nervi! Alla fine raggiunse il parco di Haido e vide i suoi amici poliziotti che discutevano tra loro. S’avvicinò e, superata la selva di teste degli agenti, vide il cadavere. La donna era mezza nuda, sul prato, a faccia in giù. Aveva un corpo ben proporzionato, purtroppo martoriato dall’assassino, doveva essere una vera bellezza, il viso non era visibile, l’unica cosa che si notava erano i capelli: un caschetto di capelli ramati!

    Shinichi smise di respirare, il suo urlo fece voltare chiunque nel raggio di diversi metri:

    “SHIHO! Shiho, Shiho, Shiho! No, mio Dio, no!”

    Scavalcò tutti i presenti, si gettò sul corpo e, mentre l’ispettore lo chiamava per nome e Takagi cercava di trattenerlo, lo voltò. Non era Shiho!

    “Shinichi, ma che fai?”, chiese Megure, “per fortuna che avevamo già fatto i rilevamenti; i guanti non si usano? Capisco che ti sia sembrata Shiho, anche noi siamo stati tratti in inganno, ma non è lei … per sua fortuna. Si chiama…”.

    “Yuria Misaki, 19 anni, studentessa di chimica all’università di Tokyo”, disse meccanicamente l’investigatore.

    “La conosci?”, chiese Sato.

    “Sì; è un’alunna di Shiho, la migliore del corso. Voleva fare la poliziotta e lavorare nella scientifica. C’ho parlato qualche minuto proprio ieri. Era la sosia di Miyano”.

    “Questa volta l’amico c’è andato ancora più pesante. Non le ha tagliato i capelli e non le ha asportato il seno, però … l’ha violentata più volte. Secondo il medico legale non è da escludere uno stupro pre e post mortem”, spiegò Shiratori.

    “Allora ci saranno tracce di liquido seminale da analizzare”, disse il detective.

    “No, in effetti … abbiamo trovato schegge di legno un po’ ovunque … la scientifica suppone che sia stata violentata con un bastone”, replicò turbato Takagi.

    “Da passeggio?”, domandò Shinichi.

    “Possibile, ma ne sapremo di più dopo l’autopsia”.

    “E non le ha tagliato i capelli, né le ha toccato il seno”, meditava Kudo che stava intanto telefonando.

    “Shiho, ma dove cavolo sei?”

    “Come dove sono! In facoltà, dove devo essere?”

    “Ti telefono da questa mattina! E non rispondevi!”

    “Ho avuto consiglio di facoltà finora ed ho lasciato il cellulare in ufficio. C’è qualche problema?”

    “Ecco … il serial killer è tornato, c’è una quinta vittima … ed è … Yuria Misaki!”

    Miyano non rispose.

    “Shiho, ci sei?”

    “Ma come? Cosa significa questo, Shinichi? No, Yuria no! Ti prego!”

    Kudo sentì l’amica piangere sommessamente.

    “Ehi, Shiho, non fare così, dai”.

    “Il killer allora ce l’ha con me?”

    “Con te?”

    Un lampo attraversò la mente di Kudo che analizzò tutto quello che era accaduto fino a quel momento e capì.

    “Sanada è lì?”

    “No, non è venuto, non stava bene. Allora, sono io il bersaglio?”

    “Rimani lì, più tardi verrò a prenderti e ti spiegherò tutto”.


    Nel tardo pomeriggio Kudo raggiunse la facoltà e trovò molti studenti sconvolti, la notizia della morte della Misaki, seconda studentessa ammazzata dal serial killer, s’era diffusa turbando profondamente tutti. Il preside aveva proclamato il lutto e sospeso lezioni ed esami per tre giorni.

    Shinichi raggiunse l’ufficio della sua amica, ma lo trovò chiuso a chiave. Si diresse all’ufficio di Sanada, due porte più avanti, e bussò. Nessuno rispose neppure qui, allora ruotò la maniglia e vide che era aperto, entrò.

    Il computer del professore era acceso ed al monitor si vedeva il volto di Kodai. Il detective lo chiamò, il giovane, con espressione preoccupata, sollevò il capo e lo vide.

    “Signor Kudo!”

    “Kodai, tutto bene? Sembri strano!”

    “Eh? … Sì, sì, tutto a posto. Stavo controllando una cosa; il professore non c’è e mi serviva un documento. Ho finito!”

    Rapidamente, prima che l’investigatore s’avvicinasse troppo, l’assistente chiuse le cartelle aperte e spense la macchina.

    “Cercavo Shiho, dovevamo vederci”, spiegò Kudo.

    Kodai s’alzò dal tavolo dirigendosi alla porta e portando il detective con sé:

    “La professoressa è a colloquio con il preside”.

    “C’è qualche problema?”

    “Solo voci; sciocchezze! Quando Sanada ha ripreso improvvisamente servizio, la professoressa, stupita di vederlo, l’ha abbracciato davanti agli alunni. La cosa è giunta alle orecchie del preside che l’ha convocata”.

    “Ma è successo due settimane fa!”

    “Il preside l’ha scoperto solo adesso”.

    Shinichi ridacchiò, per la prima volta in quella giornata, e pensò: “che sciocca!”

    I due uomini erano giunti davanti all’ufficio di Shiho. Kodai sembrava aver fretta d’andare via. Pareva strano, con la testa altrove.

    “Bene, la lascio qui! Devo andare”.

    “Kodai, sei sicuro di stare bene?”, chiese con tono serissimo e sguardo indagatore il detective dell’Est. L’assistente non rispose, compì un inchino e corse via. Cinque minuti dopo apparve Shiho, aveva un’espressione contrariata.

    “Hai dato scandalo!”, la prendeva in giro l’amico.

    “Finiscila! Ho chiarito tutto, non ti preoccupare. È da molto che aspetti?”

    “No, ma ho incrociato il tuo Susumu-kun, era nell’ufficio di Sanada”.

    “Susumu? E che faceva là?”

    “Non saprei era al computer, pareva molto preoccupato e teso. M’ha praticamente buttato fuori dalla stanza e poi è scappato via”.

    “Strano; ah, ha telefonato il professor Agasa, dice che rimarrà fuori un altro po’, … per curare i reumatismi!”

    “E da quando avrebbe tali malanni?”, chiese l’amico perplesso.

    “Suppongo da quando sta tutto il giorno nella vasca idromassaggio con Fusae!”

    Nel frattempo Miyano era entrata nel proprio ufficio. Kudo la seguì e chiuse la porta.

    “Allora, a che punto sei con le indagini?”, chiese la donna.

    Shinichi sospirò, si massaggiò i capelli, poi iniziò ad esporre la sua teoria:

    “Credo d’aver capito tutto, il cadavere di Misaki mi ha schiarito le idee; ho scoperto chi è il serial killer e quale sia il movente. Ecco la mia teoria: le cinque vittime hanno subito più o meno lo stesso trattamento. Sono state stordite con il laudano, sgozzate perché non parlassero e mutilate del seno, alcune sono state private di parte dei capelli per accorciare l’acconciatura e farla arrivare più o meno alle spalle. Solo nel caso di Misaki s’è assistito ad uno stupro, ma la ragazza non ha subito né l’amputazione dei seni, né il taglio dei capelli”.

    “E questo cosa ci induce a supporre?”, domandò Shiho molto attenta.

    “Che in qualche modo la Misaki incarnasse l’ideale estetico che il maniaco perseguiva!”

    Miyano s’irrigidì e divenne tesa: “Ma Yuria …”.

    “Sì, in pratica era la tua sosia, … il maniaco voleva, anzi vuole, te! E questo spiega anche l’aggressione che hai subito. L’uomo è frustrato, ti vuole disperatamente, ma non riesce a raggiungerti. Quindi scarica la propria ira su altre donne in cui cerca ciò che mostri tu: capelli corti alle spalle, un bel seno. Dal momento che non trova quel che desidera, mutila le vittime. Yuria è quanto di più simile a te abbia trovato e per questo da un lato ha sfogato la sua libidine perversa violandola e dall’altro non l’ha mutilata. Ti giuro, quando sono arrivato al parco e l’ho vista di spalle … ho creduto che fossi tu. Anche Megure ed i suoi erano stati ingannati”.

    “Ma … ma è assurdo!”

    “La cosa peggiore è un’altra. Il serial killer è … il professor Sanada, il tuo mentore!”


    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    “Allora andiamo a controllare il computer”.
     
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  2. EleMaggy
     
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    Lo sapevo! Sanada mi pareva sospetto già da un po'... Ma Hide che ruolo ha in tutto questo? E Kodai è solo geloso di Shinichi o nasconde qualcos'altro? Cosa stava guardando al computer? Tutto questo nella prossima puntata di "Ossessione Mortale" :D !
    Scherzi a parte, mi hai fatto prendere un colpo! Per un attimo ho temuto di aver perso la Dea! Comunque, aihaibara84, ci hai proprio preso! Stai diventando simile al tonno! No :o: , ti ha contagiata! Si salvi chi può! Uno iettatore basta e avanza :rotfl: !
    Ma Shinichi, come ti permetti di fare quei commenti! Riprovaci e andrai a fare una visitina alla Misaki :knf: :knf: :knf: ! Ti risparmio solo per non fare un dispiacere a Shiho.
     
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    Capitolo 22

    Hacker

    Shiho scattò in piedi rovesciando la sedia. Tratteneva a stento l’indignazione:

    “Non dire stupidaggini, non è possibile!”

