Ossessione Mortale (racconto)

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    Per quello che ha avuto la fortuna di ammirare il caro Kudo altro che "ti sei sdebitata"....dovrebbe dare a Shiho mezza villa come regalo e sarebbe pure poco :asd:
    Lo sapevo che la frase spoiler era di SonokoXD
    La storia dell'amico di Sanada non convince per niente...e neanche il fatto che Shinichi provi quella strana sensazione di inquietudine per un evento del passato...
    Dove se ne va Ran?....XD
    Al prossimo capitolo**
     
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  2. sherry99
     
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    Ottimo capitolo capo, alla fine mi dispiace un pò per Susumu, però Shiho non si tocca! xD Ma questo Hide mi ricorda quello del dottor Jekyll possibile? Adesso che ci penso anche l'inizio... :shifty:
     
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    Capitolo 8

    Nuova vittima


    “Salve Sato!”

    “Shinichi!”

    Il giovane inspirò profondamente l’odore che proveniva dalla poliziotta.

    “Questa chiamata ha interrotto qualcosa?”

    “Come scusa?”

    “No, niente! Olà, Takagi!”

    “Ciao, Kudo”.

    Il detective dell’Est annusò l’aria attorno all’uomo.

    “Che c’è?”, domandò.

    “Hai il dopobarba!”

    “Certo, che domanda sarebbe?”

    “Hai ragione, la vera domanda sarebbe: perché Sato ha il tuo stesso dopobarba addosso?”

    “Beh, ecco …”, il poliziotto iniziò a bofonchiare, mentre la donna diveniva tutta rossa.

    “Sono passata da lui per bere un drink … avevamo smontato dal servizio e volevamo rilassarci”.

    Takagi annuiva vistosamente.

    “E tu ti rilassi inginocchiata? Takagi non ha un arredamento tradizionale, ma occidentale; eppure le tue ginocchia indicano che sei rimasta a lungo inginocchiata. Che avete fatto?”

    “Ma … ma …”, i due non sapevano che fare; fortunatamente l’ispettore richiamò l’attenzione di Kudo che, ridacchiando, s’allontanò.



    “La vittima si chiama Miki Saijo, 22 anni, operatrice di un call center. Stava rientrando dal lavoro quando è stata aggredita, portata nel vicolo e massacrata; le hanno dato diverse coltellate, le hanno tagliato la gola, i capelli ed asportato i seni”. Concluse Megure.

    Kudo, chino sul cadavere, osservava tutto in silenzio. Poi chiese:

    “Nessun testimone?”

    “Il tizio del negozio di liquori all’angolo ha visto una figura di bassa statura uscire dal vicolo intorno all’ora presunta del decesso della ragazza, ma non ci sa dire molto altro”.

    “Tracce? Impronte?”

    “Nulla! … Shinichi”, Megure si aggiustò il cappello in testa, “… temo che sia un serial killer, e pure molto efferato”.

    Il detective annuì e si mise una mano nella folta chioma; ad un tratto fu attirato da uno strano odore proveniente dalla bocca della sventurata. Si chinò ed aspirò:

    “Avete sentito questo aroma?”

    I poliziotti si guardarono stupiti.

    “Sembra un miscuglio di vino … zafferano … cannella e … chiodi di garofano! Non vi dice nulla?”

    Tutti negarono.

    “Strano … molto strano!”

    “Forse era una specie di profumo o lozione”, azzardò Takagi.

    Kudo annuì ma rimase perplesso.



    “… e questo è tutto quello che è avvenuto durante la cena!”

    “Ti ringrazio, Sonoko, forse sono sembrata un po’ assurda e malfidata, ma non ci posso fare nulla. Però se mi dici che si sono comportati normalmente mi tranquillizzi”.

    “Sì, certo, si vedeva che erano amici, c’era una grande intesa tra loro e, devo ammettere, stavano proprio bene insieme, ma tutto qui ..:”.

    “Stavano bene insieme?”

    “Beh, … come posso dire, due bei ragazzi, ben vestiti che facevano i padroni di casa, ma non ti preoccupare, Ran, nulla di cui temere … anche se …”.

    “Anche se?”

    “Non è nulla e non mi sembra il caso di parlarne, … sono solo voci … e poi non mi pare sensato discuterne a quest’ora di notte per telefono … ecco, potremmo vederci domattina per colazione e …”.

    “E tu pensi che potrei dormire dopo il tuo anche se? Per favore, parla!”

    “Ma non so se sia il caso … è solo una voce di corridoio … una stupidaggine … ti giuro …”.

    “Sonoko!!”

    “E va bene, dannazione … ma ti ripeto … è solo una mezza frase rubata di passaggio”.

    “Ok, sono pronta!”

    “Dopo cena, prima che Shiho ci mostrasse i progetti per cui chiedeva finanziamenti, stavo andando in bagno per rifarmi il trucco dopo il pasto, quando vidi uscire dalla cucina proprio la nostra professoressa che era andata a fare i complimenti al capocuoco per l’ottimo lavoro svolto. Ci siamo incrociate e salutate con un cenno di capo, poi lei s’è diretta verso la biblioteca per preparare la presentazione dei progetti. Io ho proseguito e, passando davanti alla cucina ho sentito due del catering che facevano apprezzamenti cafoni su di lei, che era in effetti da infarto con quell’abito da sera”.

