Ossessione Mortale (racconto)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Pensionati
    Posts
    10,256

    Status
    Offline
    Ormai scusarsi per il ritardo nei commenti mi sembra superfluo.....T.T
    Comunque partiamo da Yukiko...stima enorme per questa donnaXD Fare una telefonata al figlio per una simile richiesta..XD (anche se poi ha detto cose giuste a Shiho :U.U: )
    Sulla richiesta di Shinichi invece......sorvoliamo........(sappiamo già come finirà :pff: )
    Sul caso non oso pronunciarmi..qualche idea ce l'ho ma non sono convinta :wacko:
    E la coppietta ha fatto pace...sorvolo anche su questoXD
    Però Shinichi che chiede a Shiho di fargli da complice senza rendersi conto della reazione di Ran vuol dire che è proprio tonnoXD
    Al prossimo (o riprossimo) capitolo**
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Pensionati
    Posts
    8,205
    Location
    Napoli

    Status
    Invisibile
    Anche io ho qualche idea, ma è un cavolo di casino :fifi: Il mio indiziato è Kodai!
    CITAZIONE (aihaibara84 @ 30/5/2014, 18:25) 
    Però Shinichi che chiede a Shiho di fargli da complice senza rendersi conto della reazione di Ran vuol dire che è proprio tonnoXD

    Concordo -.-"
    Della faccenda di Ran, l'unica cosa interessante è che parte, buon viaggio *ciao ciao*
    Riprendendo anche io discorso di Yukiko, che dire... Stima per quella donna impicciona! XD
    A presto!
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,516
    Location
    Sicilia

    Status
    Offline
    Capitolo 16

    Appostamento

    La villa di Sanada sorgeva all’estrema periferia nord di Beika. Seppure fosse a pochi minuti dal centro, la residenza era totalmente immersa nel verde e sembrava assolutamente isolata dal mondo. L’edificio era la classica struttura abitativa nipponica: un’ampia abitazione sorgeva dietro un alto ed austero muro di cinta che la separava dalla strada, numerosi giardini e giochi d’acqua allietavano coloro che vi vivevano, il palazzo era interamente in legno, del resto era stato costruito quattrocento anni prima, quando il clan Sanada s’era trasferito dalla natia Kyoto.

    A circa cinquecento metri dal portone si trovava uno spiazzo soprelevato che le coppiette usavano per incontrarsi in tranquillità e da cui si godeva della vista su Tokyo da un lato e sulla villa dall’altro. Qui s’appostarono Kudo e Ran in perlustrazione; l’investigatore chiuse il cellulare dopo aver letto il messaggio di Shiho che avvisava che Sanada non s’era visto il facoltà.

    “Ma allora dovremo stare fermi in questo posteggio tutto il tempo?”, chiese una karateka un po’ delusa al suo fidanzato che, con un binocolo scrutava oltre il muro perimetrale di casa Sanada.

    “Il lavoro di un detective è per tre quarti appostamenti noiosi, mia cara! Credevo che l’avessi capito in tutti questi anni”.

    “Scusa se sono stata ingenua!”, ribatté piccata la ragazza che gli mostrò la lingua e si voltò dall’altro lato.

    “Non volevo dire questo, mi dispiace, ma questo è lavoro. Non sono qui per divertirmi”.

    “Forse con qualcun’altra ti divertiresti di più!”

    “Ran!”, esclamò con un tono a metà tra l’offeso ed il rassegnato Shinichi. Era chiaro che l’ombra di Shiho aleggiasse sempre sulle loro teste, qualunque cosa facessero.

    “Scusa … scusa! Solo che … no … niente … lasciamo stare!”

    “Cosa c’è che non va?”, chiese il giovane posando il binocolo e guardando la giovane negli occhi. “Shiho non è neppure qui; sta lavorando, questo è un incarico come un altro. Ti potrei anche capire se avessi portato Miyano con me al tuo posto, avresti ogni diritto di offenderti. Ma Shiho non c’è, non s’è nemmeno proposta di assistermi, anzi ha chiesto a te di accompagnarmi. Che deve fare di più?”

    “Esatto! È stata lei a proporlo, non tu! Tu t’eri rivolto a lei!”

    Kudo non seppe come replicare. Rimase in silenzio e scoprì, per la prima volta, che Ran aveva ragione. Quando s’era ipotizzato di svolgere l’appostamento, subito, istintivamente, egli s’era rivolto a Shiho, non a Ran, che pure era lì al suo fianco. Perché? Che cosa voleva indicare?

    “Stavo scherzando! Sai bene che io e lei ci punzecchiamo da sempre! Come faccio con Sonoko da una vita!”, stava mentendo, ed anche lui sentiva la falsità di quelle scuse, non era quello il motivo, ma non capiva quale fosse (o, forse, non voleva capirlo).

    “Shinichi, guarda!”, Ran attirò l’attenzione del detective sul portone della villa che in quel momento si stava aprendo. Kudo prese il binocolo ed osservò … e lo vide!

    “Ecco il fantomatico signor Hide!”, affermò vedendo il tarchiato, taciturno ed inquietante ospite del professore. L’uomo osservò la cassetta delle lettere, vi trovò una missiva, l’aprì e la lesse avidamente, come se la sua vita dipendesse da essa. Quindi iniziò a farla a pezzi con ira e frustrazione, e poi rientrò portando con sé ciò che restava dell’epistola.

    “Che facciamo?”, domandò Mori.

    “Da qui non possiamo fare molto. Che Hide fosse in casa lo sapevamo già. Ma non si vede alcuna traccia del professore. Per quel che ne sappiamo potrebbe essere prigioniero in qualche stanza … oppure morto”.

    “Allora che proponi?”

    “Dobbiamo entrare ed indagare più attentamente. Tu te la senti? Potrebbe essere pericoloso!”

    “Ti sei dimenticato che sono una campionessa di karate?”

    “Il torneo non l’hai ancora vinto!”

    “Non stare sempre a puntualizzare! Antipatico!”

    “Allora … si va!”, e così dicendo accese il motore dell’auto ed in pochi attimi i due giunsero davanti alla villa.

    “Ma se ora bussiamo, che scusa ci inventiamo? Non ti dimenticare, inoltre, che a quanto pare Hide ti conosce”.

    “Ho già un piano. Diremo che siamo qui perché tu volevi conoscere il famoso professor Sanada, di cui ti ha tanto parlato la nostra amica Shiho. Dovendo andare a Gunma per un caso su cui devo indagare, abbiamo pensato di passare di qui e vedere se il professore ci poteva ricevere”.

    “Sei sicuro che funzionerà?”