    “Questa mattina, dopo aver parlato con te ho chiesto a Takagi di indagare su Yuria. Fino ad un mese fa la ragazza abitava ad Osaka ed era iscritta alla facoltà di chimica di quella città. Sanada non l’aveva mai vista … fino a ieri pomeriggio, quando l’ha incontrata nei corridoi”.

    “Oh, mio Dio! Proprio poco dopo quell’incontro m’ha invitata a cena ma ho dovuto rifiutare perché dovevo venire al concerto con te. Vidi che c’era rimasto male, ma non pensavo …”.

    “La sua frustrazione, la sua disperazione deve essere andata montando in questi mesi, ed alla fine è esplosa. È sempre stato un uomo compassato e misurato, ingabbiato in rigide etichette imposte dalla nostra società, dalla facoltà, dal prestigio della sua casata. È scoppiato! E ti dirò di più! Sospetto che il fantomatico signor Hide sia lui travestito e che con quel camuffamento abbia attuato le sue aggressioni. Era Hide colui che ti saltò addosso davanti casa, suppongo che Sanada non volesse essere riconosciuto”.

    “Ma è impossibile …”, Shiho si bloccò e spalancò gli occhi, poi riprese: “L’altro giorno gli parlai di te e gli dissi che eri passato a trovarlo con Ran. Egli commentò che la tua ragazza aveva un buffo ciuffo di capelli. Ma tu mi hai detto che non avete incontrato lui, ma solo …”.

    “Hide!”, concluse l’amico che trovava in quella notizia conferma dei suoi sospetti.

    “C’era qualcosa che non mi suonava in quella frase, ma non riuscivo ad inquadrarla”, continuò Shiho mentre le lacrime le solcavano il viso. Kudo girò intorno al tavolo e la strinse a sé:

    “Ehi, non fare così, non è colpa tua”.

    “Come non è colpa mia? Yuria è morta solo perché quel pazzo … e tutte le altre …”.

    “Anche il laudano sembra essere un elemento che porta a lui. Se è difficile comprarlo senza ricetta medica, non è un problema per uno stimato docente di chimica crearlo in casa, inoltre tu mi hai spesso detto che ha un laboratorio attrezzato ed all’avanguardia”.

    “Sì … nella cantina della villa. Ma quei prodotti comprati dalla Mikimoto Chemical a cosa dovrebbero servire?”

    “Questo è il tassello che mi manca, non posso parlare con Megure se prima non avrò tutto il quadro! … allora”, le disse con tono dolce, mentre le massaggiava i capelli, “ti sei calmata?”

    “Sì, ti ringrazio. Puoi lasciarmi, ci manca solo che entri qualcuno e ci veda così!”

    “Già, distruggeresti i sogni del tuo Susumu-kun!”

    “Ancora con questa storia? Poi non hai detto che è andato via?”

    “Fuggito come un ricercato … e subito dopo aver controllato il pc di Sanada”.

    “Ora che ci penso, anche prima che ci fosse l’interruzione della catena di delitti, avevo inviato Susumu-kun a cercare un file nel computer del professore e quando egli tornò lo vidi molto strano. Pure quella volta mi disse di sentirsi male ed andò via. L’indomani Sanada ritornò a lezione e mi disse che Hide era partito … Cielo, Shinichi, e se Susumu-kun avesse scoperto tutto e fosse andato ad affrontare il professore?”

    “Sarebbe un grosso guaio, Sanada è pericoloso, Kodai non è in grado di combatterlo. Hai le chiavi dell’ufficio del tuo capo?”

    “Sì!”

    “Allora andiamo a controllare il computer”.



    Miyano aprì la porta e s’accomodò al tavolo. Quindi avviò il computer che, in pochi attimi, fu operativo. Poi si fermò:

    “Cosa cerchiamo in particolare?”

    “Kodai è un ragazzo riservato, se prendiamo per buono che abbia scoperto qualcosa dev’essere accaduto per caso, non me lo vedo che viola la privacy del suo capo mettendosi a rovistare tra i file. Hai detto che l’avevi mandato a cercare una bozza, prova lì”.

    Shiho aprì la cartella “progetti in corso” ed iniziò a controllare i file uno alla volta. Ce n’erano diversi; dopo un po’ scosse la testa.

    “Tutti lavori che conosco e che stiamo portando avanti in squadra, nulla di sospetto”.

    Scorrendo ne trovò uno intitolato “H”, ci cliccò sopra ma scoprì che il file era vuoto.

    “Dannazione! Qualcuno c’ha anticipato!”, imprecò Kudo.

    Shiho iniziò ad agire sui tasti del computer per vedere chi avesse modificato i dati.

    “Ecco, una settimana fa è stato proprio Sanada ad eliminare questo testo, ma, allora Kodai che cos’ha visto?”

    “Niente!”, disse Shinichi, che poi aggiunse, “è questo che l’ha insospettito. Pensava di trovare qualcosa che doveva esserci ma che invece era sparita. Così ha capito che c’era qualcosa che non andava!”

    “Quindi cercava questo file H, che aveva scoperto quella volta che lo vidi rientrare pallido in volto, e non trovandolo s’è agitato?”

    “Esatto! Il problema è: come facciamo a sapere cosa contenesse questo file? Dovremmo chiamare la scientifica e far analizzare il computer”.

    “Oppure … lasci fare a me!”, disse sibillina la professoressa.

    “Tu? Che ne capisci d’informatica?”

    “Dimentichi che ho lavorato per l’Organizzazione, non per le Orsoline! Qualche trucchetto l’ho appreso. Dammi un paio di minuti”.

    Detto ciò la donna si concentrò sul monitor ed iniziò a digitare codici numerici. Trascorsi alcuni minuti, commentò:

    “Ecco, il signore è servito!”

    “Che hai fatto?”

    “Mi sono collegata, via internet, con il computer che Sanada ha nel suo laboratorio a casa, so per certo che lo tiene sempre acceso; se sta nascondendo qualcosa, in quel pc ci deve essere qualche traccia”.

    Poi la donna iniziò ad esaminare i file e, dopo poco:

    “Ecco quello che ci interessa!”

    “Non sapevo che fossi un’esperta hacker! C’è qualcosa che Shiho Miyano non sappia o non riesca a fare?”

    “La torta di pistacchi! Mi si affloscia ogni volta!”

    Mentre scherzava, le mani della professoressa cliccarono sul file denominato “H”, ma apparve un avviso; era necessaria una parola d’ordine. Kudo s’indispose:

    “Pareva troppo facile! Non n’è che, per caso, la mia hacker preferita la conosce?”

    “Purtroppo no, ma Sanada non è un informatico, ed ha una certa età, la password che ha impiegato non deve essere nulla di complicato, Susumu-kun è tornato da me in poco tempo, quindi deve averla trovata velocemente; e dubito che il professore abbia pensato a cambiarla”.

    Shinichi ci pensò su:

    “Proviamo con cose semplici, inizia con la data di nascita del professore”.

    “Accesso negato”.

    “Nome della madre, o del padre, di qualche animale domestico … del fantomatico Hide”.

    “Accesso negato”.

    “Diamine!”, mormorò il detective che si trovava bloccato là dove Kodai aveva trionfato. Iniziò a rimuginare e ad un tratto sentì la meravigliosa fragranza emanata dallo shampoo e balsamo che la sua amica aveva usato quella mattina in doccia. Abbassò lo sguardo e vide la perfetta ed armoniosa linea del collo della ragazza che lasciava spazio a delle spalle ben proporzionate ed alla generosa scollatura (che si mostrava in tutta la sua magnificenza, essendo lei seduta ed egli chinò su di lei). Si vergognò di se stesso:

    “Che cavolo vado a pensare in un momento simile! Sono proprio malato!”, valutò; ma un lampo lo illuminò.

    “Kodai è fissato con te … ed anche Sanada, a quanto pare, se fosse il tuo nome la pass?”

    “Che cretinata! Comunque …”.

    Digitò il suo nome “Shiho Miyano”, ma il risultato fu:

    “Accesso negato! Che t’avevo detto?”

    Provarono qualche altra combinazione, poi Kudo disse:

    “Permetti?”, e si mise a digitare sulla tastiera:

    “Shiho& … qual è il nome del professore?”

    “Shiro”, disse lei molto perplessa e dubbiosa.

    “Shiho&Shiro”.

    “Accesso negato??”, domandò incredulo Kudo al pc che s’opponeva ai loro voleri.

    “Visto, signor detective? Hai fatto cilecca!”, lo canzonava la giovane che, in cuor suo, iniziava a sperare che l’amico si fosse sbagliato su tutto, e non solo sulla password.

    Kudo non si diede per vinto e riprovò:

    “Shiho&Shiro4ever, o la va o la spacca!”

    “Ma Sanada ha 68 anni, credi che si metterebbe a scrivere 4ever come un ragazzino?”

    Shinichi, incurante delle rimostranze espresse, premette “invio”.

    “Accesso negato!”

    “Visto!”, insistette la ragazza, ma l’amico non s’arrese. Iniziò ad osservare gli oggetti sul tavolo fino a quando non notò un brutto fermacarte a forma di 8. Lo prese in mano e l’oggetto si scompose in due metà che si incastravano tra loro.

    “Che fai, l’hai rotto?”, domandò la docente.