    “Sonoko, la stai facendo troppo lunga … che cavolo c’entra? Mi lasci nell’ansia!”

    “Sì, arrivo al dunque. Ad un tratto un terzo cameriere disse ai suoi colleghi di smetterla; non erano lì per fare i maniaci e poi era chiaro che la donna era già occupata”.

    “Sì, Shinichi m’ha riferito che in facoltà girano voci cattive su di lei ed il professor Sanada, ma non ci credo; Shiho è una brava ragazza e non si metterebbe con un vecchio per avere un posto, e poi è certamente preparata e …”.

    “No, non hai capito. Il tizio disse ai suoi amici che … aveva visto Shiho andare nel bagno di villa Kudo per farsi una doccia prima che arrivassero gli ospiti e … ad un certo punto aveva visto rientrare Shinichi il quale, mezzo nudo, s’era diretto nello stesso bagno dove c’era lei”.

    “Ma … che stai dicendo?”

    “Questo è quanto ha detto quell’uomo; però non sa quanto Shinichi sia rimasto in bagno con Shiho, perché il capocuoco l’ha richiamato e s’è dovuto spostare. Sa solo che lui è andato nel bagno dove lei si stava lavando”.

    “Ma … è assurdo!”

    “Lo so! Conosciamo Shinichi; è più facile che abbia sbagliato porta e sia entrato in bagno per errore … insomma … è Shinichi! Quello se le donne non sono salme nemmeno le guarda! Senza offesa, sia chiaro!”

    “…”.

    “Ran? … Ran, ci sei ancora?”

    “Scusa, Sonoko, grazie di tutto, è tardi, devo chiudere. Ci sentiamo!”

    La karateka agganciò la chiamata e si sedette davanti allo scrittoio della sua stanza. Rimase fissa ad osservarsi nello specchio, poi sentì umido sulle guance e sulle mani; le lacrime colavano inarrestabili.

    Rimase così qualche tempo, non sapeva neppure lei quanto: un minuto, un’ora, un anno? Forse era tutto un sogno, un brutto incubo; non era credibile che Shinichi, il suo Shinichi, la tradisse così, sfacciatamente, con quella ragazza.

    Non sarebbe rimasta con le mani in mano, avrebbe fatto chiarezza. Prese il telefono e provò a chiamarlo.

    “… Il cliente da lei selezionato non è al momento raggiungibile; la preghiamo di riprovare più tardi! … Messaggio gratuito, il cliente da lei sele …”.

    “Maledetti cellulari!”, pensò, “quando una ha fretta non cooperano mai!”

    Non si diede per vinta e inviò un sms:

    “Ti devo parlare con urgenza!”

    Inviò il messaggio ed attese. Dopo un tempo indefinito, il telefonino vibrò:

    “Sono stato con Megure per un caso complicato, sto tornando a casa. È tardi! Facciamo domattina a colazione?”

    “No! Ti devo vedere subito!”

    “Di cosa si tratta?”

    “Devo parlarti di presenza, non per telefono o sms. Tra cinque minuti sarò da te”.

    “Ok, se preferisci, ci vediamo da me!”

    Ran, risoluta come non mai, prese il giubbotto e le chiavi di casa ed uscì. Sulle scale incrociò suo padre che tornava, barcollante ed avvinazzato da una serata passata tra mahjong e bevute.

    “Hic! Hic! Ran, piccola del papà, dove vai a quest’ora?”

    “Da Shinichi, tornerò tra poco!”

    “Da quel fannullone? A quest’ora di notte? È una vergogna! Non posso permettere che …”.

    “Vai a letto e non preoccuparti; sei ubriaco. Tornerò tra poco. Ciao!”

    Gli diede un bacio sulla guancia e scappò via.


    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    Ran li fissava senza dire una parola.
     
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  4. EleMaggy
     
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    Avevo indovinato, era proprio Kogoro ubriaco!
    Comunque, anche questo capitolo è meraviglioso! Finalmente Ran inizia a capire qualcosa. Non vorrei essere nei panni di Shinichi in questo momento! secondo me si beccherà un bel calcio dalla karateka! :asd:
    Insomma però, quanto ci metterà ancora il tonno prima di capire che è Shiho e non l'uni... Ran la donna giusta per lui!

    Per quanto riguarda lo spoiler, secondo me all'appuntamento Ran troverà anche la Dea :pff:
     
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    Capitolo 9

    Pericoli ed incomprensioni

    Shiho Miyano era stanca ma soddisfatta. La serata era stata lunga, l’ansia le aveva chiuso lo stomaco per tutta la cena, ma tutto era andato ottimamente. I finanziatori avevano sganciato milioni su milioni, il preside ed il rettore erano felici come banditi nel caveau di una banca. Tutto era stato perfetto, solo l’assenza di Sanada l’aveva lasciata perplessa, ma se quel signor Hide diceva che era malato doveva essere vero.

