Posts written by detective Izabel11

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    Capitolo 1

    Avevo ancora quell'immagine davanti agli occhi. Sangue. Molto sangue. Forse troppo. Due persone stese a terra in una posizione quasi innaturale. Un paio di occhi spenti che guardavano dalla mia parte mentre il mio corpo era come paralizzato.
    "Corri".
    Era poco più di un sussurro ma tanto mi era bastato per muovere le gambe. Lo scenario intorno a me stava cambiando. Anzi, ponendo più attenzione io non mi trovavo in un luogo, non ero da nessuna parte. Tutto ciò che mi circondava era la sola oscurità. Eppure io continuavo a correre. Correvo verso una strana luce, ma non riuscivo mai a raggiungerla.
    Qualcosa era cambiato di nuovo. Ora mi stavo osservando. Mi vedevo sola, a terra, con i vestiti sporchi di fango e gli occhi privi di alcuna emozione. Mi vedevo mentre rivolgevo lo sguardo a due figure e dicevo
    "Vi prego...uccidetemi"

    Mi svegliai di soprassalto respirando affannosamente. Ero in un bagno di sudore, probabilmente era dovuto al mio sogno, o meglio al mio incubo.
    Mi voltai verso la mia sveglia e noto che erano le 4:30 di mattina.
    "Non se ne parla proprio di rimettermi a dormire" pensai, così mi alzai e iniziai a prepararmi del caffè mentre scorrevo i messaggi sul telefono.
    Nulla di interessante, come al solito. Erano solo delle proposte di lavoro. L'ennesime.
    Questa vita incominciava davvero ad annoiarmi. Sapevo perfettamente che era necessario per il nostro obiettivo, ma quando è troppo è troppo!

    Il tempo di prepararmi e di bere due tazze di caffè (perché seriamente...nessuno che si sia svegliato alle 4:30 del mattino può sopravvivere tutto il giorno senza almeno una doppia dose di caffeina) ed uscii di casa. Erano circa le 6 del mattino perciò fui un po' sorpresa quando il portiere con sguardo assonnato mi si avvicina al portone di ingresso e mi dice
    -Signorina, le hanno appena consegnato un pacco! Ah faccia attenzione, è senza mittente. Potrebbe anche essere qualcuno che la perseguita, si sentono tante storie oggi-
    -Un pacco? Ma ne è sicuro? Io non dovevo ricevere nulla-
    -Bhè mi sa che Natale per lei è in anticipo allora- mi dice consegnandomi un piccolo pacchetto per poi allontanarsi. Senza rifletterci molto lo aprii e al suo interno vidi un telefono.
    "Questo sì che è strano. Aspetta! Vuoi vedere che…" pensai mentre lo accesi.
    Sulla schermata principale comparve l'avviso che era stato ricevuto un messaggio. Erano poche parole diceva solo
    Save the Queen
    Niente da fare, non riuscii a trattenere una piccola risata. Finalmente!

    Uscii dal palazzo e mentre camminavo prenotavo un biglietto aereo. Un biglietto per il Giappone. "Pare sia il momento di cambiare lavoro, peccato!" pensai mentre osservavo il London Eye illuminato dalle prime luci del mattino "Londra iniziava a piacermi!"


    Molti mesi dopo in Giappone…
    - Di cosa stavi parlando con l'agente Jodie?- domando all'improvviso Ai alle mie spalle. Per poco non mi veniva un infarto " ma da dove diavolo è sbucata!?"
    -Allora Kudo-kun?-
    - Ah e-ehm... di nulla, voleva solo avvertirmi di fare più attenzione. L'ultima volta mi sono intromesso in un loro caso e così…- non ebbi nemmeno il tempo di finire la scusa che Ai si sedette sul divano del dottor Agasa e disse
    -Ah e così non ti bastano più i casi della polizia? Ora ti intrometti anche in quelli dell' FBI?-
    -Spiritosa...è capitato una volta, ok forse due-
    -sei davvero incorreggibile. Va bene io torno a lavorare nel laboratorio-
    Detto questo svanì. No sul serio, un attimo prima era seduta e mi prendeva in giro e il secondo dopo si era come volatilizzata. Forse è un'abilità che ha appreso mentre era nell'Organizzazione.
    Poco importa. Ho dovuto mentirle per non farla preoccupare; d'altra parte come potevo dirle che l'Organizzazione ha messo sulle sue tracce un agente di nome Bourbon?
    No, Shiho non dovrà saperlo. È per il suo bene. Io le ho fatto una promessa, che l'avrei protetta. Ed ho intenzione di farlo.
    La situazione era assurda. Prima io e l'FBI scopriamo che Kir in realtà è un'infiltrata della CIA, poi dobbiamo riportarla all'interno dell'Organizzazione e per farlo abbiamo dovuto sacrificare Akai. O meglio non è che lo abbiamo fatto uccidere per davvero, ma questo lo sappiamo solo io e lui, per il resto del mondo lui è morto. E ora Ai è braccata da Bourbon. Ho paura che prima o poi la situazione mi sfuggirà di mano.
    Invece di ottenere risposta, ho solo molte più domande.



    Nel frattempo da qualche parte a Tokyo una ragazza di poco più di vent'anni camminava tranquillamente per le strade della città. NEra alta e aveva degli occhiali scuri che le coprivano gli occhi. Sembrava una ragazza qualunque, e in effetti doveva sembrarlo, dopotutto non poteva certo mettere a rischio la missione. No, gli altri contavano su di lei. Non poteva deluderli. Perciò se per portare al termine il suo obiettivo doveva sembrare normale, allora lo sarebbe stata. Se invece doveva mentire e uccidere, lo avrebbe fatto. Era disposta a essere una criminale. Però si sa...l'apparenza inganna



    Salve meravigliosa gente del forum! Oggi io e Jenice abbiamo deciso di iniziare una nuova storia insieme e speriamo davvero che la nostra idea vi piaccia.