    “No … è fatto così, per separarsi … perché Sanada tiene questo strano pezzo sulla sua scrivania? È vecchio e rovinato, oltre a sembrare di poco valore”.

    “Non so, l’ha portato in ufficio da qualche mese e sembra molto affezionato. Forse gli ricorda il simbolo dell’infinito”.

    “Ma si separa in due pezzi …”. Gli venne l’illuminazione e digitò:

    “Shiho8Shiro4ever”.

    “Accesso consentito!”, il detective ridacchiava compiaciuto, poi riprese, “l’infinito è un 8 orizzontale, questo è proprio il numero e Sanada l’ha usato al posto della &”.

    “Ma perché?”

    “Poi sarei io quello ottuso in queste questioni, vero? Guarda il fermacarte; si scompone in due metà e forma due S che ribaltate e sovrapposte compongono 8. Le due S stanno per Shiho e Shiro; i vostri nomi. Quindi Sanada ha usato l’8 con un triplice significato: infinito, se posto in orizzontale, & e SS sovrapposte se messo in verticale!”

    Miyano rimase stupita, ma si fece forza, intanto il cellulare del suo compagno hacker iniziò a trillare. Kudo si spostò per rispondere mentre la scienziata cominciava a scorrere il testo che aveva d’avanti.




    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    Il file “H”
     
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    Capitolo 23

    Il file “H”

    Mentre gli occhi di Shiho leggevano, le sue orecchie ascoltavano la conversazione telefonica, o almeno una parte di essa.

    “Sei in finale? Amore, sono orgoglioso di te!”

    “Sei sicuro di non riuscire a venire qui?”, chiese Ran con tono triste.

    “Purtroppo il serial killer s’è rifatto vivo, non mi posso allontanare, sono desolato, ma siamo al culmine dell’indagine”.

    “Peccato! Comunque la gara è tra due giorni, se riuscissi a completare il caso ce la faresti!”

    “Non ti prometto nulla”.

    “E com’è finita con quel tizio inquietante? Con Hide?”

    “Credo che sia implicato, ma il tutto è nebuloso, spero di saperti dire di più quando ci vedremo”.

    “Certo che è proprio una persona strana ed angosciante, più che il signor Hide mi ricorda Mr. Hyde! Eh, eh, eh!”

    “Come hai detto?”

    “Che mi ricorda Hyde, con la y, come Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde, il romanzo”. La frase della sua ragazza sconvolse il detective che capì, finalmente, perché tutta quella storia gli ricordasse qualcosa che egli conosceva.

    “O mio Dio! Shinichi, guarda, guarda qui, presto!”

    “Ma è la voce di Shiho?”, chiese con tono inquisitorio Ran.

    “Sì, sono in facoltà, stiamo indagando e forse ha scoperto qualcosa, ci sentiamo”.

    “Aspetta …”. Le chiuse la chiamata in faccia e si rivolse all’amica che continuava a mormorare tra se quello che leggeva nel testo.

    “Che cosa hai scoperto?”

    “Tutto! Ed è incredibile!”



    “Fammi vedere!”, disse Shinichi avvicinando la sua testa al monitor.

    “Questa è la relazione preliminare di un esperimento condotto dal professore da alcuni mesi a questa parte, sembra quasi un diario”, iniziò a spiegare la giovane studiosa, che si mise a leggere l’introduzione:

    “Se qualcuno mi dovesse chiedere qual è stato il libro della mia vita, dovrei ammettere che nessun’opera della letteratura mondiale ha influenzato la mia esistenza più del romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde, di R. L. Stevenson. Quando lo lessi, avevo otto anni, ne rimasi affascinato e votai la mia esistenza alla chimica. Era il sogno di un bambino, la visione di un folle, ma decisi che avrei dedicato la mia vita a rendere realtà ciò che Stevenson aveva sognato: separare la parte malvagia dell’essere umano dalla sua parte buona, così da rendere migliore l’umanità, così da creare un mondo popolato da angeli e non da demoni”.

    Shiho si fermò e guardò il suo amico negli occhi:

    “Ma non è possibile, Sanada dev’essere impazzito, la cosa non ha alcun senso!”

    “Vai avanti”, le disse Kudo. La donna scorse qualche pagina, poi si fermò e, vedendo un elenco di prodotti chimici, commentò:
    “Questa è la lista di ciò che è stato acquistato presso la Mikimoto Chemical”.

    “Sicura?”

    “Ho qui l’elenco fornitomi dalla segretaria”, estrasse un foglio dal suo taccuino che portava sempre con sé, “coincide quasi perfettamente, alcuni elementi sono stati sostituiti con equivalenti o hanno subito modifiche nella quantità, ma per il resto … guarda tu stesso”.

    Shinichi osservava tutto, mentre la ricercatrice, sempre più turbata, andava avanti, poi si fermò e lesse un passo:

    “ … Ci sono riuscito! Dopo quarant’anni di ricerche ho ultimato la prima versione sperimentale del mio prodotto. Lo chiamerò H, in onore di Mr. Hyde. Questa sera lo testerò su me stesso …”.

    “ … L’esperimento è stato un successo. Ho ingerito il composto seguendo la ricetta che ho preparato ed i risultati sono stati strabilianti: ho fatto emergere il lato oscuro del mio Io e gli ho dato vita autonoma! Ho quindi deciso di fare un giro in città e sono uscito di casa senza farmi vedere dalla servitù. Devo purtroppo ammettere che l’aspetto del mio alter ego è veramente ripugnante; del resto è un concentrato di male e questo emerge anche all’esterno. Ho vagato per Beika e dintorni, tutto è andato benissimo, il composto è stabile e non dà problemi di sorta … purtroppo … il mio doppio è crudele come appare esteriormente. Voltando un angolo ha incrociato una bambina che gli è andata a sbattere contro, egli non ha mosso ciglio, non l’ha soccorsa, non le ha detto una parola carina … anzi … la calpestata! Ed ha proseguito sul suo percorso, incurante delle urla di dolore della piccola. Un uomo ha visto tutto ed ha cercato di intervenire; è stato brutalmente picchiato, ho letto sui giornali del mattino che, per fortuna, entrambi, l’uomo e la piccola, non sono in pericolo di vita. Sono sollevato! A parte ciò l’esperimento è un successo, se riuscirò a controllare l’altro me stesso, tutto andrà per il meglio …”.

    Miyano si bloccò, sconvolta e turbata, Kudo capì la situazione e le mise una mano sulla spalla:

    “Vuoi che continui da solo?”

    Scosse i capelli ramati con decisione e riprese a scorrere il testo.

    “ … Dio mio, Dio mio, cos’ho fatto? Ieri ho effettuato per la seconda volta la trasformazione e sono andato in giro. Durante la passeggiata ho visto delle prostitute lungo il marciapiede e ad un tratto il sangue ha iniziato a ribollirmi. Non sono mai andato con donne come quelle in vita mia. La mia estrazione sociale, le mie origini, il mio onore me l’hanno impedito, però c’ho sempre pensato … così ho deciso di unire l’utile al dilettevole e mi sono accostato ad una di loro. Carina, graziosa, con lunghi capelli, ma di seno piccolo, non è in effetti il mio tipo, però ci appartammo nel vicolo, lei iniziò a sollevarsi la gonna e mi mise le mani sul corpo, stavo per baciarla quando … il volto della mia assistente, Shiho Miyano, si materializzò nella mia mente, lei sì è una donna affascinante! Non ricordo bene cosa sia accaduto, ma ho estratto un bisturi che, non so perché, avevo portato con me ed ho colpito quella donna tagliandole il collo, poi … o Cielo, o Cielo, l’ho massacrata e per ultimo le ho tagliato i capelli, rendendoli lunghi come quelli della mia assistente e le ho asportato quei piccoli, patetici seni, indegni di una donna, non sodi e magnifici come quelli della mia Shiho! Sono tornato a casa ed ho preso l’antidoto; ho nascosto tutto nel mio archivio, lì non ci va mai nessuno …”.

    “ … La situazione sta peggiorando, non riesco a controllare l’altro me. Ieri sera c’era la cena con i finanziatori organizzata da Shiho. Ma prima d’uscire è accaduta una cosa sconvolgente; mi stavo mettendo la cravatta quando il volto di Shiho m’è balzato in mente, è stato un attimo, mi sono messo a pensare a quanto sia meravigliosa e … sono diventato Lui. Non capisco come sia potuto accadere! Ho perso tempo per preparare l’antidoto, mi sono allarmato ed ho sbagliato la composizione, è trascorso dell’altro tempo, alla fine è squillato il cellulare: era lei, doveva essere preoccupata per il mio ritardo. Ho risposto ed ho detto di essere Hide, un amico di Sanada, e che ero indisposto ed impossibilitato a presiedere il convivio. Chiusa la conversazione ho deciso di fare un giro, per ogni evenienza ho preparato un composto casalingo di laudano, se qualcuno dovesse ostacolarmi, potrò difendermi e stordirlo senza fargli del male. Almeno … è quello che pensavo invece … Santo Cielo … è accaduto di nuovo, Hide ha ucciso un’altra ragazza, che orrore. Ma il terrore non s’è fermato qui. A notte fonda era ancora in giro ed è finito davanti alla casa di Shiho. Ella era lì; stava rientrando dopo la serata di gala e … Hide l’ha aggredita, non oso pensare a ciò che le avrebbe fatto. Per fortuna quel suo amico, quel Kudo, il detective, è arrivato in tempo. La situazione è divenuta pericolosa, non credo di poter controllare Hide, sarà meglio smettere di trasformarmi …”.