    Pagato il catering ed andati via cuochi e camerieri, la villa era rimasta immersa nel silenzio. La giovane, compiaciuta con se stessa, si sedette sul divano ad osservare l’ampia biblioteca, si tolse le scarpe, che le davano il tormento, e si fermò a pensare a come sembrassero affiatati lei e Shinichi quella sera … sembravano una coppia di neosposi che organizzano cene per amici e conoscenti … divenne tutta rossa e scosse la testa: che idee cretine! Si diede due schiaffetti sulle guance e si guardò intorno:

    “C’è un caos in giro. Si dovrebbe fare un po’ d’ordine, ma non creda, il signor detective, d’andarsene a zonzo a caccia di salme e di lasciarmi da sola a sistemare tutto! Non sono Penelope che aspetta Ulisse. E poi sono davvero esausta; ci penseremo domani con calma”.

    Pensato ciò e controllato che tutto fosse in ordine, la professoressa dai capelli ramati uscì dalla dimora del suo amico e chiuse a chiave l’ingresso. Quindi superò il cancello e si ritrovò in strada.

    L’ora tarda ed il gelo invernale rendevano la via residenziale assolutamente deserta e silenziosa. Solo qualche rado rumore in lontananza indicava il transito di una sparuta auto sulle vie principali. Sebbene non nevicasse da giorni, il manto bianco caduto nelle settimane precedenti era ancora lì; l’inverno era arrivato da un pezzo, valutò, mentre lentamente avanzava verso l’attigua residenza di Agasa. La breve passeggiata le permetteva di mettere a fuoco le idee.

    “Che vergogna, l’ho visto nudo! … Beh, anche lui ha dato un’ampia sbirciata, se è per questo! Sapevo che fosse un bel ragazzo, ma non credevo che lo fosse tanto da mozzare il fiato!”

    Si sentì avvampare e scosse la testa: “Ma che vado dicendo? Non devo farmi illusioni; un incidente non vuol dire nulla e non cambia la situazione attuale. Lui ha un’altra e non credo che una sbirciata in un bagno cambierà tutto questo. E poi …”.

    Era quasi giunta davanti al cancello di casa, aprì la borsetta per prendere le chiavi … non le trovò. Provò a cercarle nelle tasche del cappotto … nulla! Gli venne un flash: le aveva lasciate nella camera degli ospiti dove s’era cambiata! Sbuffò:

    “Cavolo, devo tornare indietro … che rompimento!”

    Si volse verso villa Kudo e sentì alle sue spalle il passo, lento e pesante, di qualcuno che s’avvicinava silenziosamente.

    “Sarà qualche ubriaco che gironzola senza trovare la via di casa”, pensò.

    Aveva pensato male!

    Un braccio l’afferrò e la strinse contro il muro; un essere, chiamarlo uomo era difficile, piccolo e ripugnante la guardava con occhi di ghiaccio. La lascivia trasudava da quello sguardo, mentre le sue mani iniziavano a toccarla; Shiho era paralizzata, era assurdo che ciò accadesse a lei, e per di più lì, in mezzo alla strada. Era un incubo?

    Il respiro pesante di quell’uomo le alitava in volto mentre cercava di baciarla. Doveva urlare, ma era pietrificata. Chiuse gli occhi ed attese l’inevitabile, ma all’improvviso sentì che la stretta d’acciaio del suo aggressore venne meno. Capì d’essere libera e guardò in giro. Il tizio era caduto per terra e lì al suo fianco c’era Shinichi.

    “Che cavolo stai facendo, bastardo!”, urlava il ragazzo.

    L’uomo per nulla intimorito, lo guardò con occhi di fuoco e strinse la mano sul suo bastone da passeggio, pronto a lottare. Poi parve fermarsi per un secondo, s’alzò e scappò via. Kudo stava per inseguirlo ma fu bloccato da Shiho.

    Si voltò verso di lei; era pallida e tremava per lo shock. L’amico capì che non era il caso di lasciarla lì e, per prima cosa, l’abbracciò forte per farle sentire la sua vicinanza, poi la sollevò in braccio e la riportò a casa.

    “Ce la fai?”

    “Per chi mi hai preso?”

    Stavano superando il cancello di villa Kudo quando sentirono dei passi alle loro spalle; Shinichi si voltò temendo che fosse l’aggressore ritornato indietro ma non era lui.

    Ran li fissava senza dire una parola.

    “Oh, Ran, sei arrivata! Presto, dammi una mano, non stare lì immobile!”

    “Che … che cosa sta accadendo?”

    “Un tizio l’ha aggredita davanti il cancello, sono riuscito a metterlo in fuga, ma Shiho è sotto shock. Per favore, apri la porta e fammi luce”.

    La karateka, ancora perplessa, superò i due ed infilò la chiave nella toppa. Entrarono in casa e Shinichi adagiò delicatamente l’amica sul divano della biblioteca.

    “Come ti senti?”, le domandò con tono apprensivo.

    “Bene … ti ringrazio, mi hai salvata!”

    “Ti lasciamo riposare un po’, noi andremo in cucina”.

    Miyano annuì.



    “Chi l’ha aggredita?”, chiese Ran.

    “Non l’ho visto bene, ma era un tizio basso e portava un bastone da passeggio, ma l’illuminazione è troppo scarsa in questa via e non ho notato altro, vedevo solo lei stretta in un angolo mentre lui le metteva le mani addosso”.

    “ … “.

    “A proposito, di cosa volevi parlarmi con tanta urgenza per venire fin qua di notte?”

    “Perché, disturbo forse?”

    “Ma cosa dici! Solo che è tardi, come hai fatto con tuo padre?”