    “Tu stai dietro di me e limitati ad annuire se necessario, andrà tutto bene”.

    Detto ciò scesero dalla macchina e, dopo averle preso la mano (cosa che fece emozionare Ran), Shinichi suonò il campanello. Ci volle qualche tempo prima che qualcuno aprisse, e quel qualcuno fu proprio il signor Hide.



    In quei minuti, una docente dai capelli ramati guardava con apprensione l’orologio appeso al muro del suo studio mentre restituiva i libretti firmati agli studenti che il giorno prima avevano sostenuto gli esami.

    Kodai era con lei e, tra un alunno e l’altro, spiava l’espressioni del viso della sua collega per capire cosa stesse pensando. La donna era tesa e molto assente, rispondeva appena alle domande dei ragazzi (che avrebbero tratto da ciò un altro motivo per accusarla di supponenza), non ci voleva un mago per intuire a cosa pensasse; ovviamente era preoccupata per Shinichi Kudo che era in missione su suo incarico.

    Il giovane assistente fu punto dall’invidia e dalla gelosia, avrebbe dato qualunque cosa per vederla così preoccupata per lui … invece Kudo, sempre Kudo, solo Kudo!

    “Non si preoccupi, professoressa, andrà tutto bene!”

    Shiho si destò dai suoi pensieri e scosse la testa; “di che cosa parli?”, domandò. Kodai sorrise: “Kudo non è uno sprovveduto, non si farà ridurre come me!”

    “Hai frainteso, non stavo pensando a lui; ma a quanto lavoro ci sia da fare oggi in facoltà!”

    Kodai si voltò e vide che la stanza era ormai deserta, non c’era più nessuno che dovesse ritirare il libretto e, salvo le solite cose di routine, non c’erano particolari attività da svolgere. Il giovane rise, amaramente: lei negava, ma negava la realtà, forse la negava pure a se stessa, ma lui aveva capito e questo lo gettava nella disperazione. Sospirò.

    “Vado a prendere un caffè! Gliene porto uno?”

    “Sì, ti ringrazio!”

    “Scuro e senza zucchero!”

    “Sei troppo efficiente, Susumu-kun, sei sprecato per questo posto!”

    Il giovane sorrise e, uscendo dalla stanza, pensò:

    “A me basta starti al fianco, Shiho-chan!”



    “E così, signorina, lei è un’ammiratrice del professor Sanada?”, stava domandando con sguardo inquisitorio l’inquietante signor Hide.

    “Sì … ecco … la mia amica Shiho ci parla sempre del suo mentore e così mi sono incuriosita ed ho pregato Shinichi di portarmi da lui”.

    L’uomo annuì con fare guardingo. Era certamente infastidito da quegli intrusi ed osservava ogni istante Kudo; anche se parlava con Ran i suoi occhi, torvi e maligni, osservavano il detective e quello che questi faceva.

    “Mi dispiace, ma il professore non sta bene e non può ricevere nessuno in questi giorni, tranne me che, come amico di lunga data, gli sto accanto e lo accudisco”.

    “Lei quindi sarebbe un medico?”, chiese il giovane investigatore.

    “In realtà sono un chimico, ma ovviamente mi intendo anche di medicina”.

    “E chirurgia?”

    “Non vedo come la cosa le possa interessare, giovanotto. … ora, se non avete altro da dirmi …”, e s’alzò per indicare loro la porta. La coppia si guardò negli occhi e decise d’andare via. Passando davanti al tavolino all’ingresso, Kudo notò i pezzi strappati della lettera che l’uomo aveva ritirato dalla cassetta e lesse parte dell’intestazione:

    “…oto Haruhiko&C. Chem…”.

    Hide notò la cosa e nascose velocemente i frammenti, quindi spinse, quasi buttò, fuori i due e chiuse la porta.
    “Che te ne pare?”, chiese Ran.

    “Ed a te?”

    “M’ha fatto rabbrividire, sembrava una belva sul punto d’azzannare; ad un tratto m’è sembrato quasi che stesse per aggredirci”.

    “L’ho notato anch’io”.

    “Che si fa?”

    “Tu devi essere a casa per le 19; che ne dici se passiamo la giornata insieme? Andiamo a rilassarci a Gunma, visto che siamo di strada”.

    La ragazza gli saltò addosso e lo baciò con trasporto.

    “Ti amo!”


    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    “Che significa? Perché questa chiamata? Sembra quasi … quasi … un addio”.
     
    .
  4. EleMaggy
     
    .

    User deleted


    Che carina Shiho preoccupata!!! E anche se tenta di negarlo lo sa pure lei che è innamorata del tonno!
    Evviva, tra poco ci libereremo dell'unicorno!!! :sghigno:
    Non vedo l'ora di sapere che cosa succederà durante la sua assenza. Credo che quando tornerà troverà una brutta sorpresa... :asd:
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,516
    Location
    Sicilia

    Status
    Offline
    Capitolo 17

    Le indagini continuano


    “Ma dove sei?”

    “A sciare!”

    “Come?”

    “Sono a Gunma, a sciare”.

    “Ma non dovevi andare da Sanada?”

    “L’ho fatto e poi siamo andati a sciare, torneremo nel pomeriggio, … mamma!”

    “Smettila di fare il cretino; ero preoccupata. Avevi detto che m’avresti informata appena finito il sopralluogo”.

    “Ehi, Watson, cos’è, non ti fidi dell’Holmes del XXI secolo?”

    “No! Se questi è un brufoloso presuntuoso!”

    “Molto carina, come sempre! Ad ogni modo, Sanada non l’abbiamo visto, c’era Hide che ci ha parlato per qualche minuto per poi buttarci fuori. Piuttosto … il nome …oto Haruhiko&C. Chem… ti dice qualcosa?”

    “Veramente no. Posso domandare a Susumu-kun appena rientrerà dal bar”.

    “Ok, passerò da te questa sera per spiegarti ogni cosa”.

    “Shinichi, che stai facendo? Vieni, tocca a noi prendere lo skilift “.

    “Ciao, ti devo lasciare, Ran mi chiama, a dopo doc.”.

    Chiuse la comunicazione, la professoressa rimase a guardare il monitor del suo cellulare e pensava:

    “Ha finito l’indagine ed è andato a sciare con la sua ragazza … che cosa m’aspettavo? Cosa credevo? È ovvio che vada con lei … sono una stupida illusa!”

    “Professoressa, ecco il caffè”.

    L’assistente entrò nella stanza con una tazza fumante e vide l’umore nero della collega.

    “Qualcosa non va?”

    “Nulla … nulla … senti, ti dice nulla il nome …oto Haruhiko&C. Chem…?”