    Spero davvero di riuscire a portare a termine questa storia e di non lasciarla incompleta come Verità dal passato :lool:
    Bene detto questo ci si rivide per il prossimo capitolo :smile:

    Edited by detective Izabel11 - 31/7/2018, 21:14
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    Oddio sono meravigliosi :heart: :heart: . Mi piace in particolar modo quello con gli abiti tradizionali!
    Sei davvero molto brava :thumb1: :thumb1:
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    Ciao! Ti ringrazio di aver letto la mia storia e sono felice che ti sia piaciuta :thumb1:
    Purtroppo non so quando ( e se ) l'aggiornerò.
    Forse potrei iniziare una nuova storia, diversa dalla precedente ;)
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    Sono profondamente schifata nel sentire di questa gente che non solo ruba il lavoro altrui, ma ci guadagna pure!!
    Credo che in questo forum ci siano molti utenti fedeli che sicuramente non vi "tradiranno " mai, anche perchè questo è un forum serio dove gli episodi caricati sono di ottima qualità sia per quanto riguarda il video che per le traduzioni, e penso che gli altri utenti lo abbiano riscontrato già da tempo :)
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    capitolo 23 -

    Si dice che il mondo è grande, eppure alcune volte ci sembra tanto piccolo quanto una monetina . Forse è capitato anche a voi di incontrare per strada una persona che non vedevate da tempo e allora pensate che sia una bella coincidenza perchè tra tutte le persone che abitano quella città, tra tutte le strade percorribili, in tutti gli orari possibili, avete incontrato una persona del vostro passato che per voi ha significato molto. Non so se in questo caso si può parlare di coincidenza o caso, ma ci sono persone che lo chiamano destino, come se quell'incontro casuale alla fine non lo fosse affatto. Alcune volte questi incontri sono fondamentali perchè ci ricordano chi siamo stati in passato, gli errori che abbiamo commesso, i momenti di gioia, il dolore e solo così possiamo comprendere che non siamo più quelli di una volta, siamo cresciuti e per quanto tentiamo di tornare indietro o di fermare il tempo ciò che abbiamo vissuto non rimarrà altro che un ricordo custodito gelosamente nella nostra mente...


    Era basta una semplice frase dall'uomo che era appena tornato nel mondo dei vivi per stravolgere il piccolo gruppo disomogeneo composta da spie, hacker, un mago, dei detective e degli scienziati.
    - cosa vuol dire che hai scoperto la loro arma segreta?- chiese Hondo rompendo l'atmosfera che si era creata. Dato che tutti erano ansiasi di scoprire di cosa stesse parlando Atsushi , restarono sull'attenti . Atsushi e Elena si scambiarono un segno e il secondo dopo la madre di Ai collegò una chiavetta USB al computer di Daniel
    -Questi che vedete sono i dati che Daniel e Conan hanno raccolto sull'Organizzazione e l'Olympus, come già saprete hanno preso di mira diversi centri di ricerca- iniziò a spiegare Elena mentre sullo schermo comparvero dei progetti
    - Questi sono gli elementi rubati, dovete sapere che il centro di ricerca dell'Organizzazione è altamente specializzato capace di creare le cose più assurde-
    - Bhè questo lo sapevamo già- disse Heijji osservando Ai
    - Comunque sia, tutto quello che hanno rubato serve a costruire questo...- riprese il padre di Ai mostrando a tutti un progetto in particolare, sembrava piuttosto piccolo, probabilmente se non glielo avesse mostrato, non lo avrebbero nemmeno considerato, sembrava innocuo...
    - Questo piccolo congegno?- domandò sorpreso Kaito
    - Mio caro amico ladro, questo piccolo congegno come lo hai chaimato tu, è il nuovo prototipo per la bomba più devastante tra tutte, persino di quella atomica. Ha le dimensioni di un cestino per il pranzo ma il suo raggio di esplosione può ricoprire circa 20 km , quella che avete visto in Tv era un prototipo, ma non è quets ala cosa più preoccupante...- spiegò lo scienziato.
    A quelle parole calò il silenzio. Tutta la squadra era preoccupata, non solo con quelle dimensioni era praticamente impossibile da trovare, ma nell'esplosione sarebbero morte centinaia di persone, la cosa che però li preoccupava di più era stata quella frase ... più devastante della bomba atomica
    - Questa bomba ha un'altra caratteristica, essa quando esplode rilascia nell'atmosfera dei gas, questi gas sono dei virus letali, immaginate adesso cosa potrebbe succedere se questa bomba venisse attivata, si spargerebbe il caos, le case farmaucetica verrebbero prese d'assalto morirebbero no solo centinaia di persone a causa dell'esplosione, in questo caso stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone- aggiunse cupa e seria Elena Miyano.
    -Non solo, immaginate se vendessero questa bomba alle grandi potenze mondiali e se una di queste decidesse di usarla contro un'altro paese, o peggio se finisse in mano ai terrorristi, sarebbe la fine, ci sarebbe..-
    -Una terza guerra mondiale- finirono in coro il resto del team.
    -Ho sempre pensato che l'Organizzazione fosse pericolosa, ma fino a questo punto...- disse Ai pensando ad alta voce
    -Tesoro c'è un motivo se ci era stato ordinato di creare l'APTX 4869. Il loro intento era quello di creare un virus estremamente potente da usare in quella bomba, le cose non sono andate come desideravamo. Abbiamo pensato che se io e tuo padre avessimo inscenato la nostra morte e avessimo distrutto e nascosto i file relativi al progetto, questa faccenda sarebbe stata chiusa, non avremmo mai potuto immaginare che tu avresti ripreso il progetto.- disse la madre alla figlia.
    Ai abbassò alla testa, a causa del suo progetto, del suo lavoro stavano soffrendo molte persone
    -Mi dispiace mamma-
    -Scusate se interrompo, ma ora il nostro obiettivo è recuperare e distruggere non solo i file relativi alla bomba, ma anche la bomba stessa- disse Kaito sicuro di sè
    -E ovviamente quella di recuperare quella ragazza sconsiderata chiamata Izabel- disse Daniel con sguardo severo ma con un sorrisetto sulle labbra, più tardi Izabel avrebbe etichettato quello sguardo come " Dark Soul Mode".
    -Ovviamente, ci sono novità?- chiese Conan iniziando a preparare i gadget del professor Agasa
    -L'ho trovata, è in una struttura abbandonata vicino il porto- disse Daniel fiero di sè.
    Successivamente tutta la squadra si alzò, ora sapevano cosa tramavano e dove si trovavano, erano pronti : Conan aveva con sè i suoi gadget, Kaito avevao già indossato il suo inconfondibile mantello bianco e Daniel e Jodie caricarono due pistole.
    -Ah quasi dimenticavo...- fece Daniel mostrando 4 valigette, una volta aperte al loro interno c'erano le pistole per i tre scienziati e anche per Eisuke Hondo.
    -Ora sì che va meglio- disse Ai caricando la pistola, a quella vista Conan si appuntò mentalmente di non farla mai arrabbiare.