    “ … Basta, per favore, basta! È accaduto ancora; e questa volta è stato peggio delle precedenti! M’ero ripromesso di smetterla con gli esperimenti, ma Hide appare da solo, senza che io prenda la pozione, senza che lo possa controllare. E questa volta ha ucciso una mia alunna: Makoto Harada! La conoscevo poco ma … non doveva essere lei, non lei! L’ho incontrata all’uscita da un locale, le ho detto che mi mandava Sanada e lei m’ha seguito! L’ho gettata nel fiume! Ho ripreso l’antidoto ma le trasformazioni si susseguono. poco fa è accaduto durante la sessione d’esami, ho dovuto affidare tutto a Shiho e sono dovuto scappare via per evitare che mi trasformassi davanti a tutti. Inoltre ho risposto in modo sgarbato al mio Angelo, come potrò perdonarmi un tal gesto? Il problema è grave, in precedenza ho dovuto abbandonare il suo ufficio, quando le diedi l’incarico della cena, perché la sua presenza mi stava facendo agitare, temevo che Hide si manifestasse ma non è accaduto. Questa volta, però, sì; ho dovuto, e già da molti giorni, allontanare tutta la servitù dalla villa, non posso permettere che qualcuno mi scopra …”.

    “ … Non ci riesco! Non riesco ad eliminare Hide! È passato il povero Kodai con dei documenti, l’ho accolto come Hide e gli ho raccontato una scusa. Temo che la mia psiche sia influenzata da Shiho, all’idea che sarebbe venuta a trovarmi Hide s’è manifestato e quando Kodai m’ha detto che invece di venire da me era uscita con quel Kudo … non c’ho visto più! Quello sciocco di Kodai l’ama, ma lei sarà solo mia o di nessun altro! Questi pensieri m’hanno scosso, avrei ammazzato quell’idiota, quasi ci sono riuscito. Cosa devo fare? …”



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:

    “Non risponde, non risponde! Dannazione, stupido Susumu-kun, che stai combinando?”
     
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    Cioè che io porto sfiga mi auguro di noXD ma quella li aveva la parola "prossima vittima" stampata in fronte a caratteri cubitaliXD poi aveva appena conosciuto Shinichi.........che miracolo volevate?XD
    Bellissima la scena in cui lui pensando sia Shiho perde il senno sulla scena del crimine*-*
    Ora capisco il riferimento al romanzo che dicevi Capo.. :sisi:
    Ma in effetti Shiho farebbe uscire pazzi tutti...solo il tonno sta ancora in fase di rodaggio :asd:
    Vedremo come finirà
    Ran per una volta è servita a qualcosaXD
    Al prossimo capitolo**
     
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  6. EleMaggy
     
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    La storia del libro mi era già venuta in mente, ma non pensavo che c'entrasse veramente col caso! Questa soluzione mi ha davvero colpita! Non me l'aspettavo!
    Già, il tonno fa cadere la colpa su degli innocenti che, ormai in trappola, confessano di essere i colpevoli, ma in realtà è lui ad uccidere tutti con la sua capacità di portare morte ovunque vada! :rotfl: :rotfl: :rotfl:
    Però è strano... come fa l'unicorno a chiamare sempre mentre Shinichi è da solo con Shiho! La perdono solo perchè questa volta è servita a qualcosa...

    P.s.: Mi dispiace aihaibara :( :( , ma ormai sei stata contagiata e sarai destinata ad essere una iettatrice per sempre! XD :asd:
     
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    Capitolo 24

    Triste verità

    “Credo che basti così, Shiho”, s’intromise Shinichi nel vedere le lacrime che cadevano dagli occhi della ragazza e che le impedivano di proseguire, “abbiamo ormai un quadro chiaro della situazione”.

    “Ma perché questo? Perché?”

    “Non so cos’abbia spinto uno stimato docente in questo turbine di malvagità, ma abbiamo un altro problema, invece. Se Kodai ha letto questo testo potrebbe essere in pericolo!”

    Miyano andò velocemente avanti con le pagine e riprese a leggere:

    “ … Dopo la visita di Kudo e della sua ragazza ho capito che la polizia sospetta di me, o quanto meno di Hide. Devo darci un taglio! Ma è inutile, Hide ha colpito ancora! Ho preso l’ultima dose di antidoto che avevo e l’ho ingerita. Ha funzionato, ma c’è voluto molto tempo, troppo, non come sempre, temo che non funzionerà per molto. La Mikimoto Chemical m’ha scritto dicendo che non ci sono componenti migliori di quelli che mi hanno inviato in tutto il mondo, potrebbe essere la fine. A questo punto voglio sentirla per l’ultima volta …”.

    “ … Ho salutato Shiho al telefono, come se fosse un addio. È stato meraviglioso, potrei anche morire in pace non mi interesserebbe. Ma no! Non può finire così, voglio tornare da lei, lotterò contro Hide e lo batterò. È venuto anche Kodai che m’ha parlato in modo sibillino di ciò che aveva letto nel mio computer, temo che sappia ogni cosa, ma ha garantito riservatezza purché Hide scompaia per sempre. È già un mio proposito! …”

    Miyano scorse ancora il testo e giunse così alle ultime annotazioni:

    “ … Sono tornato a lezione e Lei … m’ha abbracciato, davanti a tutti! È stato stupendo! Che finalmente ricambi i miei sentimenti? Per ora non voglio più essere Hide. La situazione è sotto controllo, tutto è tornato alla normalità …”.

    “ … Sono stati quindici giorni meravigliosi, ho ripreso il controllo della mia vita, ho anche eliminato il file H dal computer del mio ufficio, non vorrei che altri, oltre al fido Kodai, lo potesse leggere. Ma proseguirò gli appunti sulla versione aggiornata che tengo a casa, così potrò analizzare ogni cosa per bene e con calma …”.

    “ … Sarò mai felice ancora una volta? … è arrivato Lui, il maledetto Kudo! Avevo invitato la mia Dea a cena ma quella carogna di detective m’ha battuto sul tempo, lo odio! Mi sono a stento trattenuto davanti a Lei e sono andato via, avrei ammazzato quello sbruffone, altrimenti. Nel corridoio ho incontrato una nuova alunna, si chiama Yuria ed è incredibile! È la sosia della mia Signora! L’ho invitata a cena! …”

    “… È la fine! Hide è tornato! Ed ha ucciso anche Yuria, ma prima … o Cielo, l’ha violentata come una bestia immonda … che orrore, che orrore indicibile … quella povera ragazza … ho orrore di me stesso … ho buttato il mio bastone da passeggio nelle fiamme del camino. Mi faccio schifo! Ho cercato di tornare me stesso ma l’antidoto non funziona!! Ho raddoppiato la dose … niente … avevo calcolato che una tripla dose potesse risultare letale, ma non ho avuto scelta è l’ho assunta, sarei dovuto morire. Invece Hide è ancora qui e si prende beffe di me!! Ho distrutto la mia vita, quella di quelle sventurate ed il mio onore. Con quale coraggio affronterò i miei avi?”

    Shiho smise di leggere, pallida come un cencio, poi aggiunse:

    “Non c’è altro. È orribile, orribile!”

    “Sanada deve essersi trovato in una situazione davvero ingarbugliata da gestire. Non abbiamo tempo da perdere”, aggiunse l’amico, “dobbiamo andare da lui, non vorrei che Kodai facesse qualche mossa stupida!”



    Stava ormai tramontando il sole, la coppia lasciò di corsa la facoltà e, presa l’auto del detective, corse verso la villa di Sanada.

    Shiho, ripresasi un poco, su invito di Kudo telefonò a Kodai.

    “Non risponde, non risponde! Dannazione, stupido Susumu-kun, che stai combinando?”

    “Da quanto abbiamo letto, Kodai, che sappiamo essere affezionatissimo al suo mentore, l’ha scoperto ed invitato a por fine all’esistenza di Hide ed alle sue malefatte. Quando ha notato che il file H era sparito dal computer della facoltà s’è impensierito”.

    “Ma Sanada poteva averlo distrutto perché aveva smesso con gli esperimenti!”

    “Evidentemente Kodai non n’è sicuro ed ha pensato al peggio. Forse aveva sentito che Yuria era stata uccisa e che il serial killer era tornato in giro”.

    “Ora che ci penso”, disse Miyano, “quando mi comunicò che il preside mi voleva parlare vidi che stava leggendo qualcosa sul suo smartphone. Gli chiesi cosa stesse facendo ed egli mi rispose che controllava i quotidiani online. Potrebbe aver appreso da lì della morte di Misaki”.

    “Possibile, quindi, appena sei andata via s’è recato nell’ufficio di Sanada e non trovando più il file ha collegato la morte della studentessa al professore”.

    “Che facciamo?”

    “Andiamo alla villa, però … Hide è pericoloso … ed è pure fissato con te. Se ci vedesse insieme potrebbe esplodere”.

    “Scordati che ti lasci entrare da solo, ci sono i miei colleghi implicati in questa storia, non mi farò da parte!”

    “Non posso andare ad affrontare quel criminale dovendo pure proteggere te!”