    Il giovane rimase a riflettere per un po’. Poi disse:

    “Se non ricordo male, la Mikimoto Haruhiko&C. Chemical Industries dovrebbe essere una ditta che fornisce prodotti chimici alle università”.

    “Ma noi non ci serviamo da loro, se non sbaglio”.

    “No, noi usiamo la Matsumoto Leiji&S. Chemical Industries. E questo da molti anni ormai; perché?”

    Miyano scosse la chioma ramata:

    “Nulla d’importante, non ti preoccupare”.



    Quella sera, dopo aver riportato Ran a casa, Shinichi Kudo andò dalla sua vicina per raccontarle ogni cosa.

    “Così, Sanada sarebbe malato? Non ci credo; è ovvio che Hide lo tiene prigioniero”.

    “Lo penso anch’io, Shiho. Però non ci sono prove, in più …”.

    Il telefono della docente squillò e fermò la discussione.

    “Il cellulare del professor Sanada!”, commentò la giovane vedendo il numero sul display. Quindi mise il vivavoce e rispose:

    “Professore?”

    “Sì, Shiho, come va? Il mio amico Hide m’ha avvisato che è passato quel tuo amico, Kudo, a farmi visita con una ragazza che mi voleva conoscere. Purtroppo non sto bene e così non li ho potuti incontrare. Siccome mi dispiaceva, volevo scusarmi con loro, ma non ho il numero di telefono, così ho chiamato te. Potresti dire al tuo amico che sono spiacente per non averli potuti ricevere?”

    “Ma certo, si figuri. Non è un problema. Ma lei come sta?”

    “Eh, non troppo bene, un vecchio malanno che s’è ripresentato, ma mi sto curando. Per qualche giorno non potrò venire in facoltà. Ho già avvisato il preside, affido tutto a te”.

    “Ma chi si prende cura di lei?”

    “Il mio amico, Hide, è un valente dottore, sono nelle sue ottime mani, non preoccuparti. Ti devo lasciare. Salutami Susumu”.

    Chiuse la comunicazione. La giovane rimase interdetta.

    “Ma che significa?”, domandò più a se stessa che all’amico al suo fianco.

    “Shiho?”

    “Che significa? Perché questa chiamata? Sembra quasi … quasi … un addio”.

    “Cosa te lo fa pensare? Ha solo detto che sta male e tornerà a breve!”

    “Conosco il professore da abbastanza tempo per capire i suoi pensieri. Quello era un addio, teme di non poter più tornare”. Le lacrime iniziavano a bagnarle gli occhi.

    “Dai, non piangere, su!”

    “Non riesco a smettere, non riesco a smettere!”

    Iniziò a piangere a dirotto, Shinichi s’alzò dal divano e le andò accanto.

    “Ehi, ehi, che fine ha fatto la forte donna in nero che mi punzecchia? È andata in vacanza e m’ha lasciato la gemella piagnucolona? Su, non fare così! Vedrai che lo salveremo! Piuttosto, hai parlato con il tuo Susumu-kun per quel nome sull’intestazione?”

    “Non è il mio Susumu-kun e … sì, gli ho parlato. Dice che si tratta della Mikimoto Haruhiko&C. Chemical Industries, una società che rifornisce diverse facoltà di chimica di prodotti necessari agli esperimenti”.

    “Non è il vostro solito fornitore?”

    “No, noi ne abbiamo un altro”.

    “Capisco. … Aspetta un momento; tu … sei una donna!”

    Shiho spalancò gli occhi, ancora umidi, e rimase incredula.

    “Perché non si vede? Cosa credi che sia, un uomo?”

    “Oh, non è quello che intendo, e dopo quanto visto in bagno non potrei mai pensarlo”.

    Lo sguardo feroce della ragazza gli fece cambiare discorso.

    “Volevo dire che, in quanto donna, potevi essermi d’aiuto. Una delle vittime, la seconda, aveva sulle labbra uno strano odore, una fragranza. Magari è un qualche tipo di profumo che tu, donna sempre alla moda, potresti riconoscere”.

    “La seconda vittima? E le altre?”

    “Nella prima non l’ho notato e quando ho chiesto alla scientifica non hanno trovato nulla, magari è evaporato. La terza era a mollo nel fiume, non troveremmo nulla. Comunque la fragranza conteneva vino, zafferano, cannella e chiodi di garofano”.

    Miyano si concentrò meditando profondamente. Dopo qualche istante scosse la testa.

    “Non mi sembra che ci sia un profumo o un balsamo femminile con questi ingredienti”.

    “E se non fosse un profumo?”

    “In quel caso … se ci fosse anche dell’oppio … potrebbe essere del laudano”.

    “Laudano? Ma non è un tipo di narcotico?”

    “Sì, con effetti simili agli oppiacei, del resto è basato proprio sull’oppio. In passato era usato anche come analgesico, ma i troppi principi attivi che contiene, oltre alla morfina, lo rendono molto pericoloso. Un tempo il suo uso fece nascere i primi casi di morfinomani, veri e propri tossicodipendenti. Come il tuo caro Holmes. Può essere usato solo dietro ferrea prescrizione medica”.

    “Ma un buon chimico potrebbe fornirselo senza problemi e crearlo in casa!”

    “Certo, inoltre nel 1929 la farmacopea italiana ne semplificò la preparazione”.

    Così dicendo la donna si recò ad uno scaffale e prese uno dei suoi testi di chimica, lo aprì ad una precisa pagina e lesse:

    “La Farmacopea italiana (1929) semplifica la preparazione che consta di oppio p. 15, alcool a 60° p. 70, zafferano p. 5, cannella e garofani p.1, acqua 70. Il laudano ha le proprietà dell'oppio da cui è formato: si somministra a gocce (15-20 per volta) e pro die alla dose massima di 5 grammi”.

    Chiuse il volume ed osservò il suo amico che stava meditando.

    “Il serial killer che inseguiamo ha sgozzato le sue vittime per non farle urlare, prima di mutilarle, ma non capivamo come avesse fatto ad immobilizzarle. Ecco svelato il mistero, ha usato il laudano”.

    “Ma è un sistema non molto comune, ci sono mille anestetici più facili da reperire”.

    “Eppure ho sentito quell’odore sulla vittima, ne sono sicuro. Devo andare da Megure, ora che sappiamo cosa cercare, magari troveremo qualche traccia anche sulla prima vittima”.

    Infilò il giubbotto e scappò via lasciando Miyano pensierosa sull’uscio.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:

    “Professore Agasa! Come sta? Quando torna?”
     
    .
  6. EleMaggy
     
    .