    ****

    Quando la ragazzina si svegliò si accorse di essere ancora legata a quell'infernale struttura di metallo, l'odore del suo sangue era ovunque, tentò di muoversi ma non appena lo fece provò un dolore lanciante al fianco sinistro e solo allora notò che era coperto di sangue e probabilmente aveva anche qualche costola rotta. Il suo aguzzino non era presente, così aveva un pò di tempo per riflettere su come liberarsi da lì, era più che sicura che Daniel l'aveva già rintraccaita e ora stava vevendo a salvarla, ma se rimaneva lì ancora per un pò probabilmente sarebbe morta.
    progetto Apocalisse eh... col diavolo che riuscirete a portarlo a termine pensò Izabel non appena riuscì ad attivare il suo orologio con i denti.
    Quello di conan lanciava aghetti soporiferi, ma il suo...
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    Grazie mille :cry: :cry: .... anche se credo che il capitolo non sia proprio buono. Non è stato semplice scrivere la scena del loro incontro perchè dovevo immaginarmi cose avrebbe fatto Ai in quel momento .
    Sono molto felice che il capitolo ti sia piaciuto, appena avrò tempo aggiornerò
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    Molto bene amici del forum, la mai assenza è finita ed io sono tornata tra di voi per finire di raccontare la mia storia, spero che non l'abbiate dimenticata perciò mettetevi comodi che lo spettacolo riprenderà da dove è stato lasciato....

    capitolo 22 - La famiglia è al completo o quasi...

    Bugie, l'altra faccia della verità. Alcune volte sono necessarie per proteggere chi amiamo, altre volte è solo per far soffrire, altre ancora ci sembrano così sciocche che le diciamo senza alcun problema. Dirle ci sembra semplice.... facile, non richiede alcuno sforzo, la verità invece è terribile, può distruggere quel castello di carte che abbiamo faticosomente costruito in un solo secondo. La verità fa male, devasta tutte le nostre certezze, fa scoprire dei lati del nostro carattere che non vogliamo che gli altri scoprano. La verità è senza dubbio l'arma più potente al mondo, eppure preferisco vivere 100 ore di verità che 100 anni di bugie...


    Un suono. Una parola, una sola parola che non aveva quasi mai pronunciato nel corso della sua vita, oramai pensava di aver dimenticato come si pronunciasse. Era una parola semplice composta da sole due sillabe, i bambini la dicevano in continuazione: per supplicare, per chiedere qualcosa, per parlare un po'; lei non aveva mai avuto queste opportunità ecco perchè quando aveva pronunciato quel nome il suono le era sembrato dolce, carico di affetto familiare, perciò lo ripettè quasi per riassaporarne il suono
    -Papà?-
    Era poco più di un sussurro ma tanto bastò a far scendere le lacrime allo scienziato che le stava davanti, aveva sognato per anni il loro incontro, ogni notte prima di addormentarsi guardava una foto che ritraeva tutta la loro famiglia al completo, rimaneva a guardarla per interi minuti tentando di ricordare il sorriso delle sue bambine e la loro voce ed ora non gli sembrava vero di poter rivederle la sua bambina, di poterla riabbracciare e di poter sentire la sua voce
    - Shiho-
    Fu tutto ciò che riuscì a dire, avrebbe voluto dire qualcos'altro, ma le parole gli morirono in gola. La piccola scienziata dai capelli ramati si alzò lentamente e con passi piccoli e titubanti si avvicinò all'uomo che aveva appena chiamato padre, all'uomo che pensava non avrebbe più rivisto.
    Era come ritrovarsi in un sogno, qunado poi vide anche sua madre affianco ad Atsushi , i suoi passi si fecero più veloci e decise; era come se le altre persone nella stanza non esistessero, c'erano solo loro e questo le basatava. Alla fine abbracciò con forza i due genitori, non dissero nient'altro. L'abbraccio fu intenso, si strinsero forte come se avessero paura di lasciarsi e in effetti era proprio così.
    quando si staccarono sul volto dei tre scienziati iniziarono a cadere delle lacrime, quelle di Ai furono asciugate da un detective dai capelli corvini e gli occhiali.
    Ai lo guardò come a ringraziarlo e lui per tutta risposta la strinse a sè le baciò dolcemente la fronte.
    Si erano commossi tutti a quella riunione di famiglia tanto agognata, eppure c'era uno di loro che nonostante il momento toccante non smetteva di smanettare sul computer.