    “Era completamente sbronzo, domani non ricorderà neppure d’avermi vista uscire”.

    Kudo mise sul fuoco l’acqua per il tè.

    “Tu ne vuoi?”, chiese alla fidanzata, “pensavo di portarne un po’ a Shiho”.

    Ran strinse i pugni sulle gambe fino a far diventare le nocche totalmente bianche, era immobile, con la testa abbassata. Kudo continuava a parlare:

    “Sai, Agasa non è in casa e lei è sola; forse dovrei farla dormire qui questa notte. Abbiamo tante stanze per gli ospiti! Non mi sembra il caso che stia da sola in quella villa … allora vuoi il tè?”

    “Perché …”.

    Shinichi si voltò verso di lei con la teiera in mano.

    “Perché lo fai?”

    “Il tè?”

    “Perché fai così? Hai sempre solo lei per la testa!”

    “Lei?”

    “Shiho! Shiho è sola in casa; Shiho ha fatto questo; Shiho mi ha chiesto quest’altro; Shiho vuole il tè; Shiho, Shiho, Shiho! Sempre e soltanto lei!”

    “Ma, Ran, cosa …”.

    “Cos’è lei per te? Cosa sono io? Ho saputo che avete fatto il bagno insieme, è vero?”

    “Il bagno? No …”.

    “Non mentire! Un cameriere del catering ti ha visto entrare nel bagno dove c’era già lei, mezzo nudo!”

    “Ma non è vero!”

    “Bugiardo! Sonoko ha sentito il cameriere che lo raccontava ai colleghi!”

    Sì, è vero che sono andato nel bagno dove c’era Shiho ma …”.

    “Basta, non ti voglio ascoltare!”

    “Non è successo niente! È solo colpa mia, Shinichi è innocente!”

    I due ragazzi si voltarono e videro Miyano appoggiata allo stipite della porta, mentre si teneva la fronte con la destra.

    “Che fai qui! Devi stare distesa!”

    “Sto bene, finiscila! Dobbiamo chiarire! Ascolta, Ran, a casa mia s’è rotta la doccia, quindi, dal momento che Shinichi era fuori, mi sono lavata di sopra. Mentre uscivo dal bagno ci siamo incrociati, lui non sapeva che ci fossi io. Gli ho pure dato due ceffoni, poi sono andata a vestirmi, non è successo nulla … ti giuro …”.

    Si sentì mancare ed a stento Kudo l’afferrò a volo prima che arrivasse a terra.

    “Sei ancora turbata per quanto avvenuto; e sei stanca: devi riposare. Ran, è andata come ha detto lei; se mi vuoi credere bene, altrimenti non ci posso fare nulla. Ora scusami, ma la mia amica ha bisogno di me. Se vuoi restare, fai come se fossi a casa tua, altrimenti … sai dov’è la porta!”

    Mori non credeva alle proprie orecchie; tremava per l’ira. Ammesso che fosse vero quello che diceva Shiho, restava il fatto che si fossero visti nudi e questo non le piaceva. Non le piaceva questo clima da “fidanzatini” o da “principessa in pericolo” che aleggiava sempre intorno alla brillante scienziata. Quando era stata Ai aveva provato per quella bambina sola e taciturna un’infinita tenerezza, s’era comportata da sorella maggiore e le aveva voluto bene da morire, aveva rischiato la sua vita per proteggerla. Ma ora … sentiva che era una minaccia per lei, per Shinichi e per la loro felicità. Perché lui non lo capiva? Era come una mantide religiosa, una vedova nera, uno di quegli animali che divorano il maschio con cui si sono accoppiate; era uno squalo! Sì, uno squalo: ti puoi fidare di uno squalo? Eppure lui si fidava, ciecamente, più di una volta l’aveva sentito chiamarla “il mio Watson in gonnella”. Ed ora questo!

    Era troppo; trattenne a stento le lacrime, s’alzò ed andò via. Quella notte, in quella casa, non si sentiva ben accolta. Forse, ed un nodo le stringeva la gola a pensare ciò, era di troppo.



    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    “Sono arrivata da lui, … sniff, sniff … e l’ho trovato che la portava in braccio!!!”
     
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    Si è di troppo... :pff:
    Questo capitolo mi è piaciuto tantissimo visto che mette in luce le attenzioni che Shinichi ha nei confronti di Shiho *.*
    Ovvio che la gelosia di Ran è più che giustificata..questo non si discute..XD
    E lui che le dice pure "Sennò quella è la porta..." :asd:
    Immagino che nello spoiler si stia sfogando con Sonoko..XD
    C'è aria di tempesta? :shifty:
    Al prossimo capitolo**
     
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    Forse sono stato eccessivo con Kudo ed il suo "quella è la porta", ma ho pensato che da un lato è preoccupato per l'aggressione e dall'altro dispiaciuto perché Ran non si fida di lui e quindi è stato scortese (non dev'essere bello avere la fidanzata che t'accusa ogni 2x3 di fartela con un'altra e non ti crede, quando tu sai di non aver fatto nulla).

    Ma poi, benedetta Ran, uno che, se tu chiedi "perché lo fai", ti risponde "il tè?", secondo te è in grado di metterti le corna?
     