    User deleted


    Povera Shiho :( ! Shinichi, se la fai soffrire ancora... :knf: :knf: :knf: ! Prima vai a sciare con l'unicorno (merita di essere chiamata così), poi "il TUO Susumu-kun"! Ma come ti permetti! No no :nono: , non si fa...
    Comunque, per quanto riguarda il caso, Hide è un medico (forse) e lo è anche Sanada, tenuto prigioniero(?) da lui. Quindi poteva benissimo ottenere il laudano. Secondo me è tutta opera sua!
    Almeno grazie alla telefonata sappiamo che Sanada è vivo...
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,516
    Location
    Sicilia

    Status
    Offline
    Eccezionalmente, e senza preavviso, posto oggi l'aggiornamento, domani sarò impegnato. Le indagini proseguono, noi ci risentiamo mercoledì.


    Capitolo 18

    Sorprese

    “Allora buon viaggio, piccolina del papà”.

    “Ma insomma, papà, non fare così. Vado per un torneo di karate non in guerra, tornerò al massimo in qualche settimana”.

    “La mia piccola parte, non posso non piangere!”

    E dicendo così il famoso detective in trance iniziò a versare copiose lacrime attirando l’attenzione di tutti e facendo vergognare la moglie e la figlia presenti alla stazione.

    “Ciao, amore mio, torna vincitrice e poi festeggeremo!”

    “Ciao, Shinichi, a presto!”

    I due giovani si diedero un lungo bacio, mentre Kogoro iniziava a sbraitare fin quando sua moglie non lo zittì. Dopo aver così salutato anche Eri e Sonoko, Ran lasciò Beika per il torneo di arti marziali femminili.



    Kudo stava risalendo in auto quando arrivò una chiamata di Megure: era stata trovata una nuova vittima. Il giovane si diresse al parco di Haido.

    “Akira Yamamoto, 23 anni, commessa in un negozio d’abbigliamento, detta Rei dagli amici. Stesso modus operandi degli altri casi; è il nostro serial killer”. Spiegò Megure.

    “Era rimasto inattivo per qualche giorno, speravo avesse smesso”, mormorò Chiba.

    “Ehi, Kudo, non hai nessuna idea?”, chiese l’ispettore preoccupato, “la stampa ci sta massacrando, hai letto i giornali? Dicono che sia apparso Jack lo Squartatore e che noi non facciamo nulla. Il questore è furente!”

    “Jack lo Squartatore? Sì, gli somiglia, per certi aspetti”.

    “E che facciamo?”, domandò Takagi.

    “Lo arresteremo!”, disse Shinichi, “quando sapremo chi è”. Poi il giovane s’avvicinò al volto della defunta e sentì l’odore.

    “Laudano, anche qui”. Si alzò in piedi e guardò le proprie scarpe. La sua mente iniziò a lavorare a pieno regime per richiamare alla memoria le informazioni che aveva immagazzinato e che non aveva ancora compreso del tutto. C’erano dettagli che gli ronzavano senza sosta in testa ma che non riusciva ancora a mettere a fuoco e molti di questi interessavano l’enigmatico signor Hide. S’allontanò: “devo fare una chiamata!”



    “Allora, Susumu-kun, dov’è quella bozza della ricerca che il professore stava portando avanti? M’aveva chiesto di darci un’occhiata ma con gli esami non ne ho avuto il tempo!”

    “Era qui, l’altro giorno … che strano … non la vedo”.

    “Poco male, nel pc del professore ce ne dovrebbe essere una versione informatica, potresti controllare e magari stamparla?”

    “Subito!”, e così dicendo il servizievole giovane andò nell’ufficio del suo capo.

    Intanto il telefono di Shiho iniziò a trillare:

    “Professore Agasa! Come sta? Quando torna?”

    “Tutto bene, Shiho cara, tutto benissimo. Il convegno è finito ma … ecco … vorrei prolungare la mia permanenza qui. La località è bellissima e vorrei prendermi un po’ di vacanze”.

    “Va bene, non c’è problema, io …”.

    “Hiroshi, tesoro, vieni. L’idromassaggio è pronto!”

    “Ma non è la voce di Fusae?”

    “Eh? Oh, ecco … ecco … come dire … la linea non si sente troppo bene … ci sono interferenze … devo …”.

    La comunicazione s’interruppe all’improvviso. Shiho rimase sbalordita e divertita:

    “E quello cos’era? La versione comica di un disturbo telefonico?”

    La professoressa stava ancora ridendo quando arrivò una seconda chiamata.

    “Oh, Shinichi, sei tu? Se ti dicessi con chi si trova ora Agasa non ci crederesti!”

    “Con Fusae!”

    “E come cavolo lo sai?”

    “Perché ho visto che la signora in questione è in vacanza nella stessa località sciistica dov’è andato il prof. E se vogliamo dirla tutta, non c’è alcun convegno di scienziati in quel posto ed in questo periodo!”

    “E tu l’hai sempre saputo?”

    “Sì”.

    “E quando me lo avresti detto?”

    “Quando me l’avessi chiesto!”

    “Va bene, finiamola qui o mi infurio. Dimmi cosa ti serve”.

    “Se non è di troppo disturbo dovresti contattare la Mikimoto Haruhiko&C. Chemical Industries e chiedere se hanno inviato al signor Hide una fornitura di laudano in questo periodo”.

    “Perché? Credi che sia lui il nostro serial killer?”

    “Mi è venuta questa idea in testa e non riesco a togliermela, quindi se ti informassi te ne sarei grato”.

    “Ok, ti farò sapere al più presto”.



    Trascorse qualche minuto poi, mentre Shiho era in linea con l’industria chimica, rientrò Kodai con i documenti richiesti ed una strana espressione in volto.

    “Oh, Susumu-kun, hai portato gli appunti? Molto bene, lasciali sul tavolo … ma che hai, sembri strano!”

    “Eh? … Sì, non mi sento bene”.

    “Vuoi andare a casa? Sembri pallido!”

    “Sì … sarebbe meglio … se non le dispiace rimanere sola”.

    “Allora ci vediamo domani, riposati”.

    Il giovane uscì dall’ufficio, Miyano iniziò a parlare con la segretaria della Mikimoto Haruhiko&C. Chemical Industries.

    “Buon giorno, signorina, sono l’assistente del professor Sanada, del dipartimento di chimica dell’Università di Tokyo”.

    “Dottoressa, come abbiamo già scritto al professore, siamo spiacenti, ma quegli ingredienti che gli abbiamo inviato sono i più puri che siamo stati in grado di creare, non crediamo, in tutta sincerità, che ne esistano di migliori al mondo. Se il professore non è rimasto soddisfatto può sempre rivolgersi altrove, ed è anche inutile che ci faccia minacciare da quel losco figuro”.