    - Non vorrei rovinare il momento ma sono passate quasi sette ore e non sappiamo ancore dove sia Izy- disse daniel preoccupato del destino della sua ... amica.
    I volti dei pressenti tornarono a farsi serie guardarono Atsushi ed Elena per chiedere il loro aiuto
    - Molto bene, Dan ti stai già occupando del GPS vero? Perfetto, io e i tuoi amici invece elaboreremo una strategia d'attacco, anche perchè abbiamo appena scoperto l'arma segreta dell'Olympus...-




    Perdonatemi se il capitolo è corto ma giuro che mi farò perdonare e non sparirò.... rimanete sintonizzati!!!! :D
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    Volevo scusarmi con tutti per la mia lunga assenza dal forum; ho avuto parecchie cose da fare. Non so se alla mia storia siete ancora interessati, ma ho promesso ad un'amica che avrei finito la storia, perciò rieccomi qua per riprendere da dove ho lasciato :smile:
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    capitolo 21 - La squadra -

    Nei fumetti l'eroe si sacrifica sempre per difendere gli altri. Questo viene definito eroismo. L'eroe per quanto possa soffrire non si arrenderà mai, perchè ha qualcuno da proteggere, finchè il suo spirito sarà puro e forte, il suo corpo potrà sopportare qualsiasi tortura che gli verrà inferta, e alla fine vincerà la battaglia, ma tutto questo basterà a vincere la guerra?

    Urla. Solo urla. Tra quelle pareti le urla della giovane agente si diffondevano velocemente. Nessuno provava a fremare il torturatore, lì dentro c'erano solo nemici che non aspettavano nient'altro che un ordine per poi puntarle una pistola alla tempia e macchiare di rosso scarlatto le pareti della stanza. La spia lo sapeva e resisteva con tutte le sue forze, ma ogni volta le scariche elettriche diventavano sempre più forti, presto o tardi avrebbe perso i sensi di nuovo; doveva impedirlo; e gridava con tutte le sue forze, gridava per dimostare al torturatore che lei era ancora viva, che opponeva resistenza, che stava combattendo. Ma c'era una cosa che la giovane spia non capiva: ad ogni scarica vedeva il volto sorridente di Daniel, lo vedeva mentre le porgeva la mano, mentre mangiava del gelato, mentre la distraeva durante una missione...
    "Perchè... perchè lo sto vedendo ora? pensava Izabel sempre più debole e le sue palpebre sempre più pesanti
    Non ti preoccupare... riposati, ci sono io vicino a te
    Izabel riaprì gli occhi di colpo ... quella era la voce di Daniel! Ma poi guardandosi attorno vide solo Ares che affilava delle lame, evidentemente stava per cambiare tortura. Ma allora da dove veniva la sua voce? Forse se l'era solo immaginata
    - Allora, mia bellissima ospite... ti va di cambiare gioco?- disse Ares avvicinandosi a lei con in mano un pugnale ben affilato. A quella provocazione Izabel non resistette e gli sputò in faccia; sorpreso Ares indietreggiò, si pulì il volto e squadrò la sua prigioniera con occhi di fuoco
    -Lo sai che se una bambina fa la cattiva deve essere punita severamente!- gridò lui affonadando il pugnale nel fiando sinistro della giovane. E allora lei gridò di nuoovo mentre sul suo fianco andava a formarsi una chiazza di sangue sempre più grande

    ***
    - Sono passate sei ore da quando Izabel è sparita, possibile che non riusciamo a capire dove sia finita?!- urlò spazientito l'hacker. In tutto quell'arco di tempo Daniel era diventato sempre più nervoso e irascibile, per poco non prendeva a pugni Heiji che tentava di sdrammatizzare la situazione.
    Sei ore erano tantre, troppe... e tutti i presenti incominciarono a pensare al peggio.
    -Dannazione!- gridò Daniel alzandosi dal divano e chiudendo con forza il suo PC, era evidente che un altro tentativo era andato in fumo.
    -Daniel cerca di restare calmo ,probabilmente ci stiamo preoccupando per nulla- tentò di rassicurarlo Ai
    - Shiho tu non capisci, Izabel non è mai stata irrintracciabile per tutto questo tempo, di solito sono solo due ore e poi tornava con il criminale catturato, ma erano solo due ore... ora ne sono passate sei e lei non è qui!- disse Daniel ricordando come tutte le volte che non riusciva a trovare Izabel, lei tornasse sempre da lui dopo solo due ore.
    Vedendo i volti dei suoi compagni Daniel capì che doveva restare lucido, altrimenti non l'avrebbe mai trovata, prese il cellulare e il Pc e quando disse
    -Vado a prendere una boccata d'aria- Nessuno obiettò. Così dopo pochi minuti era solo e camminava per le strade affollate di quella dannata città
    -Ci serve aiuto- disse Kaito non appena Daniel chiuse la porta
    - Ma dai genio, non l'avevamo capito- disse Heiji leggermente teso; ma prima che tra quei due scoppiasse una lite s'intromise Conan dicendo
    -Io so chi può aiutarci e conoscendola sarà qui entro pochi minuti-