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  8. EleMaggy
     
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    Credo che il tonno abbia capito finalmente che tiene molto più alla Dea che all'unicorno (che bei soprannomi :pff: )! Era ora! Non ho nulla contro Ran, ma da quando è diventata invidiosa di Shiho e si mette a piangere ogni tre secondi è insopportabile! Shinichi, ascolta me, tu hai bisogno di una ragazza decisa, che sa il fatto suo, non di una lagna piagnucolosa!
    Dopo quel "Quella è la porta" credo che la ragazza non si farà più vedere in giro per un po'! Vai Shiho, è la tua occasione!

    P.s.: Shinichi, guardati le spalle o rischi di beccarti un bel calcione o un forte schiaffo! Quando la karateka è infuriata niente la può fermare! :devil:
     
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    Capitolo 10

    Dubbi ed incomprensioni


    Shinichi portò Shiho in una delle stanze degli ospiti.

    “Per questa notte dormirai qui, non ti rimando da sola in quella casa vuota. E fin quando Agasa non tornerà rimarrai mia ospite”.

    “Ma Ran …”.

    “Ran ha frainteso, poi sistemerò tutto con lei, non ti preoccupare. Piuttosto”, cambiò discorso per cercare di sdrammatizzare, “dal momento che ti ho salvato, non merito una ricompensa?”

    Lei lo guardò con occhi birbanti e sollevò un sopracciglio con fare inquisitorio. Si appoggiò ai cuscini alle sue spalle e si mise a sedere.

    “Che hai in mente?”

    “Potresti rinunciare alle due borsette di Fusae. Ho controllato su internet, costano una cifra!”

    “Non mi sembra che tu viva nell’indigenza”, gli fece notare facendo roteare la mano, “non andrai in rovina per questo”.

    “Ma due!”

    “Due! Hai visto ciò che non t’era permesso e se sopravvissuto per raccontarlo e ricordarlo finché vivi. Due borsette sono il minimo; anzi se fai ancora questioni chiederò anche altro”.

    “No, no, due borsette bastano!”

    “E come ricompensa per il soccorso, quanto visto in bagno è più che sufficiente!”

    “Tutto qua?”

    “Avrai anche la mia eterna riconoscenza, ovviamente”.

    “Sono ricco!”, ironizzò.

    Lei lo guardò storto; Kudo completò, alzando le mani: “scherzo, scherzo! Ti vado a prendere il tè!”

    Detto ciò uscì dalla stanza. I sentimenti di Shiho erano contrastanti; era felice che lui si preoccupasse per lei, ma soffriva per le incomprensioni con Ran. Non glielo voleva rubare, le bastava essere sua amica e vivere accanto a lui; sarebbe stata solo la vicina di casa, null’altro. Eppure … eppure … il suo cuore aveva palpitato come mai quando l’aveva presa tra le sue forti braccia, quando aveva sentito il calore del suo torace ed il battito regolare del suo cuore. Voleva una ricompensa? L’avrebbe sommerso di baci, se avesse potuto, fino al sorgere del sole. Ma avrebbe fatto un torto a Ran, a quella che considerava una seconda sorella; non poteva farlo!

    Dopo qualche minuto Shinichi ritornò con la tazza fumante e trovò la sua amica che si stava sistemando allo specchio.

    “Che fai?”

    “Vado a casa”.

    “Ma cosa dici? È pericoloso!”

    “Figurati; il maniaco è scappato, di sicuro non tornerà di nuovo e non s’introdurrà di notte in case altrui. Non c’è bisogno che dorma qui, tra l’altro Agasa tornerà tra qualche giorno”.

    “Sei sicura?”

    “Assolutamente; non voglio creare altro disturbo”.

    “Se è per quanto ha detto Ran …”.

    “Ha ragione! Cosa diresti se lei ospitasse un suo amico a casa sua? Io, al suo posto, sarei furiosa. Ci tengo alla tua amicizia, ma anche alla sua, non voglio rovinarla”.

    “Va bene, almeno lascia che t’accompagni fino a casa”.

    Annuì. I due giovani scesero in strada e coprirono i pochi metri tra le due abitazioni. Kudo la seguì fin dentro la villa del suo amico inventore e controllò che fosse tutto sotto controllo. Poi le diede la buonanotte ed andò via.

    “Sei hai bisogno, fai un fischio”.

    Shiho annuì ancora e richiuse la porta a chiave. Era meglio così:

    “Non so se sarei riuscita a controllarmi altrimenti. Se avesse continuato a coprirmi d’attenzioni avrei fatto qualche sciocchezza di cui poi ci saremmo pentiti. Posso averlo solo come amico, e questo mi deve bastare”.

    Afflitta per tale situazione, la scienziata andò a dormire sperando così di togliersi di dosso le preoccupazioni accumulate e la tensione di quel giorno interminabile.



    L’indomani mattina, di buon ora, Shinichi bussò alla porta dell’amica.

    “Ciao, volevo sapere come stavi e se t’eri ripresa”.

    Shiho era ancora assonnata per le poche ore di sonno ed i pensieri che le erano rimasti in testa per molto tempo.

    “Tutto bene, ci vuol altro per distruggermi!”, disse lei con tono distaccato.

    “Ho avvertito Takagi di quanto avvenuto ieri, pensiamo che l’aggressore sia il serial killer che stiamo cercando, quindi ho avvisato la polizia”.

    “Cosa te lo fa credere?”