    Shiho rimase perplessa, non avendo idea di cosa la donna stesse dicendo, ma si fece forza:

    “Losco figuro?”

    “Sì, un certo … Hide, ha detto d’essere un collaboratore del professore”.

    “Quando l’ha visto?”

    “Visto? Buon Dio, no! M’è bastata la sua voce al telefono, un paio di giorni fa”.

    “Sì, ora ricordo, mi scuso per lui, è un po’ brusco. Il professore m’ha chiesto di controllare con lei che abbiate mandato tutto quello che è stato promesso, se fosse così gentile da ripetermi gli ingredienti e le quantità potrei fare un controllo con l’elenco che ho qui davanti”.

    “Sì, un secondo che richiamo la scheda sul computer”.

    Dopo poco la signorina iniziò a leggere una serie infinita di prodotti chimici e le relative quantità, che Miyano appuntò sul suo taccuino. Quindi la giovane chiuse la comunicazione e contattò Kudo; dopo un breve discorso i due decisero che si sarebbero visti in serata per parlare di tutto.



    Il resto della mattinata trascorse così. Alle 16.00 Shiho doveva tenere una lezione quindi, chiuso l’ufficio, si diresse verso l’aula 27 del dipartimento. Diversi alunni erano già seduti ai loro posti, altri stavano bevendo un caffè in corridoio, altri chiacchieravano tra loro o ripassavano gli appunti.

    Una delle studentesse, la migliore del corso, le si avvicinò:

    “Professoressa, sarà lei a tenere la lezione? Non doveva esserci il professor Sanada?”

    “No, il professore non sta bene, sarò io. Andate dentro che tra poco iniziamo”.

    La giovane, Yuria Misaki, rimase perplessa e ferma davanti alla porta. Shiho non capiva il suo atteggiamento: oltre ad essere la prima della classe, la giovane, 19 anni, era molto timida e riservata e, sebbene vi fossero diversi sui colleghi che agivano in modo arrogante con Miyano (facendole ripetere più volte un ordine o facendo finta di non averla sentita), Yuria non era tra questi. Anzi, era la più rispettosa e la più studiosa, tanto che alcuni dicevano fosse la preferita e la protetta della zarina. C’era un altro elemento che rendeva la giovane interessante agli occhi della docente: Yuria Misaki sembrava la sua gemella, per costituzione fisica e, soprattutto, per i capelli (un incredibile caschetto di boccoli ramati, infatti, le incorniciava il volto); solo il carattere era differente.

    Che una tale ragazza rimanesse impalata davanti alla porta lasciò la professoressa interdetta.

    “Allora, che c’è?”, domandò Shiho abbozzando un sorriso. Yuria divenne tutta rossa e distolse lo sguardo dagli occhi della sua insegnante.

    “Ecco … il fatto è … che il professore Sanada è appena entrato in aula”.

    Questa volta fu il turno di Miyano rimanere basita, superò la soglia e gettò uno sguardo verso la cattedra, vide il suo mentore che stava cancellando vecchie formule sulla lavagna mentre alcuni ragazzi gli chiedevano delucidazioni in merito al programma.


    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    “Vieni di là, preparo qualcosa e mangiamo in casa, poi discuteremo del caso”.
     
    .
  8. EleMaggy
     
    .

    User deleted


    E l'unicorno è partitooo!!!!!!!!!!
    Scherzi a parte, il prof Sanada è ritornato? Non ci capisco più nulla! Ma Hide non lo teneva prigioniero? E non era lui il serial killer? :huh: :blink: Spero che nei prossimi capitoli si capisca un po' di più di tutta questa faccenda!
    Comunque bel capitolo!
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,516
    Location
    Sicilia

    Status
    Offline
    Capitolo 19

    Ritorno alla normalità

    Shiho non perse tempo e, incurante di ogni mormorio, corse dentro fino a raggiungere Sanada. L’uomo la vide e le sorrise dolcemente, come faceva sempre.

    La ragazza l’abbracciò, mentre alcune lacrime le rigavano il viso. La classe iniziò a rumoreggiare, mentre alcuni alunni scattavano foto con i telefonini ed altri inviavano sms alla velocità della luce, la notizia era troppo ghiotta: la zarina in effusioni pubbliche con lo shogun. Il fatto fece il giro della facoltà prima ancora che Sanada riuscisse a prendere la sua assistente ed a portarla via.

    I due si spostarono in un corridoio poco frequentato.

    “Shiho, cos’hai? Non hai mai pianto finora!”

    “Io … io … mi scusi … sono stata sciocca … ora tutti diranno …”.

    “Lascia perdere i pettegolezzi, noi non abbiamo nulla da nascondere. Ma mi vuoi spiegare?”

    La ragazza gli raccontò di quanto era accaduto a Susumu, dell’aggressione da parte di Hide, dei loro sospetti, delle firme strane sui documenti, della sua telefonata d’addio della sera precedente. Sanada ascoltò tutto ed alla fine scoppiò a ridere:

    “Ah, ah, ah! Tu e Susumu correte troppo con la fantasia. Avevo la mano intorpidita, per questo la firma è venuta male. Hide è un po’ collerico ma non è cattivo. Quella sera era di pessimo umore ed aveva bevuto, per questo ha aggredito Susumu; ha il brutto vizio di diventare un po’ violento se è brillo, ma per il resto è apposto”.

    “Un po’ violento? Susumu-kun sembrava massacrato, gli ho curato io le ferite, non era una cosa superficiale”.

    “Mi scuserò di persona con lui, appena lo vedrò. Ma dov’è?”

    “L’ho mandato a casa, non stava bene”.

    “Allora poi ne riparleremo. Per il resto ti posso garantire questo: io sto bene e per quanto riguarda Hide è partito questa mattina, per non tornare più. Da oggi tutto riprenderà com’era prima. Ora, che ne dici di andare a lavorare? O quei delinquenti inizieranno a spettegolare ancora di più. Certo, se poi evitassi d’abbracciarmi in pubblico!”

    Fu una delle rare volte in cui Shiho Miyano rimase senza sapere cosa dire e divenne totalmente rossa, Shinichi avrebbe pagato per essere presente a quell’evento. I due rientrarono in aula e tennero la prevista lezione.



    Alle 18 i due docenti lasciarono la facoltà e si diressero al parcheggio.

    “Shiho, scusa, che ne dici di andare a cena? È da tanto che non esco la sera”.

    “Ecco, … la ringrazio ma … in verità ho un altro appuntamento”.