    “Nessuno te l’ha chiesto, me la sbrigherò da sola, se necessario. Sanada non mi farà del male”.

    “Sanada forse no, ma Hide non è detto. Anche se trovassimo il tuo capo e non il suo alter ego, non è certo che regga alla tensione. Se poi ci fosse Hide … Shiho, ti prego, ascoltami, resta in auto …”.

    Il cellulare di Kudo squillò, il giovane rispose:

    “Ma che hai in testa? Mi chiudi il telefono in faccia così?”

    “Ran, amore, scusa, ma non è il momento …”.

    “Non è mai il momento con te! Sono stufa! Dove sei?”

    “Sono in auto, sto andando da Sanada”.

    “Da Sanada? Suppongo che tu non sia solo!”

    “Beh, … in verità …”.

    “Sei con lei?”

    “Ti posso spiegare tutto! … pronto, pronto? Ran, pronto?”

    Kudo guardò il monitor, poi si voltò verso la sua passeggera:

    “M’ha chiuso il telefono in faccia!”

    “S’è arrabbiata perché sei con me?”

    “Già!”

    “Mi dispiace!”

    “Non hai nulla di cui scusarti. Il pasticcio è colpa sua e, forse, anche un po’ colpa mia. Se riusciremo a concludere questo caso andrò da lei per la finale e cercherò di fare pace. Ho già una mezza idea in mente!”

    “Come ci regoliamo con Sanada?”

    “Se tu vuoi venire per forza con me, allora abbiamo bisogno d’aiuto. Mi dispiace, ma devo venir meno alla riservatezza che m’avevi richiesto: telefono a Megure e l’avviso di tutto”.

    “Tu stai guidando; ci penso io!”

    “Sei sicura? I suoi ci sono andati giù duri con te”.

    “Per questo lo voglio chiamare, voglio dimenticare ciò che è accaduto ed andare avanti”.

    “Sei sempre coraggiosa!”

    La donna non rispose ma compose il numero dell’ispettore.

    “Shiho!! Mi fa piacere sentirti; ne vorrei approfittare per … come dire … scusarmi per quanto avvenuto l’altro giorno. Non c’è stata occasione, ma sappi che non era nostra intenzione trattarti male, quindi spero che sia tutto dimenticato e che possiamo ritornare amici”.

    “Ispettore, non la chiamo per questo, ma comunque la ringrazio ed accetto le scuse del dipartimento. Per me è come se non fosse mai accaduto nulla. Piuttosto, sono con Shinichi, abbiamo motivo di credere che il serial killer si nasconda a casa di Shiro Sanada, il titolare della cattedra di chimica dell’Università, noi stiamo andando là, temiamo che un mio collega, Susumu Kodai, possa essere in pericolo e vorremmo che inviasse degli uomini. Se il killer è lì sarà molto pericoloso, quindi state attenti. Le do l’indirizzo”.

    Megure ascoltò tutto in silenzio, prendendo appunti. Poi aggiunse:

    “D’accordo, di’ a Kudo che stiamo arrivando, non siate imprudenti ed aspettateci, saremo lì in poco tempo”.

    “Glielo riferirò”. Chiuse la comunicazione e si rivolse al suo compagno:

    “L’ispettore dice d’essere prudenti e d’aspettare i suoi uomini!”

    “Naturalmente!”, commentò il giovane, ma il suo sguardo fece capire alla sua amica che, come sempre, non avrebbero aspettato nessuno e sarebbero subito entrati.

    L’auto sfrecciava veloce per Beika, e dopo venti minuti raggiunse la collina su cui s’ergeva l’antica dimora di Sanada.

    Shinichi si fermò davanti all’ingresso. L’edificio era al buio e sembrava deserto. I due scesero e s’avvicinarono al portone. L’enorme battente non era chiuso, ma solo accostato, Shiho si voltò e, a sinistra, a circa cento metri, vide una macchina. La fece notare al detective dell’Est e poi disse:

    “Susumu-kun è qui; quella è la sua auto”.

    I due s’avvicinarono ma, ovviamente, il mezzo era vuoto.

    “Dev’essere dentro!”, concluse Kudo, toccando il cofano freddo del veicolo. La donna annuì. Quindi, tornati sui loro passi, i ragazzi, presa una torcia in auto, scostarono la porta ed entrarono nel giardino della villa immersa nel tenebre e nel silenzio.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:

    “Susumu-kun, Susumu-kun!”
     
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    Capitolo 25

    Susumu-kun

    “Susumu, ti presento la tua nuova collega, si chiama Shiho Miyano, è la figlia di un mio carissimo amico e da oggi sarà mia assistente, come te. Spero che andrete d’accordo!”

    Il giovane rimase come imbambolato davanti a quella ragazza, con meno anni di lui, che l’osservava. Gli occhi azzurri ed i capelli ramati la rendevano un angelo celestiale: che si poteva fare, cosa si poteva dire davanti a tale bellezza? Il cuore iniziò a battergli all’impazzata e, alla fine, riuscì solo a bofonchiare uno stentato:

    “Molto piacere!”

    Il tono della sua voce e l’espressione del suo volto suscitarono l’ilarità di Sanada che, ridendo, gli disse:

    “Cos’è, il gatto t’ha mangiato la lingua?”

    Anche la nuova arrivata, emise un risolino sommesso, cercando di non farsi notare. Se era stupenda con l’espressione seria, quando rideva, anche se in modo appena accennato, riusciva ad illuminare un’intera stanza. In quel momento Susumu Kodai capì d’aver trovato la donna della sua vita.


    “E così è diventata l’assistente preferita di Sanada? Che cosa strana! Di sicuro c’è qualcosa sotto!”

    “Non dire così, Mamoru! Anche se sei mio fratello maggiore non ti permetto di fare di queste insinuazioni!”

    “Ma ragiona, Susumu, questa tizia sbuca fuori da chissà dove e, con meno esperienza di te, con meno anni di te, diventa prima assistente di Sanada! Sanada, capisci?! Il più illustre chimico di questa nazione! È ovvio che o è raccomandata o, chi lo sa, … hai detto che è molto bella, non sarebbe la prima a …”.

    Il pugno che ricevette in faccia Mamoru Kodai fu del tutto inaspettato. Soprattutto perché a tirarglielo era stato il suo remissivo e studioso fratello, Susumu. Egli non era come il suo fratellone, noto fin dalle Medie per le risse anche con quelli dell’Università; no! Era lo studioso della famiglia, che non era mai arrivato in ritardo a scuola in vita sua, che non aveva mai copiato un compito, che non aveva mai partecipato ad una rissa; il primo della classe. Eppure l’aveva colpito!

    “Ehi, Susumu!!”, esclamò stupito Mamoru.

    “Non ti permetto di parlare così di lei! Nessuno deve offendere Shiho!”

    “Shiho???”

    Susumu divenne rosso e scappò via.

    “Che succede, Mamoru?”, disse una voce proveniente dalla cucina.

    “Niente, mamma, niente. Il piccolo Susumu è diventato un uomo, ormai, solo questo”.

    E massaggiandosi la guancia sinistra Mamoru rientrò in casa.





    “Susumu-kun, Susumu-kun!”

    Il giovane aprì gli occhi con una smorfia di dolore e la vide: la sua Shiho era lì a pochi centimetri dal suo volto con un’espressione sconvolta e preoccupata, era deliziosa anche così. Stava per parlarle quando si ricordò di tutto! Si ricordò d’essere stato aggredito!

    “Ehi, che cosa t’è successo?”

    Il giovane si voltò e, alla sua sinistra, vide Kudo; c’era pure lui. Sospirò.

    “Sono venuto per … parlare con … il professor Sanada … ma Hide … m’ha … colpito con un bisturi!”

    “Non ti sforzare, ci spiegherai tutto dopo, ora ti devo medicare”, gli disse Miyano che, fatta a pezzi la sua giacca, cercava di bendarlo con i brandelli di stoffa.

    “Ma perché ti devi ridurre sempre in queste condizioni? Sei imprudente!”

    Il collega le sorrise mentre sentiva le forze che l’abbandonavano.

    “Stavo pensando al primo giorno in cui l’ho incontrata, professoressa Miyano”.

    “Non parlare!”

    “Ho fatto ... una pessima figura … sembravo un impedito …”.

    “No, eri … carino!”

    “Ed allora perché … perché … non ha mai accettato un mio invito?”

    “Io …”.

    “Non c’è bisogno che mi dica nulla … ho capito perfettamente!”

    “Susumu-kun”, bisbigliò la giovane.

    “Sa … avrei voluto dimostrarle che … ero … coraggioso … che ero … degno di lei … che potevo essere il suo Superman, … che non c’era solo Batman … invece … sto … morendo!”

    “No, no, non dire così, ti riprenderai alla grande e dopo … andremo a cena insieme in qualche posto … conoscerai di certo un’infinità di localini uno più carino dell’altro … li gireremo tutti. Andremo al cinema, al lunapark, non sono mai stata a Tropical land, un mio amico m’ha detto che non ci si annoia, basterà non andare sulle montagne russe o in posti poco frequentati! Andremo dove vuoi tu!”

    “Vicino … casa mia … c’è … un alberghetto di quelli tradizionali … con le terme e tutto il resto … lo gestisce un mio compagno di scuola … è della sua famiglia da generazioni. Mi piacerebbe … portarla là”.