    ***
    -Ho bisogno del tuo aiuto- disse Daniel serio mentre parlava al telefono con il Boss
    -Che cos'è successo? Di solito non mi chiedi aiuto- rispose Atsushi intuendo che la situazione dovesse essere molto seria. Daniel fece un bel respiro e pronunciò quelle parole di cui aveva tanta paura
    - Izabel è stata rapita- Atsushi non rispose, Daniel sentì solo che stava dicendo qualcosa ad Elena con tono preoccupato
    -Stiamo arriavndo- infine disse.
    Daniel chiuse la telefonata senza aggiungere altro. Ripose il cellulare in tasca e tornò all'appartamento.
    Non appena aprì la porta vide tutti i suoi amici seduti sul divando che stavano parlando con una donna un ragazzo. Incuriosito si avvicinò.
    - Come sta il mio hacker preferito?- gli chiese la donna; vedendola il ragazzo si stupì e tutto quello che riuscì a dire fu
    - Jodie, perche sei qui! E perché c'è anche Eisuke!?-
    -E-ehm questa è un'ottima domanda, sei arrivato giusto in tempo, stavo appunto per raccontare tutto ai tuoi amici- disse Jodie facendo segno a Daniel di accomodarsi vicino a Kaito. Dopo che Daniel si fu seduto, l'attenzione era completamente rivolta ai due ospiti
    - Izabel è stata rapita da Ares- iniziò Jodie. A quelle parole il terrore comparve sui volti di tutti - anche se sarebbe meglio dire che si è fatta catturare da Ares. Ora vi spiego, Izabel aveva detto ad Ares di essere a conoscenza di un importante progetto dell'Organizzazione. Ares allora ha deciso con la sua squadra di uccidere tutti i componenti del vostro gruppo e di dimostrarvi che l'Olimpus non scherza affatto. Quell'attentato alla Casa Bianca era solo un diversivo per impedirvi di chiedere aiuto alla CIA e al FBI contro l'Organizzazione. Izabel decise di mettere in atto il suo piano, nessuno di noi conosceva il nascondiglio della squadra di Ares, così lei ha fatto un accordo con Ares, si sarebbe consegnata a lui e gli avrebbe detto tutto quello che sapeva sul progetto, ma in cambio lui non doveva uccidervi. Poco prima dell'incontro Izabel ci ha chiamati dicendo di portare un nano rilevatore GPS e una cimice, abbiamo nascosto i due congegni in un ciondolo e poi lei si è consegnata al nemico per trovare il nascondoglio-
    Quando Jodie ebbe finito di parlare tutti erano sorpresi e confusi, ma Daniel era anche infuriato, come aveva fatto a non notare gli strani comportamenti di Izabel?
    -Agente Jodie, lei mi sta dicendo che quell'idiota si è volontariamente consegnata ad Ares solo per proteggerci e conoscere la posizione esatta del nascondiglio?!- chiese Daniel infuriato
    -Proprio così, ah e prima che tu ce lo chieda, non ti ha detto niente perché sapeva che non avresti approvato, però c'è una cosa strana che non capisco-disse Hondo
    - E quale srebbe quattrocchi- disse Heiji spronandolo a parlare.
    -I due congegni che abbiamo instalato all'nterno della collana ce li aveva dati Izabel in precedenza e ci aveva detto che al momento giusto dovevamo portarli con noi per poiinstallarli, ma che fino ad allora non potevamo attivarli. Dopo "l'incontro" tra Ares e Izabel abbiamo provato ad attivarli, ma non ci siamo riusciti, in oltre poco prima dell'arrivo di Ares Izabel ci ha dato questo biglietto per te, Daniel- finì Hondo. Daniel prese il piccolo biglietto, lo aprì e per la prima volta dopo ore sorrise, sul biglietto c'era scritto
    Mi dispiace di averti fatto preoccupare. I due congegni erano delle tue invenzioni e solo tu puoi attivarli, perciò muoviti... ti sto aspettando per concludere la faccenda. XXX Izabel
    Daniel ripegò il foglietto e se lo mise in tasca, gli altri non fecero domande. Daniel però aveva un bel problema da risolvere, perhcé si rese conto che tra pochi istanti i genitori di Ai sarebbero arrivati e lei non sapeva niente, perciò era meglio rivelare tutto
    - Ehm... vedete ragazzi per tutto questo tempo ho aiutato una persona, diciamo che era una collaborazione. Lui mi ha chiesto di tenerdi d'occhio Ai e io l'ho fatto, tra poco arriverà per darci una mano. Ai , questa persona è...- ma Daniel non riuscì a completare la frase perché il campanello suonò. Heiji andò ad aprire e non appena Ai vide le due persone che erano ferme sull'uscio per poco non svenne, e tutto quello che riuscì a dire fu
    -Papà?-


    Bene eccomi con un nuovo capitolo, vi anticipo però che domenica non potrò aggiornare poiché starò tutto il giorno fuori casa per uno stage. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e Buon Lunedì a tutti :xd:
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    capitolo 20- Dolore nero

    Che cosa siamo disposti a fare pur di proteggere qualcuno? Che cosa siamo disposti a sacrificare per il bene di un'altra persona? Quanto in la siamo disposti a spingerci? Prima di fare qualsiasi scelta ponetevi queste tre domande, non rispondete subito, pensateci bene! Trovate le risposte nel profondo della vostra anima perché poi non vi sarà possibile tornare indietro.