    “Con il tuo ragazzo?”

    “No … no … con Shinichi, lo conosce … è venuto da lei con la sua fidanzata l’altro giorno”.

    “Ah, sì, Kudo … il detective. E cosa devi fare con un ragazzo fidanzato con una giovane così graziosa … con quel ciuffo ribelle che le adorna deliziosamente il capo?”

    “Beh, deve chiedermi consiglio, lo sto aiutando nei casi del serial killer che sta terrorizzando la città. Sa che è morta anche una delle alunne della facoltà?”

    “Sì … mi pare d’aver letto qualcosa. Allora, vuoi un passaggio?”

    “No preferisco fare due passi, la metro è qui vicina”.

    “Bene, buona cena, ci vediamo domani”.

    I due si separarono e Shiho si diresse alla stazione. Era felice che il suo mentore fosse tornato a lavoro, non vedeva l’ora di vedere la faccia di Susumu-kun quando l’avesse visto l’indomani; eppure … eppure … era strano. Quel suo intromettersi nel suo rapporto con Shinichi; non l’aveva mai fatto prima. Che significava: “cosa devi fare con un ragazzo fidanzato”? Che cosa voleva insinuare? Ci mancava solo lui a far battute idiote. C’era qualcosa in quel discorso che la disturbava, ma non riusciva a capire cosa fosse.



    Alle 19:30 il campanello di Agasa suonò e la giovane insegnante aprì per accogliere il suo vicino ed amico. Kudo era sempre lo stesso: bello, sicuro di sé, vestito in modo sportivo ma non trasandato, occhi penetranti e sguardo da sbruffone.

    Sebbene avesse trascorso la mattinata tra i cadaveri e gli orrori sembrava fresco e riposato.

    “Allora, che si fa?”, chiese il giovane.

    “Che intendi?”

    “Io non ho pranzato, ho preso solo un panino con Megure, ed ho una fame da lupi. Andiamo a cena e nel frattempo discutiamo del caso?”

    “Mi sta invitando fuori, signor detective? Come, la sua fidanzata è via da nemmeno un giorno e già porta a cena altre donne?”

    “Io porto a cena te! La moglie di Watson era felice che il marito andasse in giro con Holmes!”

    “Sì, ma il problema è la fidanzata di Holmes!”

    “Ti ci metti pure tu?”

    “Non dovresti invitare altre donne, dal momento che hai la ragazza. La gente è maligna e sparla!”

    “Ma sto uscendo con te, non con altre donne. L’abbiamo sempre fatto!”

    “Ma così Ran soffre; credi che non lo veda?”

    “Ma perché hai preso questo discorso? Ho solo detto d’aver fame!”

    “Sei superficiale, e questo mi fa incavolare!”

    “In che senso?”

    “Ecco, proprio in questo senso. Sei un grande investigatore, ma di donne non capisci nulla!”

    “Perché stiamo litigando?”

    Solo a questo punto Shiho comprese d’aver ecceduto. Aveva fatto la solita battuta pungente, ma la situazione l’era sfuggita di mano. Un tempo era più brava nel nascondere i propri sentimenti e se non fosse stato che Kudo era geneticamente inetto in questioni di cuore, a quest’ora la famosa docente si sarebbe trovata nei guai.

    “Ti sto prendendo in giro!”, disse con il solito tono canzonatorio che sfoderava spesso, mentre incrociava le braccia al petto e lo guardava con occhi birbanti. “Quando riuscirai a tenermi testa?”

    “Ma certo che sei proprio str…”. Lo sguardo di lei gli fece morire l’imprecazione in bocca. “Io ho comunque fame, che si fa?”

    “Vieni di là, preparo qualcosa e mangiamo in casa, poi discuteremo del caso”.

    “Allora, che ne dici, apro una bottiglia di vino?”

    “Buona idea, prendine uno rosso, sai dove il professore tiene la sua riserva”.

    La cenetta casalinga venne particolarmente bene. Seppure Shiho si schermisse sostenendo di non aver fatto nulla di speciale, in realtà, nonostante il poco tempo impiegato, s’era impegnata come se da quel pasto dipendesse la sua vita … o la sua felicità. Shinichi si riversò sulla sedia sazio e satollo e, finendo di vuotare la seconda bottiglia di Merlot, commentò:

    “Per la miseria, quant’ho mangiato! Non pensavo che fossi a questi livelli, dovresti condurre un programma culinario, se più brava della madre di Ran”.

    “Esagerato! Ho visto come cucina Eri, non sono come lei, e poi … era una cenetta fatta in due minuti, alla buona”.

    “Se non come lei, di sicuro eguagli, forse superi, Ran”.

    Miyano si vergognò di se stessa, ma il suo cuore balzò al sentire quel complimento che la ripagava di ogni amarezza.

    “Allora, vogliamo parlare del caso?”

    “Intanto ti do una notizia sconvolgente, il professor Sanada è tornato a lezione oggi ed ha detto che Hide è partito per non tornare più. Se è il tuo sospetto, l’hai perso”.

    Shinichi si accomodò sul divano finendo di sorseggiare l’ultimo bicchiere di vino rimasto ed iniziò a prestar molta attenzione. Shiho cominciò a riferire quanto dettole dall’industria chimica:

    “I prodotti sono strani, non li abbiamo mai usati e non servono per il laudano. La ditta sostiene che Sanada si fosse lamentato della loro impurità, ma nega che ne esistano di più puri. Io personalmente non so a cosa servano … e non riesco a capirlo. E poi: perché non rivolgersi ai nostri usuali fornitori?”

    “Ci sono varie cose che non quadrano. Il serial killer usa il laudano per stordire le sue vittime, un prodotto difficile da procurarsi, tranne che non si è un chimico, in quel caso te lo produci in casa. Del resto Sanada s’è rivolto ad una ditta diversa dalla solita ed anche Hide ha avuto contatti con essa”.

    “Tutto troppo indiziario, troppo fumoso”, valutò Shiho.

    “Già; un rompicapo di cui mi sfuggono troppi particolari”, concluse l’amico stiracchiandosi.



    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    Shiho fu presa alla sprovvista e rimase incerta mentre i loro occhi si incrociavano.
     
    .
  10. EleMaggy
     
    .

    User deleted


    Uuuuuhhhhh! Il tonno dice che la Dea è più brava della sua ragazza! Neanche 24 ore e te ne sei già dimenticato! No no, non si fa :nono: :asd: ! Comunque questo va a vantaggio della nostra Shiho :shifty: !
    Per quanto riguarda il caso... ci capisco sempre di meno. Il professor Sanada non me la racconta giusta... che sia lui il serial killer? Così si spiegherebbe perchè ha fatto a Shiho questa domanda:
    CITAZIONE
    E cosa devi fare con un ragazzo fidanzato con una giovane così graziosa […] ?