    “Ok, ok, ci andremo, mi porterai alle terme del tuo amico!”

    “Eh, eh! Sa come … ci rimarrebbe di stucco … se ci andassi con lei? S’è sempre considerato … un gran donnaiolo … ma non ha mai avuto … né visto una donna come lei … gli verrebbe l’ittero all’idea che io … l’imbranato della classe … con una come lei …”.

    Smise di parlare e tossì ripetutamente; con la tosse, il giovane espettorò anche del sangue. Shiho intanto cercava di fermare le emorragie, ma le pugnalate erano numerose, non era morto solo perché Hide, forse per fretta, non l’aveva sgozzato, la donna lavorava freneticamente, cercava di tamponare una ferita, ma il sangue sgorgava da un’altra parte.

    “Shinichi, per favore!”

    Chiamò l’amico in soccorso; Kudo, che s’era spostato di qualche metro, stava controllando la scarpiera dell’ingresso e vide le scarpe con il tacco consumato, la prova finale che mancava e la cui immagine gli girava in testa da quando c’aveva pensato davanti al cadavere della Yamamoto. Al richiamo di Miyano si voltò e corse da lei.

    “Per favore, tieni premuto qui, mentre io continuo le medicazioni!”

    “Professoressa …”, Kodai attirò la sua attenzione con un tono lamentoso, sembrava spaventato, “professoressa … non voglio … non voglio andare via … voglio restare con lei … voglio restare al suo fianco!”

    “Sì, resterai con me, sempre con me … resisti, resisti, Susumu-kun!”, ripeteva la docente mentre le sue mani, freneticamente, portavano soccorso a quel povero corpo martoriato.

    Il giovane, per la prima volta in vita sua, stese una mano e sfiorò la guancia della sua collega. Quant’era bella! Liscia e vellutata come una pesca, con occhi profondi che lo guardavano con infinito affetto, ma non vedeva amore in lei, affetto, preoccupazione, ma niente amore. Le toccò i capelli, morbidi e profumati; adorava quel colore, così insolito tra le Giapponesi. Gli avevano detto che era per metà straniera, da parte della madre, a quanto si diceva, doveva essere questo: il sangue materno che le dava quell’aurea di esoticità, di mistero. Si poteva anche morire per una donna così, per un suo sorriso: è lui, lo stava facendo!

    “Professoressa Miyano … Shiho, … Shiho-chan!!”, la mano, che fino ad un attimo prima era sul volto della donna, era ora immobile lungo il corpo del giovane.

    “Susumu-kun, … Susumu-kun!! Ehi, dai, svegliati, Susumu-kun, devi portarmi alle terme e far morire d’invidia il tuo amico … dai, forza, ora che sei riuscito a chiamarmi per nome … Susumu-kun!”

    “Shiho”, s’intromise il detective, “Shiho … fatti forza, … è finita!”

    “No, non dire assurdità, non si muore a meno di trent’anni andando in casa del proprio professore, in quale mondo s’è vista mai una cosa simile? Deve portarmi alle terme … deve … deve …”.

    Smise di parlare, ma iniziò a piangere, mentre accarezzava il volto ormai esangue del suo collega. Kudo, chiuse gli occhi del ragazzo e poi abbracciò la sua amica, la sua Watson che versava calde lacrime, ferma, immobile, con il viso del defunto tra le dita.

    “Voleva far colpo su di me, voleva impressionarmi … ed è morto! Porto solo sciagure, solo sciagure!”

    “Ehi, non è colpa tua, Sanada ha effettuato quel folle esperimento per motivi suoi, che c’entri tu?”

    “Hai letto i suoi appunti? O stavi pensando ad altro? La sua ossessione repressa per me l’ha reso folle, il resto sono solo chiacchiere di contorno e Susumu-kun … è morto per questo. E con lui anche cinque ragazze innocenti!”

    “Ma è stato Hide a far tutto, non tu. Non t’addossare colpe non tue!”

    “Non puoi capire, Shinichi, non puoi capire!”

    “Capisco che sei sconvolta, ma questo non riporterà in vita il tuo collega: dobbiamo fermare Sanada, dobbiamo farlo per quelle ragazze e per Kodai”.

    Shiho rimase ferma tra le sue braccia per qualche altro istante, poi s’asciugò gli occhi, s’alzò in piedi e si sistemò i capelli:

    “Hai ragione! Dobbiamo prendere quel pazzo!”


    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:


    “Buona sera, signor Hide!”
     
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  9. sherry99
     
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    Povera Shiho, Non le accade mai nulla di buono! Poi devo ammettere che non mi sarei mai aspettata un'altra morte, soprattutto di Kodai! :sisi:
    Hide deve essere assolutamente fermato, ma mi chiedo come se è proprio Shiho a provocare la trasformazione! Sono molto curiosa di sapere come andrà a finire! ;)
     
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  10.  
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    Con l'appuntamento di oggi, doppio, per l'occasione, si conclude questa storia. Spero che vi sia piaciuta. Buona lettura.




    Capitolo 26

    Scontro finale

    La coppia lasciò il corpo di Kodai lì dove l’aveva trovato, a trenta metri di distanza dall’ingresso. Sembrava chiaro, almeno era chiaro per Kudo, che il giovane fosse stato aggredito appena entrato in casa, i vestiti non mostravano alcun segno di lotta, doveva essere stato ferito all’improvviso, buttato a terra e massacrato; ed a fare tutto ciò era stato il suo stesso mentore, … o quello che ne rimaneva, ammesso che qualcosa di Shiro Sanada trovasse ancora spazio nella psiche contorta di Hide.

    Superato l’ingresso, l’edificio si divideva in una miriade di corridoi, Shinichi non sapeva dove andare:

    “Suggerimenti?”, chiese all’amica.

    “Sanada ama due posti in particolare, il suo laboratorio sotterraneo ed il salotto occidentale, quello con il camino. Normalmente sarebbe in uno dei due luoghi … ammettendo che ci possa essere qualcosa di normale in questa situazione!”

    “Procediamo per logica. Dagli appunti risulta che il professore sia disperato per la situazione e non riesca a controllare Hide, ha anche aggredito il suo assistente, direi che la cosa più sensata dovrebbe essere andare in laboratorio e cercare di tornare se stesso. Dovrà pur giustificare la fine di Kodai e non può farlo come Hide, ma solo come Sanada, rispettabile docente dell’università”.

    “Allora andiamo di sotto”, convenne Shiho, “per di qua”.

    La ragazza indicò il corridoio di sinistra che, passando accanto al giardino delle rose, e superando la piccola cascata delle trote, conduceva ad una porta in fondo all’edificio.

    “Il laboratorio è stato aggiunto nel dopoguerra, quando i Sanada capirono la genialità del loro pupillo e suo padre volle coltivare quella passione”.

    Shiho raggiunse l’uscio e ruotò la maniglia. La porta era robusta e spessa e, ovviamente, non si aprì. Il detective scostò Miyano con una mano, prese la rincorsa e si scagliò con tutte le sue forze contro il battente ma ottenne unicamente una spalla dolorante.

    “Non credo di poterla sfondare, non da solo almeno!”

    La donna lo guardava con un misto di stupore ed incredulità (che sconfinava quasi nell’ilarità): “Non c’è bisogno che tu mi impressioni con atti di machismo non richiesto … sono l’assistente del professore … ho le chiavi!”

    Prese un mazzo di chiavi dalla tasta, ne selezionò una e l’infilò nella toppa, la porta s’aprì immediatamente e senza problemi.

    “Me lo potevi dire prima!”, si lamentò l’investigatore che si massaggiava la parte sofferente.

    “Hai fatto tutto da solo!”

    Una scala buia conduceva al sotterraneo, in fondo al quale si sentiva, attutito, il rumore di provette ed alambicchi che cadevano a terra infrangendosi.

    “Attento a dove metti i piedi”, mormorò Shiho.

    “Ma perché voi scienziati dovete stare in sotterranei buoi ed umidi? Per questo in passato vi prendevano per stregoni e vi mettevano al rogo!”

    “Il laboratorio è la terza porta a sinistra, quella da cui filtra la luce”.

    “Le prime due stanze?”

    “Depositi per i prodotti chimici e l’archivio personale del professore, dove c’è anche il computer che abbiamo hackerato”.

    Kudo annuì e proseguì con cautela.

    “Susumu! Susumu! Perché, Susumu?”

    Una voce disumana, che era quella che ormai potevano attribuire ad Hide, si faceva continuamente questa domanda, a cui nessuno poteva dare risposta.

    Shinichi s’accostò alla porta e ruotò la maniglia, che questa volta s’aprì subito. Dal piccolo spiraglio creato, i due giovani osservarono la devastazione che regnava nell’ambiente. Shiho c’era stata tante volte nei mesi precedenti ed era stata sempre stupita dall’ordine assoluto che vi regnava; quell’ordine non c’era più. Provette, fiale, contenitori erano infranti e dispersi a terra o sui tavoli; carte ed appunti erano sparsi ovunque, testi e prontuari con formule chimiche erano stati fatti a pezzi, un’ira cieca e disperata aveva colpito quel luogo.

    “Buona sera, signor Hide!”, disse Kudo entrando lentamente nella stanza. Hide si fermò e si voltò di scatto verso il nuovo venuto; gli occhi erano furenti ed iniettati di sangue, sembrava una belva pronta ad azzannare. Per la prima volta in vita sua, Shiho Miyano, alle spalle del suo amico, ebbe davvero paura, un timore che non aveva provato neppure davanti a Gin. Il detective proseguì:

    “O dovrei chiamarla Shiro Sanada?”