    “Sensazioni!”

    “Anche tu segui il tuo intuito femminile?”, scherzò lei.

    “Molto spiritosa!! Non mi posso trattenere dal ridere!”, rispose sarcastico lui. “Comunque ho detto a Takagi tutto quello che sapevo e gli ho chiesto di non disturbarti, almeno per il momento”.

    “Sei molto premuroso, come sempre! … ora, se mi vuoi scusare, devo andarmi a preparare. Ho esami per tutto il giorno in facoltà e rischio di fare tardi”.

    I due si salutarono, ella chiuse la porta e, sorridendo dolcemente, andò a cambiarsi.



    Ritornato sui suoi passi, il detective dell’Est si mise a controllare il tratto di strada davanti a casa Agasa in cerca di indizi. Non c’era nulla, ma poi vide una cosa che attirò la sua attenzione.

    Aveva nevicato molto, nei giorni precedenti, e la neve era ormai accumulata ai bordi della strada. A circa cinque metri dal cancello di Agasa si vedevano i segni del punto dove l’aggressore aveva spinto Shiho dopo averla afferrata; lì, davanti al punto in cui s’ergeva il muretto che divideva il giardino dei Kudo da quello del professore, c’era un’impronta parziale di una scarpa da uomo. La suola destra mostrava un caratteristico segno d’usura sotto il tacco dal lato esterno; se quello era il serial killer era la prima prova che lasciava. Il ragazzo avvertì Takagi e nel frattempo scattò una foto con lo smartphone. Doveva ritornare sulle scene dei delitti e cercare meglio.



    “Sono arrivata da lui, … sniff, sniff … e l’ho trovato che la portava in braccio!!!”, Ran singhiozzava mentre raccontava quanto avvenuto all’amica Sonoko che ascoltava in silenzio.

    “Ha detto che era stata aggredita da uno sconosciuto e lui era lì, pronto a fare il cavalier servente! Come sempre! M’ha lasciata sola per sei mesi, mentre come Conan indagava con lei su quell’Organizzazione … ed anche ora è sempre con lei … più di una volta l’ha definita la sua Watson!! Ti rendi conto?”

    “Ran, non credi d’esagerare? Se era stata aggredita è ovvio che l’aiutasse; che doveva fare? Lasciarla in mezzo alla strada?”

    “Sì, lo so; però non ha nemmeno negato d’essere entrato in bagno quando c’era lei!”

    Sonoko saltò sulla sedia: “Davvero?”

    “Sì, poi è arrivata lei in suo aiuto e m’ha imbrogliato che lui non sapeva che ci fosse lei, che da lei la doccia fosse rotta etc. Per cominciare non dovevano fare la cena in villa; è il mio ragazzo, cavolo, non il suo! Si trovi un fidanzato e lo sfrutti a suo piacere!”

    “Mi sembri troppo dura con lei. Quando era una bimba taciturna le volevi bene … ed ora ...”.

    “Ora è una sensualissima ventenne, tanto intelligente da essere già assistente all’università, con un passato burrascoso che qualunque maschio vorrebbe consolare! Tu che faresti se Makoto avesse un’amica così speciale?”

    Sonoko non rispose, ma chinò il capo. “Ti capisco, ma non puoi rovinarti la vita così. Shiho è parte del passato di Shinichi ormai, ed anche del suo presente, e comportandoti così passerai per la strega cattiva e lei per l’agnellino calunniato … è colpa mia, non avrei dovuto dirti del bagno. Sono stata stupida!”

    “Non ti angustiare! Piuttosto non so come rimediare; ieri ci siamo lasciati malissimo ed ora mi vergogno di cercarlo. Che cavolo faccio?”

    “Mandagli un sms!”

    “Che cosa squallida!”

    “Non sarà il meglio del romanticismo, ma se ti vergogni, un messaggio ti dà quel minimo di protezione. Chiedigli … che so … se vi potete vedere più tardi … per prendere un tè!”

    Ran annuì, prese il cellulare e compose rapidamente il messaggio che spedì prima di poterci ripensare. Dopo nemmeno due minuti arrivò la risposta:

    “Ok, pranziamo insieme! Alle 12 alla caffetteria di fronte la tua facoltà!”

    “Visto? Tutto si sistema! Ora fammi andare; Makoto parte per i campionati a Sapporo e devo accompagnarlo all’aeroporto”.



    CONTINUA

    Nel prossimo capitolo:

    Miyano chiamò l’alunno seguente ed un poveretto sentì il gelo corrergli lungo la schiena.


    Edited by Haibarafan - 15/5/2014, 14:53
     
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  10. EleMaggy
     
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    Oddio, adesso anche la Dea non si rende conto di ciò che prova veramente Shin! Però mi piace moltissimo il modo in cui si sta sviluppando la loro storia :wub: ! Eh si, Shin è davvero un tonno!
    Ma che stano! per una volta Sonoko ha detto qualcosa di sensato! anche se ovviamente ha gli stessi sospetti di Ran...
    Non vedo l'ora che arrivi mercoledì!
     
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  11.  
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    È una storia davvero meravigliosa *~*
    Chi ha osato far soffrire la Dea pagherà U_U !