    Non so proprio cosa pensare... :huh:
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,516
    Location
    Sicilia

    Status
    Offline
    Fa i complimenti per la cucina? Aspetta di leggere il prossimo capitolo!
     
    .
  12. EleMaggy
     
    .

    User deleted


    Cosa farà il nostro tonno questa volta? Sono curiosa!!!
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,516
    Location
    Sicilia

    Status
    Offline
    Eccoci al nuovo appuntamento. Questa volta mancherà poco che la nostra Ran non collezioni un altro tipo di corna sulla testa, ma il vostro autore veglia su tutti i suoi personaggi.

    Capitolo 20

    Tentazioni

    Mentre i due discutevano iniziò a piovere, sempre più forte, ma i giovani non si preoccuparono, rimasero sul divano a parlare, analizzare e studiare. Sebbene Shiho avesse proposto di preparare alcuni caffè, Kudo pensò bene di stappare lo sherry che Agasa aveva comprato a Londra a conclusione del difficile caso che aveva visto coinvolta la famosa tennista Minerva Glass; i due amici proseguirono il lavoro sorseggiando quel vino liquoroso dal nome tanto evocativo per loro. La serata volò via.

    “Abbiamo ricontrollato tutto. Non ci sono prove che quell’Hide sia il killer, eppure è sospetto. C’è qualcosa che non mi convince … non ricordo. Quando sono stato da lui devo aver visto qualcosa, ma il mio cervello, che pure ha immagazzinato l’informazione, non l’ha elaborata, e questo mi lascia un senso di incompletezza”.

    “Che tu stia diventando vecchio?”, scherzò la donna, “o forse ubriaco!”

    “Senti tu, sappi che Shinichi Kudo non invecchia mai e regge benissimo l’alcol!”, e così dicendo l’afferrò per le spalle e l’avvicinò a sé.

    Shiho fu presa alla sprovvista e rimase incerta mentre i loro occhi si incrociavano. Il rumore della pioggia cadeva armonico sul tetto, ma in casa non si sentiva nulla, tranne il battito accelerato dei loro cuori ed il loro respiro affannoso che profumava di vino. Miyano sentiva le vene delle tempie che le pulsavano all’impazzata, non riusciva ad essere lucida, sentiva le gote infiammate (era il troppo vino o la situazione?), sapeva, percepiva che stava perdendo il suo famoso autocontrollo, forse era lei quella ubriaca, doveva mettere distanza tra loro due, doveva … ma … lo voleva? Se avesse ceduto al suo istinto, per una volta, per una sola volta, cosa ci sarebbe stato di male? Sembra un ragionamento lungo, invece accadde tutto in pochi attimi; decise d’arrendersi, che andasse come doveva, avrebbe pensato alle conseguenze in seguito. Smise d’opporre la leggera resistenza all’abbraccio dell’amico e continuò ad avvicinarsi al suo petto, alle sue … labbra. Forse era il vino che avevano bevuto, o la situazione, o la sua speranza, ma le sembrava che anche lui si stesse avvicinando. Oh, Dio, cosa stavano facendo?

    Spalancò gli occhi e si fermò; in quel momento il cellulare di Shinichi iniziò a suonare senza sosta, incurante dell’atmosfera che aveva spezzato, del silenzio che aveva spazzato via. Kudo la lasciò e rispose:

    “Amore, ciao! Andato bene il viaggio? Sì … sono contento … no, ho finito di cenare e stavo lavorando al caso. No, no, … solo … sono assolutamente solo. Con chi dovrei essere?”

    Mentre l’amico ciarlava al telefono, Shiho si sentiva malissimo, si vergognava di se stessa e sentire Kudo che mentiva sfacciatamente alla sua ragazza la faceva stare ancora peggio. S’alzò dal divano e si diresse in cucina per farsi un caffè, nero e fortissimo. Dopo qualche minuto fu raggiunta dall’amico.

    “Finita la telefonata?”

    “Sì, le ho augurato la buona notte. Shiho … poco fa … noi …”.

    “Dev’essere stato il vino, non ci sono dubbi. Poi sono stanca, è stata una giornata intensa e carica d’emozioni. Sarebbe il caso che andassi via, sono già le undici. Domani devo alzarmi presto e c’è ancora la cucina da sistemare”.

    “Ti do una mano!”

    “No … no … vai a casa … è meglio. T’accompagno alla porta”.

    Kudo andò via, Miyano richiuse il portone d’ingresso e rimase lì, ferma, appoggiata al battente; lacrime iniziarono a scenderle sul viso fino a bagnarle il collo.

    “Stupida, stupida, stupida! Che cosa stavo combinando? Cosa credevo di fare? Ran è una brava ragazza ed io … la ripago così? Credevo d’essere migliore di Vermouth, ma sono esattamente come lei!”

    Amareggiata per quel che era accaduto, la docente dai capelli ramati andò a dormire.



    I giorni seguenti trascorsero senza intoppi. Sanada aveva ripreso il suo posto in facoltà, Kodai era tornato in forma, il serial killer aveva smesso di mietere vittime, l’opinione pubblica s’interrogava. Che quest’emulo di Jack lo Squartatore avesse, come il suo antenato, massacrato delle povere ragazze per poi sparire nella notte? Eppure Jack aveva commesso cinque delitti, qui c’erano quattro corpi, ma la polizia brancolava nel buio e con lei, incredibile a dirsi, anche l’infallibile detective dell’Est. Solo una cosa allietava la frustrazione di Shinichi Kudo, le notizie provenienti dal campionato femminile di karate dove la sua ragazza si stava facendo strada verso la finale.

    Trascorsero così quindici giorni, a breve, se non ci fossero stati intoppi, Ran avrebbe disputato la semifinale. Il suo ragazzo, triste ed abbattuto, si presentò un pomeriggio in facoltà dalla sua amica. Non si vedevano da quella sera in cui uno squillo del telefono aveva impedito loro di distruggere le vite di tre persone, la vergogna per quello che stavano per fare li aveva, per una volta, tenuti separati (ed era la prima volta che accadeva da quando si conoscevano). Bussò ed entrò nell’ufficio:

    “Ehilà, straniero, nulla di nuovo a Baker Street?”, domandò una rilassata Miyano che sembrava aver dimenticato lo spiacevole incidente, … o quanto meno faceva finta.