    Le pareti erano sporche e in alcuni punti erano anche bagnate, evidentemente doveva esserci una perdita; negli angoli c'erano delle ragnatele e il pavimento non vedeva un'aspirapolvere da mesi. Nella stanza faceva freddo, non c'era niente con cui riscaldarsi. Era un gelo che ti entrava nelle ossa e nelle vene fino a diventare una parte del tuo corpo. Al centro di quella sporca e fredda stanza c'era una vecchia sedia e legata sopra di essa c'era una ragazzina con i capelli castano chiaro. La ragazza aveva gli occhi chiusi e la testa era appoggiata sulla sua spalla.
    Quando Izabel si svegliò le girava la testa e faticava a vedere; quando tentò di muoversi capì di essere stata legata alle mani con delle manette e ai piedi con una corda. Per quanto si muovesse, non riusciva ad allentare la corda, così tentò di ricordare come era finita lì e in meno di un istante l'immagine di lei che veniva addormentata da Ares le ritornò alla mente.
    In quelle condizioni non poteva fare assolutamente niente, ma si stava preparando psicologicamente per quello che sarebbe venuto dopo: la tortura.
    E per quanto una spia possa esere fisicamente e psicologicamente pronta, non si è mai davvero pronti per affrontare una tortura, perché ogni torturatore è divarso da un altro e sfortunatamente a lei era toccato il peggiore. E se lo conosceva almeno un po', sapeva che entro pochi minuti le avrebbe fatto "visita". Infatti poco dopo il suo torturatore si fece vedere, indossava una tuta nera e con sè aveva due zainetti colmi di attrezzi. Izabel assunse un'aria pensierosa e tentava con tutte le sue forze di non mostrare la sua paura.
    Ares aprì uno degli zainetti e tirò fuori uno specie di guanto il quale però aveva la forma di un pugno, per certi versi era simile ad un guantone per il pugilato, ma era molto più piccolo e lasciava scoperte le dita.
    -Salve giovane spia, dormito bene?- chiese il ragazzo con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra
    -avrei dormito meglio se mi avessi portato in un hotel a 5 stelle- rispose Izabel mantenendo la calma
    -Perché, non ti piace la tua suite personale?- domandò Ares avvicinandosi di più alla ragazza
    -Mi dispiace dirtelo, ma i tuoi gusti in fatto di arredamento sono pessimi, insomma è questo il modo di trattare una povera ragazza indifesa?- chiese lei stuzzicandolo un po'. Il volto di Ares però cambiò, e con uno sguardo colmo d'ira le diede un pugno nello stomaco con quel guanto. All'inizio Izabel si era chiesta come mai proprio quel guanto, ma solo quando percepì il colpo capì che il guanto era imbottito con dei pesi, e con la giusta forza le avrebbe potuto spezzare le costole e qualsiasi altra ossa del corpo. La giovane agente fece uno sforzo enorme per non urlare
    -Ma come nemmeno un grido? Accidenti sei proprio una ragazza tosta. Ma la mia specialità è quella di riuscire a far parlare qualsiasi persona sotto tortura, ma non voglio farti troppo male, perciò... che cosa sai del progetto "Apocalisse" ?- domandò lui, serio in volto.
    Izabel non rispose, si limitò a fissarlo negli occhi
    -Ti ho chiesto cosa sai tu di quel progetto!- urlò Ares visibilmente irritato dalla poca collaborazione mostrata dalla ragazza, dandole poi un pugno nelle costole, Izabel sentì qualcosa spezzarsi e ancora una volta fece uno sfrozo enorme per non urlare. Anche dopo due, tre pugni in pancia e nelle costole, la bocca della ragazza era sigillata ; era proprio in quei momenti che Izabel mostrava tutta la sua forza. Ma Ares era determinato a farla parlare, inoltre voleva vederla soffrire, voleva vederla ricoperta di sangue e voleva sentirla implorare pietà
    - Va bene, visto che non rispondi, ti farò un'altra domanda che volevo farti da un po'... perché quel giorno non mi hai ucciso?- chiese Ares sedendosi difronte alla ragazza. Izabel sapeva perfettamente a cosa stesse facendo riferimento, al giorno in cui lo incontrò per la prima volta, che non fu durante la sparatoria con Miguel, ma fu un paio di anni prima, quando era a Praga per incastrare un trafficante d'armi. Quando fece irruzione nell'appartamento di quel trafficante e lo vide per la prima volta; il trafficante era fuori gioco e lei lo avevo sotto tiro, avrebbe potuto ucciderlo propriò lì, in meno di un secondo, ma mentre mirava alla sua testa pronta per spargli una pallottola nel cervello, incrociò il suo sguardo e qualcosa la colpì, forse fu la profondità di quello sguardo o forse fu quello che vide; in quegli occhi vide una profonda tristezza e solitudine, in quel momento fu debole equel giorno imparò che chi è debole non sopravvive sempre, infatti esitò ed Ares estrasse la sua pistola e la colpì di striscio, se le ricordava ancora le parole che le disse prima di saltare giù dalla finestra, le aveva detto " Chi è debole non merita di vivere, il mondo deve essere governato solo dai più forti e ben presto sarà così... . Quella fu la prima volta che lo vide, ma non fu l'ultima, lo incrociò anche altre volte durante le missioni e una volta avevano persino collaborato , ma ad ogni loro scontro Izabel comprendeva sempre di più che lui godeva quando gli altri soffrivano, ma nei suoi occhi c'ra sempre tristezza
    -perché quel giorno la mia mssione era catturare il trafficante d'armi e non ucciderti- mentì lei fisando il pavimento, in realtà non lo uccise perché in quel momento era debole, ma non lo avrebbe mai ammesso
    -No, mi stai mentendo. Nelle missioni in cui ci siamo scontrati, ho capito che in fondo tu ed io siamo uguali; siamo dei leader nati, desideriamo combattere per i nostri ideali, desideriamo il potere e anche tu godi quando gli altri soffrono, lo so... l'ho letto nei tuoi occhi e perciò so che mi stai mentendo- disse lui avvicinandosi al volto di Izabel per poi accarezzarlo; Izabel tentò di allontanarsi perché solo il suo tocco le faceva ribrezzo, ma non ci riuscì
    -Non riuscirai a vincere- disse l'agente
    -Mai noi abbiamo già vinto- rispose lui con un ghigno - La bomba alla Casa Bianca era solo un test, abbiamo scelto quel luogo perché così FBI e CIA non potranno aiutarvi nella lotta contro l'Organizzazione perché saranno troppo occupati a rintracciare i terroristi, mentre noi potremo infiltrarci nelle guardie del prsidente o negli agenti CIA, perciò sì abbiamo già vinto-
    -Era soo un diversivo. Certo che dovete essere disperati per ricorrere a mezzucci simili- aggiunse Izabel stuzzicandolo, sapeva che in quella situazione era come giocare col fuoco, ma lei era lì proprio per scottarsi.
    -Va bene, visto che vuoi giocare...- disse Ares colpendola sulla mascella. Izabel sputò sangue ma nonostante ciò non gridava, anzi sorrideva. Ares spazientito la slegò per poi ri-legarla ad una rete di metallo che era attaccata al muro; la legò con delle manette e prese dal suo zaino uno strano congegno, era come un telecomando
    -visto che questa bambina cattiva non vuole parlare, devo passare alle magniere foti- e detto questo premette un pulsante e pochi secondi dopo Izabel ricevette una forte scossa elettrica, per non urlare dovette sforzarsi di ridere e disse
    -Che diavolo è, una variante della sedia elettrica?-
    -perché non me lo dici tu?- disse Ares aumentanto di ben tre volte il voltaggio. A quella potente scossa Izabel non ce la fece più e gridò, si sentiva bruciare, il dolore alle costole e alla mascella era diventato più forte e la sua vista si stava sbiadendo sempre di più, le palpebre si stavano facendo sempre più pesanti, prima di chiudere gli occhi sentì qualcosa di caldo colarle sulla guancia: era sangue. Strano, forse Ares l'aveva colpita e lei non aveva nemmeno sentito il colpo, fatto sta che l'unica cosa che vide fu il guanto del ragazzo sporco di sangue scarlatto e poi... più niente, poi solo buio, solo dolore, solo nero.