    Aspetto con impazienza mercoledì e il prossimo capitolo :D


    -hai mai considerato di iscriverti a EFP? Sei davvero incredibile-

    Ancora complimenti!! *_*
     
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    Con un giorno di ritardo, ecco il capitolo. A domenica.


    Capitolo 11

    La terza vittima

    “Le posso dare 20”, disse con tono professionale ed impassibile la professoressa Miyano.

    Lo sguardo dell’esaminando divenne triste.

    “Mi rovina la media così!”, provò ad impietosirla.

    “Ritorni la prossima volta più preparato e vedremo”, rispose lei.

    “Ma non potrebbe darmi qualcosa in più?”

    “Le avrei dovuto dare 18, ad essere sinceri. Il qualcosa in più gliel’ho già dato. Che vuol fare?”

    Il ragazzo chinò il capo e pensò qualche secondo.

    “Accetto il 20”.

    Shiho compilò il libretto e lo passò a Sanada che, senza nemmeno guardare, firmò immediatamente. Il giovane prese il documento, fece un inchino ed uscì dalla stanza. Riguardò il voto e poi commento: “Maledetta puttana!” I suoi amici gli furono subito intorno per consolarlo dicendo ogni malignità verso l’assistente del professore e verso lo shogun stesso che ormai la lasciava spadroneggiare a suo piacimento. Se, infatti, nei primi tempi il vecchio insegnante s’era riservato l’ultima parola su un voto o un’interrogazione, ascoltando gli esaminandi di persona prima di concludere un esame, ormai da qualche mese aveva lasciato campo libero alla sua collaboratrice che decideva in totale ed insindacabile autonomia chi promuovere e chi bocciare senza che il docente s’opponesse. Molti sostenevano che Miyano sembrasse la docente e Sanada il collaboratore; solo la firma sui documenti, che era quella dello shogun, dimostrava che l’anziano professore era il titolare della cattedra.

    S’era ormai giunti a metà degli esami di quel giorno, c’erano ancora dieci studenti da ascoltare, quando Sanada divenne pallido e smise di parlare con l’interrogato che aveva di fronte. Shiho se ne accorse e s’avvicinò:

    “Professore, tutto bene?”

    “Sì, … sì, solo che non mi sono ancora ripreso dal raffreddore. Devo … devo … andare a casa. Qui prosegui tu!”

    “Ma io …”.

    “Fai tu, mi fido del tuo giudizio, poi, se non è di troppo disturbo, potresti portarmi libretti e registro a casa così li firmerò tutti e domani li ridarai agli studenti”.

    “Ma è altamente illegale fare una cosa simile io non so se …”.

    “FAI COME DICO!!!!!!”, urlò come un ossesso Sanada. Shiho e tutti i presenti rimasero sconvolti. In quarant’anni nessuno aveva mai visto lo shogun perdere la calma, con nessuno. Neppure il più somaro degli alunni l’aveva fatto alterare o il più irritante dei colleghi o dei presidi; non uno avrebbe mai creduto che fosse in grado d’alzare la voce e di certo non con la sua pupilla prediletta. Il professore prese il cappotto ed andò via senza dire altro. Tutti rimasero ad osservarlo con gli occhi, mormorando tra loro.

    Shiho, ancora pallida per la sfuriata, si sedette al suo posto e posò il suo sguardo di ghiaccio sul ragazzo del primo anno che era posto davanti a lei e che aveva appena iniziato l’interrogazione.

    “Allora”, disse con tono duro, “mi parli di …”.

    “Ehm, … professoressa, … io … non mi sento bene … tornerò al prossimo appello”.

    Il ragazzo riprese il libretto, lo zaino e sparì in un lampo. Miyano chiamò l’alunno seguente ed un poveretto sentì il gelo corrergli lungo la schiena rimpiangendo d’essersi alzato quel giorno dal letto.



    “Buona questa pasta al tonno!”, commentò Shinichi mettendo in bocca un’altra forchettata, “questa caffetteria italiana è deliziosa!”

    Ran annuiva appena, tenendo il capo chino sul piatto e piluccando a stento due spaghetti ogni tanto.

    “Che cosa c’è?”, le chiese con tono amorevole il fidanzato.

    “Volevo … volevo … chiederti scusa … per ieri … ecco tutto!”

    “Non ti preoccupare. Non sono stupido, capisco che il mio rapporto d’amicizia con Shiho possa portare fraintendimenti; non solo cieco, lo vedo da solo che è una bella ragazza ed è unica nel suo genere. Ma non mi importa … io … voglio bene solo ad una donna … e sei tu, Ran!”

    La karateka sollevò la testa e vide il volto del giovane tutto rosso, mentre con l’indice si grattava la punta del naso e cercava di spostare altrove lo sguardo.

    Ran si alzò in piedi e si protese verso di lui superando il tavolino; Kudo si voltò nella sua direzione ed accolse il caldo bacio che lei gli diede. Se c’era una cosa belle nelle litigate, era fare poi pace.

    “Che ne dici? Finiamo il pranzo?”

    La giovane prese una forchettata di pasta e la mise in bocca felice.

    La felicità durò poco, però. Il cellulare di Kudo iniziò a squillare all’impazzata. Il ragazzo guardò lo schermo e fece un’espressione preoccupata:

    “Megure!”, disse soltanto, poi rispose. Annuì un paio di volte e, riattaccando, affermò: “arrivo subito!”