    “Niente di niente. Il serial killer è sparito senza lasciare traccia. Siamo disperati”, rispose l’amico rinfrancato dal tono colloquiale usato dalla docente, era chiaro che aveva deciso di mettere una pietra sopra quella faccenda.

    “Cosa sei venuto a fare qui? Cerchi un nuovo lavoro? Se ti va bene, ci serve un nuovo custode notturno, posso parlare con l’ufficio personale, forse, e dico forse, potrebbero darti un posto, ammesso che, ovviamente, tu risulti qualificato!”

    “Molto, molto divertente. Sei uno spasso! Ecco perché i tuoi alunni di amano”.

    “Mi adorano, se è per questo”.

    “Comunque sia, ti informo che da oggi sono un detective abilitato; è appena arrivata la licenza!”

    “Congratulazioni, Shinichi!!”

    In quell’istante bussarono alla porta ed apparve la giovane Misaki, Shinichi rimase sbalordito nel vederla, pareva Shiho. La docente fece le presentazioni, la studentessa divenne tutta rossa e quasi non respirava all’idea di conoscere l’affascinante detective, di cui ella era grande ammiratrice.

    “Ho tutti gli articoli sui suoi casi conservati in camera; sto studiando chimica per poter entrare nella polizia scientifica ed il suo lavoro mi è di sprono”, disse la giovane.

    Shinichi gonfiò il petto come un pavone.

    “Il suo aiuto sarà di sicuro di grande supporto alle forze dell’ordine, non vedo l’ora di lavorare al suo fianco!”

    Misaki smise in pratica di respirare, effettuò un profondissimo inchino e scappò via.

    Kudo si voltò verso l’amica:

    “Fisicamente ti assomiglia, ma ha un carattere molto, molto superiore al tuo”.

    “Davvero?”

    “Sì … è … come dire … meno acida”.

    “Scusami se sono acida”.

    “Ma cosa voleva?”

    “Non lo so, è scappata via prima di chiedermi qualcosa”.

    Kudo sbirciò in corridoio e vide Sanada che parlava con Yuria.

    “Ci sta pensando il tuo mentore a dissipare i dubbi di quella giovane mente. A proposito, parlando d’altro, … sono quindici giorni che non ci vediamo, … da quella sera …”, e così dicendo iniziò a grattarsi in naso con fare impacciato, non era per nulla semplice riallacciare un rapporto dopo una cosa del genere, di sicuro era più complicato di quanto se lo fosse immaginato mentre faceva le prove davanti allo specchio del bagno di casa sua.

    “Shinichi …”, cerco di ribattere lei con tono imbarazzato.

    “No, aspetta, fammi parlare. È chiaro che il troppo vino ci ha fatto agire come due stupidi e che stavano per distruggere la nostra vita, ma ci siamo fermati in tempo. Non penso però che, per uno stupido errore, dovremmo smettere di frequentarci o d’essere amici. Io ci tengo a te, sei la mia Watson, quindi, dal momento che, per festeggiare la mia abilitazione, Megure m’ha dato due biglietti per l’inaugurazione del nuovo auditorium del maestro Domoto, appena restaurato dopo il furioso incendio di due anni fa, io avrei una proposta. Sì, insomma … mi accompagni? È questa sera”.

    “Che danno?”

    “Ci sarà il concerto della famosa soprano Reiko Akiba, suppongo che tu la ricordi”.

    “Sì, naturalmente. Speriamo solo che un pazzo non metta di nuovo delle bombe! Ok, ti faccio compagnia … almeno mi assicurerò che non russerai!”

    “Ecco … è proprio questa la differenza con la tua gemella! Allora passo alle otto e mezzo, mi raccomando: tieniti lontana dal vino e mettiti in ghingheri!! Però non usare il tuo solito profumo, mi manda in confusione e poi … finisce come l’altra sera!”, mentre diceva ciò il detective si grattava ancora la punta del naso.

    L’amica rimase perplessa, poi commentò:

    “Holmes non ha mai parlato così a Watson!”

    “Non aveva un Watson come te!”, un momento di silenzio imbarazzato calò nella stanza, Kudo ne approfittò per congedarsi:

    “Allora, ci vediamo dopo”.

    In quel momento entrò Sanada che salutò l’investigatore in uscita e poi chiese:

    “Shiho, questa sera ti vorrei invitare a cena, che ne dici? Non accetto rifiuti!”

    “Ecco … devo andare ad un concerto con Shinichi … sono spiacente!”

    Il volto del professore divenne nero, gli occhi si ridussero a due fessure, mentre le nocche delle sue mani divenivano bianche per la forza con cui aveva serrato i pugni.

    “D’accordo, sarà per un’altra volta”, le disse, poi andò via.



    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:


    “Potevi evitare di prenotare il pasto in un albergo!”, commentò Shiho.
     
    .
  14. EleMaggy
     
    .

    User deleted


    OOOOOHHHHHH! Pesante Shinichi :asd: :rotfl: ! E meno male che reggevi benissimo l'alcool!
    No, Shiho, non ti devi sentire una stupida! Tanto prima o poi succederà quel che doveva già essere successo... :U.U:
    Comunque... ora ad essere sospetto è il prof Sanada... non ci capisco un accidenti! E a questo punto mi viene un sospetto (Che però mi sembra improbabile): e se fosse Sanada il serial killer? Magari Hide non centrava niente...
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Pensionati
    Posts
    10,256

    Status
    Offline
    Finalmente riesco a commentaree>.< (leggere i capitoli dal cell non è impossibile ma postare è un'altra storia-.-)
    Con immensa gioia ho visto che Ran ha levato le tende..anche se temporaneamente meglio di nienteXD
    Il caso sempre più un rompicapo..sospettavo di Susumu..il suo comportamento nei confronti di Shiho non mi convince proprio..si vede che è cotto e quando la sorprende con Shinichi a volte manifesta atteggiamenti palesi. Ma adesso questa scena con Sanada mi spinge a credere che non ho capito niente @.@
    Tornando alla nostra coppietta...questo capitolo strepitoso*.* (sono morta dal ridere nel tuo commento iniziale sul presunto nuovo corno di RanXD)
    Il tonno non si smentisce..pensa sia solo un problema di "rovina vite"...ai sentimenti di Shiho non pensi rimbambitoo?>.<
    Oh Domoto e Reiko?..amo questi collegamenti con la serie originale**
    Non vorrei portare sfiga come un certo tonno di nostra conoscenza ma io quella Misaki la vedo male....mi sa che presto la troveremo a far compagnia agli angeli........ :sisi:
    Aspetto il prossimo capitolo**( sperando di poter commentare in tempo stavolta*^*)
     
    .
91 replies since 13/4/2014, 13:07   5669 views
  Share  
.