    Hide spalancò gli occhi incredulo, Shinichi aggiunse:

    “Sappiamo tutto del suo esperimento e sappiamo che è stato lei ad ammazzare quelle ragazze, ad aggredire Shiho ed a far fuori Kodai che è qua sopra. La polizia è stata informata ed arriverà a momenti; è finita ormai!”

    Hide ruggì come una tigre e si gettò su Kudo. Miyano fece un passo indietro e vide con orrore che il suo professore brandiva il bisturi e lo stava impugnando per colpire il suo amico che per la sorpresa era caduto a terra; urlò con tutta la forza che aveva in corpo:

    “Professore, no!!”

    Solo allora Hide vide che c’era una seconda persona in laboratorio e quella persona era Lei: Shiho Miyano!

    “Scappa!”, gridava intanto il suo amico con tutto il fiato che aveva in corpo.

    L’aggressore socchiuse gli occhi per metterla a fuoco in mezzo alla poca luce che illuminava a stento l’ambiente, il respiro era affannoso, il bisturi, ancora a mezz’aria, mandava sinistri riflessi quando era colpito dalla fioca luce della stanza, mentre l’uomo, furente, con la sinistra stringeva il collo di Shinichi che iniziava a respirare con fatica (nonostante l’età, Sanada, o Hide che dir si voglia, dimostrava una presa d’acciaio). Hide si voltò di nuovo verso la sua vittima e ritrasse il braccio per prender maggior rincorsa prima d’affondare la lama, Shiho urlò ancora:

    “Professore!”

    “Volevo aiutare l’umanità eliminando la cattiveria e la malvagità dall’animo umano, volevo renderti orgogliosa di me, volevo che mi notassi … e guarda cosa sono diventato! Un mostro!!”, l’orribile volto dell’assassino era ora rigato da copiose lacrime, “Ho ucciso ragazze innocenti, ho ucciso il mio povero Susumu, che era venuto qui per farmi ragionare, ho gettato fango ed ignominia sul casato dei Sanada!! Per fortuna mio padre non è vivo per vedere tutto ciò! Una vita morigerata e rispettabile gettata nel baratro! Come potrò presentarmi davanti ai miei antenati? Come potrò guardarti ancora in volto? Hai riempito la mia vita in questi mesi, Shiho cara, come nessuna aveva mai fatto, sono onorato d’averti avuta come assistente. Ti renderò ancora una volta fiera di me, e renderò l’onore al mio casato!!”

    Detto ciò Hide si conficcò il bisturi nel ventre con tutta la forza di cui era capace e, dopo pochi attimi, stramazzò al suolo. Miyano gridò e corse da lui, mentre Kudo, tossendo e massaggiandosi la gola, si mise seduto. La sua amica cercava di aiutare il suo capo, ma era inutile. La piccola ed appuntita lama era entrata in profondità e non era possibile estrarla, il sangue, però, fuoriusciva copioso ed inarrestabile.

    “Addio, Shiho, perdonami e sii felice!”

    Hide smise di respirare e solo allora, lentamente, assunse di nuovo il suo vecchio aspetto; in pochi attimi Hide era scomparso e Miyano stringeva tra le braccia il corpo esanime di Shiro Sanada.

    La scienziata dai capelli ramati si volse verso il suo amico d’indagini:

    “Shinichi, tutto bene, sei ferito?”

    “No, no, sto perfettamente. Alla fine ha preferito morire piuttosto che affrontare la vergogna di un processo con tutto quello che comporta”.

    “Shinichi”, Miyano gli afferrò il braccio e, con tono rotto dall’emozione e dal pianto a stento trattenuto, proseguì: “in nome della nostra amicizia ti chiedo di nascondere ciò che è accaduto!”

    “Cosa? La polizia arriverà a minuti, sopra c’è un altro cadavere, come giustifico questo manicomio?”

    “Di’ che è stato Hide, che teneva in ostaggio il professore … non permettere che il nome dei Sanada sia macchiato. Susumu è morto proprio per questo, anche Sanada s’è ucciso per questo motivo. Che questi ultimi due morti abbiano un senso!”

    “E le cinque ragazze? A loro non pensi? Le loro famiglie vorranno giustizia”.

    “Ma Sanada è morto, non potranno comunque avere giustizia … per favore!”

    “Mi dispiace, sai come la penso! Ha agito da mostro e, da codardo, s’è ucciso per non pagare le conseguenze delle sue azioni!”

    La donna non disse più nulla, chinò il capo e tornò di sopra ad attendere Megure.



    Cinque minuti dopo arrivò l’ispettore con tutta la squadra al completo, Miyano intanto aveva acceso le luci della villa e s’era seduta per terra, vicino al corpo di Kodai di cui carezzava il volto ormai freddo.

    “Shiho, che è successo?”, domandò Takagi entrando con Chiba.

    “Ecco …”.

    “Il dottor Kodai ed il suo mentore, il professor Sanada, proprietario di questa villa, sono stati uccisi da un certo Hide, che teneva in ostaggio Sanada e che è colui che ha ucciso le cinque ragazze ed aggredito Shiho stessa”.

    La ragazza, incredula, alzò gli occhi e si voltò verso la voce che proveniva dalle sue spalle, lì vide Shinichi che le sorrideva.

    “Venga, ispettore, le spiegherò ogni cosa mentre andiamo di sotto. Shiratori, per favore, potresti prenderti cura del povero Kodai ed assistere anche Shiho?”

    Il poliziotto annuì, mentre il suo capo, con Sato, Chiba e Takagi seguiva il detective dell’Est che spiegava ogni cosa.





    Capitolo 27

    Verso il domani

    “Sei in debito con me!”

    “Non so come ringraziarti!”, commentò Miyano sorseggiando un tè nella cucina di villa Kudo.

    “Ho dovuto mentire alla polizia ed andare contro i miei principi!”

    “Lo so, lo so, sei un tesoro! Ma con Hide come si fa?”

    “Hide è scappato prima che noi arrivassimo, dopo aver ucciso Kodai e Sanada. Non commetterà più dei delitti, ma non sarà mai catturato. Come Jack lo Squartatore rimarrà avvolto nel mistero! Ovviamente ho dovuto far sparire gli appunti che Sanada aveva lasciato nel suo computer ed ho dovuto fare altre due o tre cose che è meglio che non ti racconti. Comunque hanno ritrovato il bastone da passeggio con cui Hide infierì su Yuria, gli stivali con il tacco consumato, i capelli ed i seni asportati alle vittime, tutti perfettamente catalogati e conservati nella stanza attigua al laboratorio … ma non c’erano impronte digitali … di nessun tipo … qualcuno le aveva cancellate!”

    “Shinichi, io …”.

    “Lascia stare, ho capito quello che intendevi dire con quel discorso, spero solo che non si scopra mai tutta la verità, o finiremmo entrambi nei guai: sarà il nostro piccolo segreto (ma temo che mio padre, che m’ha telefonato mezz’ora fa, abbia intuito tutto; è stato parecchio enigmatico! Ho ricevuto anche un sms di Heiji che, da quanto letto sui giornali, avanzava qualche dubbio sulla ricostruzione da me fornita a Megure: che razza d’impiccioni!). L’importante è che i delitti si siano interrotti … ora devo andare, devo raggiungere Ran, nel pomeriggio c’è la finale e non posso mancare, ne va della mia vita … a proposito, a questo punto siamo pari, quindi le due borsette te le scordi, invece voglio che tu mi prepari una torta al pistacchio!”

    “Ok, signor Holmes!”, ridacchiò la sua amica prendendo un biscotto, “salutami Ran e falle i miei auguri!”

    “Riferirò … piuttosto, se, come suppongo, vincerà il torneo ho pensato di organizzare una gita in yatch per festeggiare. Dal momento che, sicuramente, si accoderà anche quella piattola di Sonoko con Makoto, che ne dici di venire anche tu?”

    “E poi cosa dovrei fare? Reggere il moccolo a due coppie di piccioncini che tubano e che festeggiano le vittorie dei rispettivi fidanzati? Senza contare che non penso che Ran apprezzerebbe!”

    “Forse hai ragione”.

    “Non ti preoccupare per me, oggi c’è il funerale di Sanada, inoltre i miei alunni sono rimasti senza docente, avrò molto da fare in questi giorni … ma poi … da quando sai guidare lo yatch?”

    “Mio padre me l’ha insegnato quand’ero piccolo, alle Hawaii”.

    “Queste Hawaii sembrano Disneyland, mi ci devi portare!”

    “Allora quest’estate ti invito nella mia villa ad Honolulu!”

    “Ci conto”.

    “Bene, ci vediamo tra qualche giorno”.

    Kudo lasciò la villa e corse in stazione; mentre saliva sul treno si fermò a pensare a quanto accaduto: perché aveva alterato le prove e mentito alla polizia? L’aveva fatto per lei, per la sua amica, ma era solo questo? Non aveva mai agito così per nessuno, nemmeno per la sua Ran, ma per Shiho sì, ed aveva impiegato pochissimo tempo per decidere d’aiutarla, di buttare all’aria tutti i suoi principi. Rischiava grosso; se la polizia l’avesse scoperto avrebbe rovinato la sua vita … ma non gl’era importato, vedere la sua amica felice l’aveva ripagato di tutto. Cosa significava tutto ciò? Non lo sapeva, o non voleva saperlo. Il treno si mise in movimento e Shinichi decise che, per il momento, non era il caso di perder altro tempo a rimuginare su quanto accaduto: Hide non avrebbe fatto più del male a nessuno, la sua amica era felice, questo era quello che contava.