    Si voltò verso la fidanzata che attendeva il responso come da un oracolo. Ma non ci fu bisogno che egli dicesse nulla, fu lei ad anticiparlo: “un’altra vittima del serial killer?”, annuì con gli occhi mortificati. “Allora, vai e prendilo, Sherlock! Ci vediamo a casa tua questa sera; dobbiamo finire di … fare la pace!”; seguendo un vecchio consiglio di Sonoko, a volte, con molta difficoltà, Ran cercava di fare la provocante e, per imitare il modo che aveva Shiho di punzecchiare il suo innamorato, provava a pronunciare frasi a doppio senso. Il suo innato pudore, però, emergeva sempre sul più bello e la faceva esitare rovinando l’effetto che lei s’era immaginata. Nonostante tutto, comunque, quel tentennamento mentre diceva frasi dal significato ambiguo risultava estremamente accattivante, sembrava una bambina che volesse parlare come un adulto, ed eccitava, a modo suo, Kudo che ne era deliziato.

    Il ragazzo, infatti, andato su di giri al sentire la frase d’incoraggiamento della fidanzata, uscì di corsa dal locale, tutto gasato ed eccitato per la bella serata che si prospettava.


    “La vittima si chiama Makoto Harada, 20 anni, studentessa universitaria. L’hanno trovata dei pescatori mentre galleggiava nel canale. Come le precedenti è stata aggredita, pugnalata diverse volte e mutilata. Le hanno rimosso entrambi i seni, ma non le hanno tagliato i capelli”.

    Shinichi osservò la capigliatura della giovane, portava un bel caschetto che arrivava alle orecchie.

    “Scusa, Takagi, hai detto che era un’universitaria, di quale facoltà?”

    “Chimica”, risposte il poliziotto dopo aver consultato gli appunti sulla sua agendina.

    “Uhm! … Interessante!”, rispose di rimando il detective.

    “Ah, quasi dimenticavo; abbiamo controllato i luoghi dei due delitti precedenti come ci avevi suggerito; la scientifica ha trovano orme parziali che combaciano con le scarpe dell’aggressore di Miyano”.

    “Quindi è ipotizzabile che chi ha aggredito Shiho abbia anche ucciso quelle due ragazze e, forse, anche questa”.

    Takagi concordò con l’amico, intanto Megure aggiunse:

    “Ricapitoliamo. Sappiamo che è un uomo, non molto alto, con un bastone, che indossa delle calzature che presentano uno dei tacchi rovinato; ha ucciso tre donne, prima le ha sgozzate, poi ha infierito su di loro, tagliando in alcuni casi i loro capelli, a tutte ha tolto i seni con abilità da professionista. Per il resto le giovani non hanno nulla in comune, né fisicamente, né per modo di vita. Abbiamo una prostituta, un’impiegata di call center, una studentessa universitaria e, se Shiho è stata aggredita dallo stesso uomo, una docente universitaria. A questo punto, Shiho è l’unica aggredita che abbia visto in volto il ricercato e che lo possa riconoscere; mi dispiace Shinichi ma dobbiamo interrogarla. Chiba, vai all’università e porta la professoressa Miyano in centrale per un interrogatorio”.

    L’agente Chiba si stava per muovere, ma Kudo lo bloccò.

    “Ispettore, vado io a prenderla. Daremo meno nell’occhio rispetto a dei poliziotti. Non è una criminale, ma un testimone”.

    Megure annuì; il detective prese l’auto e si diresse in facoltà.


    CONTINUA


    Nel prossimo capitolo:

    “E se fossi morta anch’io? Sarebbe stato meglio? Avrebbero avuto più indizi?”
     
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    Mi scuso con il ritardo nel commentare i capitoli>.<
    Di quello precedente mi sorge un dubbio...ma la doccia a casa di Shiho non era rotta?...Perciò una volta tornata come fa a rifarsene una?XD
    La gelosia di Ran come detto più volte è super giustificata ma io non la reggo proprio sta benedetta ragazza....Kogoro potrebbe tenersela un pò di più a casa?XD
    La scena degli esami rivanga ricordi che preferirei rimuovere dalla mia mente...solidarietà a quei poveri studentiXD
    Shinichi mangia i suoi stessi simili?? :asd:
    Su Ran che fa la provocante preferisco non commentare.... :asd: non ha la classe di Shiho.... :U.U:
    Al prossimo capitolo**
     
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    Semplicemente, mi son scordato che era rotta! Ho scritto i capitoli a diverso tempo di distanza e non c'ho pensato!! Ma io adoro Shiho in doccia, se non s'era capito, la lascerei sempre a mollo! Ho modificato il testo per eliminare l'errore, grazie per la segnalazione.

    Anche i miei ricordi universitari m'hanno molto aiutato in quella descrizione!

    Edited by Haibarafan - 15/5/2014, 14:54
     
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  15. EleMaggy
     
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    CITAZIONE
    Shinichi mangia i suoi stessi simili?? :asd:

    Mi hai letto nel pensiero!

    Shin che fa lo sdolcinato con l'unicorno mi fa proprio irritare! :knf: A lui piace la Dea!
    Ran, guai a te se osi imitare Shiho!!! Lei è unica e sempre la sarà! Fatti da parte!
     
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91 replies since 13/4/2014, 13:07   5669 views
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