    Ok lo so che non è granché, ma spero che vi sia piaciuto lo stesso :D
  11. .
    capitolo 19 - Sconvolgente verità

    La curiosità può essere molto pericolosa, certe volte si finisce nei guai solo perchè si era troppo curiosi. Ma senza la curiosità , al giorno d'oggi non avremmo moltissime invenzioni che hanno migliorato le nostre condizioni di vita. La curiosità è come il gioco d'azzardo, dove la posta in gioco è la tua vita; molte volte evitiamo questo gioco proprio per non finire nei guai, ma non sempre si può evitare di giocare; perciò non ti resta che accettare il rischio e non mostrare le tue debolezze, ecco perché è importante la "faccia da pocker" , quindi se non avete delle belle carte... non siate troppo impazienti e curiosi ed aspettate finchè non avrete le carte per vincere la partita.


    -Sì. Sì signore. Ma certamente.... la missione si è svolta senza alcun imprevisto-. Questa era la parte di una missione che Ares odiava di più: fare rapporto. Era un lavoro da scrivania e lui essendo un uomo d'azione preferiva evitare certe seccature, molto spesso infatti faceva fare quel lavoro ad un altro, ma questa volta non poteva proprio evitarlo. In quella particolare missione era stato usato un nuovo congegno e spettava a lui riferire se aveva funzionato secondo le aspettative dei superiori.
    - Signore, abbiamo il permesso per tornare alla base?- domandò Ares. Si era veramente stancato di rimanere lì, era impaziente di ricevere il prossimo incarico, possibilmente doveva essere una missione solitaria, non gli dispiaceva lavorare in squadra, ma preferiva essere da solo.
    -Negativo. La squadra deve rimanere lì a monitorare la situazione. Aggiornami se necessario- disse Zeus chiudendo la tlefonata.
    Ares dovette sforzarsi di rimanere calmo e di non scaraventare il telefono contro la parete della sua camera. Decise di andarsene in salotto e di in formare la squadra.
    -Allora? Che si fa?- chiese Eris vedendolo entrare nel solotto
    -Scommetto che ti, o meglio, ci ha chiesto di restare qui- disse Atena che era seduta sulla penisola della cucina. Ares la guardò attentamente; aveva i capelli castani raccolti in una coda e nonostante facesse abbastanza freddo anche in quell'appartamento, indossava dei pantaloncini lunghi fino alle ginocchia ed una giacca leggera. Nel gruppo era quella più astuta ed intelligente.
    -Certe volte mi fai paura sai?- disse Ares con un tono freddo. Atena si mise a ridere , scese dalla penisola e si avvicinò al volto del capitano
    -Credevo che niente ti spaventasse- disse lei con tono spavaldo
    -Le cose che mi spaventano non sono molte, ma ovviamnte sono informazioni riservate- disse Ares avvicinandosi ancora di più a lei.
    -La volete finire? Sto cercando di seguire il notiziaro- disse Poseidone alzando il volume della TV. Ares incuriosito si sedette sul divano in pelle e fece attenzione alle notizie
    -Non sappiamo ancora come è potuto succedere, ma la Casa Bianca è oramai rasa al suolo, fortunatamente il presidente è salvo, ma molte persone del suo staff sono morte in quella spaventosa esplosione. Il Presidente ha annunciato che chiunque sia stato dovrà fare i conti con la giustizia; nel frattempo l'FBI e la CIA stanno lavorando affinché i terroristi vengano catturati-
    -Wow, siamo diventati famosi- disse Eris scherzando
    -Restare a monitorare la situazione- disse Ares con tono serio - Questi sono gli ordini-
    -Allora sarà il caso di tener d'occhio quel gruppetto di mocciosi- aggiunse Apollo spegnendo la Tv.