    Miyano intanto rimase sola con i suoi pensieri. Dopo dieci minuti tornò a casa propria e la trovò invasa di borse e valige.

    “Ciao, Shiho!”

    “Professor Agasa, finalmente!”

    I due s’abbracciarono calorosamente, poi la scienziata lasciò la presa e squadrò il suo ospite:

    “Ad occhio è ingrassato! Cosa le ha fatto mangiare Fusae? Scommetto che s’è dato alla pazza gioia! Le fa male alla salute, lo vuole capire?”

    “Ma io …”.

    “Hiroshi è stato attento, non ti preoccupare! Ripeteva sempre che se avesse sgarrato tu l’avrei rimproverato!”

    Miyano si voltò verso la cucina e vide uscirne Fusae Campbell sorridente e radiosa che sorseggiava una tisana.

    “C’è anche lei?”

    “Sì, e per farmi perdonare d’averti rubato Hiroshi per così tanto tempo … ecco … un mio regalo”.

    La donna mostrò un pacco che diede a Shiho. Ella lo aprì e trovò il set completo di borse e borsette della nuova linea primavera/estate che doveva ancora essere messa in commercio.

    “Spero che ci perdonerai”, disse Agasa.

    “Va bene, vi posso anche scusare, per questa volta”, rispose lei con tono sostenuto e finto disinteresse, “ma che non diventi un’abitudine! Non crediate che quattro capi di vestiario, di altissima fattura, con perfette rifiniture e di un’eleganza unica, mi possano far vacillare!”, aggiunse prima di portare in camera sua il graditissimo dono che la costrinse a tirar fuori ogni abito dell’armadio per trovare il capo di vestiario da abbinare ad ogni borsa.



    Due ore dopo si tenne il funerale di Sanada e Kodai, uccisi per fermare il mostruoso Hide. Conclusa la cerimonia, che s’era svolta in facoltà, Shiho fu convocata dal preside, Juzo Kabuto. Entrata nell’ufficio, la dottoressa vi trovò anche il rettore, il professor Gennosuke Yumi.

    “Dottoressa Miyano, s’accomodi”, disse il professor Kabuto, “la scomparsa del professor Sanada è stata tragica ed improvvisa, ed ha sconvolto tutti noi. C’è ora da riorganizzare tutto il corso che Sanada teneva, ci sono gli esami da svolgere e le conferenze già programmate da tenere. Purtroppo con Sanada è anche morto il dottor Kodai, altro brillante membro della nostra facoltà, ma per fortuna, in tale tragedia, il destino ha fatto sì che lei, la nostra più promettente docente, si salvasse. Quindi io ed il rettore, avremmo deciso di renderla titolare della cattedra di chimica dell’università, se vorrà accettare”.

    “Io?”, domandò stupita Shiho, “ma non è possibile, sono la più giovane e sono appena arrivata, come potrei …”.

    “Prima che rifiuti”, s’intromise Yumi, “vorrei che sapesse questo. Quindici giorni fa, il professor Sanada è venuto da noi e ci ha chiesto, se gli fosse successo qualcosa, di assegnarle il suo incarico, era sicuro che lei sarebbe stata la persona più adatta. Ci ha anche consegnato questa lettera affinché la dessimo a lei se avesse opposto resistenze”.

    Kabuto estrasse una lettera sigillata dalla sua borsa e la diede a Miyano che la prese tremante. La giovane l’aprì:

    “Cara Shiho,
    ho cercato di risolvere il problema che s’è venuto a creare per colpa mia, e spero d’esserci riuscito, ma, se stai leggendo questa lettera, vuol dire che ho fallito miseramente, che sono morto e che hai scoperto il mio terribile segreto. Quando ho creato quel farmaco volevo migliorare l’umanità ma, come già il personaggio di Stevenson a cui mi sono ispirato, la situazione m’è sfuggita di mano. Ho compiuto cose orribili e devo pagare per ciò che ho fatto. Tu sei stata la luce di questi miei ultimi mesi ed ho trovato in te una docente estremamente preparata, pertanto ho chiesto al preside ed al rettore d’affidarti la cattedra al mio posto, sono sicuro che Susumu non ne avrà a male e certamente ti darà una mano. Non ti preoccupare per la tua giovane età, sei perfettamente in grado di reggere il peso che ti sto affidando, spero quindi che vorrai accettarlo in memoria di un idiota che, inseguendo un sogno da bambino, ha rovinato la sua vita e quella di molti altri.
    Con affetto,
    Shiro Sanada”.

    La giovane sentì le lacrime caderle dal volto e bagnare la carta che teneva in mano. I due professori si guardarono negli occhi perplessi, poi il preside attirò la sua attenzione. Shiho sollevò il capo e disse:

    “Accetto!”

    “Bene, professoressa Miyano, a partire da dopodomani, 11 Marzo 2011, anniversario di fondazione della nostra Università, lei sarà titolare della cattedra di chimica della nostra facoltà, congratulazioni!”

    La giovane s’alzò dalla sedia, strinse loro la mano, compì un profondo inchino ed uscì.



    “Diverrai titolare? Congratulazioni, amica mia!”

    “Grazie, Shinichi, fai le mie congratulazioni anche a Ran, ho sentito in radio che ha vinto il torneo, ne ero sicura!”

    “Sì, la sua avversaria non aveva scampo; te la passerei pure, così da poterle fare gli auguri di persona, ma per ora è persa dietro a suo padre che sta importunando le ragazze della squadra di karate. Ora, recuperato lo zietto, andremo a cena e domani partiremo per la gita con lo yatch, destinazione Fukushima, Miyagi e tutta quella zona incantevole, staremo via qualche giorno … sei sicura che tu non voglia venire?”

    “Sì, non ti preoccupare, dopo quello che è successo non me la sento di andare in giro, e poi Agasa vuol dare una festa per celebrare la mia promozione, poi dovrò comprare un abito per l’occasione, Fusae mi ha promesso di mostrarmi le sue ultime creazioni, avrò un mucchio di cose da sistemare, non pensare a me e divertitevi”.

    “Va bene, come vuoi tu, allora buonanotte!”

    “Anche a te, ciao!”

    Chiusa la comunicazione, Shiho Miyano si ritrovò ad osservare il cielo stellato di quella sera di Marzo e si accorse d’essere malinconica:

    “Sono una stupida, ho raggiunto un traguardo impensabile alla mia età, eppure … eppure … non sono felice! Mi sento sola e vuota! Ma come posso fare? Shinichi non sarà mai mio e prima me ne farò una ragione meglio sarà! Solo un miracolo potrebbe mutare questa situazione … ma i miracoli non avvengono tutti i giorni e di certo non per motivi così futili. Dovrei andare lontano da lui, ma non ne ho la forza. Vuol dire che mi accontenterò di restargli al fianco come amica, e vedrò cosa mi riserva il futuro”.


    FINE
     
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  11. EleMaggy
     
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    Quindi alla fine Shinichi e Shiho non si fidanzano?! Ci sarà un seguito? Dimmi di sì, ti prego!
    Però, se dopodomani sarà l'undici marzo, l'ultimo capitolo si è svolto il nove, Cioè il mio compleanno! Siiiii!!!
    Mi dispiace solo che sia finita, perché era davvero una storia avvincente!
     
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    In questo caso la storia si ferma qui. Questo perché è il prequel di Ombre dal passato, infatti si interrompe poco prima dell'11 Marzo 2011. Il seguito, come lo chiami tu, è già presente in Ombre dal passato (non aveva senso riscrivere ciò che appare lì). Se sei curiosa, vai a leggere, quella storia.

    #entry506393828

    Comunque sto pensando ad un'altra storia, ma che sarà scollegata da queste.
     
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  13. EleMaggy
     
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    User deleted


    Grazie, ci andrò sicuramente! sono troppo curiosa!
     
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    Che bel finale!! Anche perché sapendo cosa accade in Ombre dal passato, Shiho potrà finalmente stare con Shinichi quindi... Tutto è bene quel che finisce bene. Per la nuova styoria .... non vedo l'ora di leggerla!! :D
     
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    In effetti il finale ci avrebbe lasciato con l'amaro in bocca se non fossimo già a conoscenza di come la storia proseguirà :shifty:
    A dire il vero io credevo che il responsabile dei delitti fosse Susumu..che era cotto di Shiho si era capito e pensando non fosse in grado di sfogare questa ossessione se la prendeva con donne che in qualche modo la sostituissero......sbagliato su tutta la linea...XD
    E' stato bello vedere il tonno che inizia ad avere dubbi atroci sui suoi sentimenti e ammirare lo scenario che poi getta le basi per la splendida saga che conosciamo*.*
    In attesa della prossima storia annunciata grazie ancora una volta per le emozioni che queste tue "utopie" sanno regalarci ogni volta...per noi fan di questa meravigliosa coppia impossibile sognare è tutto<3 <3
     
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91 replies since 13/4/2014, 13:07   5669 views
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