    ****
    - Accidenti, questo non me lo sarei mai aspettato- disse Daniel spegnendo la Tv dopo che tutti aveva visto il notiziario. Heiji e Kaito avevano capito che con quelle persone c'era ben poco da scherzare, mentre Daniel, Conan ed Ai erano sorpresi, ma infondo avevano capito a cosa erano serviti quei furti, mentre Izabel....
    -Ragazzi, dov'è finita Izabel?- chiese Ai, la quale pensando che la sua amica si trovasse in camera era andata a controllare, ma la giovane spia non c'era.
    -Non lo so, ora la chiamo- disse Daniel che stava già componendo il numero.
    -Chi è che rompe le scatole?- chiese Izabel senza guardare il numero che era apparso
    -Si può sapere dove sei finita?!- disse Daniel mettendo poi il viva-voce in modo tale che anche gli altri potessero alscoltare la conversazione
    -Ah Daniel sei tu. Bhé... ecco.. sono uscita un secondo- disse Izabel
    -E dove saresti andata? E dove sei poi, sembra che tu stia su una moto- chiese Conan
    -C-Conan ma come puoi pensare che io stia per strada su una moto,andiamo ...sarebbe una cosa completamente folle e sconsiderata dato che, come qualcuno mi ripete ogni cinque secondi, teoricamente sarei in convalescenza- rispose Izabel tentando di rassicurare i suoi amici
    -Una cosa sconsiderata dici? Allora è una cosa che sicuramenti faresti!- disse Ai ridacchiando un po'
    -Ai-chan ma quanta fiducia nei mie confronti!- scherzò Izabel
    -Basta scherzare; dove sei?- domandò daniel con tono serio e minaccioso. Era in quelle situazioni che Daniel tornava ad essere Dark Soul
    - Calma, calma. Diciamo che... sì insomma... oh, scusa Daniel devo riattacare, ciao!- disse Izabel chiudendo in fretta e furia la telefonata. Odiava tenerli all'oscuro del suo incontro, ma non poteva fare altrimenti, se li afesse informati Conan avrebbe perso tempo ad elaborare un piano, Daniel l'avrebbe rimproverata ed avrebbero solo perso tempo. In questo modo invece si agiva più infretta e poi aveva anche una piccola squadra d'appoggio. Però doveva ammettere che quel piccolo detective aveva indovinato, lei era su una moto, ma non avrebbe mai capito dove stesse andando, poiché aveva disattivato il rintraciatore gps.

    -Accidenti a lei!- urlò Daniel che da circa mezz'ora tentava di riattivare il rintracciatore di Izabel - Ahhh è sconsiderata, impulsiva, impaziente, testarda oltre qualsiasi limite e...-
    -E dopo aver elencato tutte le sue qualità, sei riuscito a trovarla?- chiese Kaito. In tutta risposta Daniel lo fulminò con lo sguardo e tornò a concentrarsi sul computer, dopo pochi secondi squillò il suo cellulare
    -Pronto? Marcus, che piacre sentirti, come? Lei ti ha chiesto cosa?! Ok ehmm il numero di targa? L'ha cambiato?! OK, ok grazie per avermi chiamato- disse daniel chiudendo la telefonata
    -Chi era?- chiese Heiji un po' incuriosito
    -Era Marcus, colui che ci fornisce le auto e le moto per le missioni, Izabel è stata da lui circa quarantacinque minuti fa, ha preso una moto nera, le ha cambiato la targa e se ne è andata, in poche parole assolutamente irrintracciabile!- sbraitò Daniel furioso
    -A questo punto non ci rimane che aspettarla- disse Ai avviandosi verso la sua camera per lavorare. Daniel stava per dire qualcosa, ma in quel preciso istante ricevette un messaggio " devi procurarmi il dna della tua amichetta -A.
    Dopo averlo letto l'hacker era sempre più confuso, ma mettersi a discutere con il Boss non era proprio il caso, perciò entrò nella stanza di Izabel, prese quelche capello dalle sua spazzola, li mise in una busta e li spedì allo scienziato.

    ****
    -Ne sei proprio sicura?- chiese un ragazzo con gli occhiali
    -Sicurissima- rispose una ragazzina dagli occhi smeraldini. La ragzza era appoggiata alla moto, teneva il casco argento in mano e sulle spalle aveva uno zainetto
    - Non sono d'accordo- disse una donna dai capelli biondi
    -Zia Jode, tu non sei mai d'accordo con i miei piani- disse Izabel prendendo dalle mani del ragazzo un ciondolo con un localizzatore.
    -I tuoi piani sono sempre così pericolosi?- chiese il ragazzo con gli ochiali
    -Sì Eisuke, lo sono sempre - rispose Izabel, facendo po segno ai due di nascondersi, dato che tra pochi minuti sarebbe arrivata "quella persona". Infatti arrivò poco dopo su una moto rossa. Si tolse il casco, ed anche se era buio Izabel potè distinguere perfettamente i suoi capelli neri come la pece
    -Ciao Izabel- la salutò lui
    -Non perdiamo tempo, era me che volevi giusto?- domandò lei senza alcun timore
    -Esatto, volevo... divertirmi un po' e farti vedere un bel posticino- disse lui facendo un ghigno
    -Va all'infreno Ares!- disse lei
    -Ok, ma tu verrai con me- rispose lui mettendole sulla bocca un fazoletto imbevuto di cloroformio e dopo pochi secondi Izabel si addormentò


    Ok, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se però non vi è piaciuto qualcosa o volete darmi qualche consiglio, allora vi prego di dirmelo con un commento. Detto questo... a domenica prossima! :D
  12. .
    capitolo 18 - Che inizino le danze!

    La vita è strana. Proprio quando pensiamo che le cose vanno per il verso giusto ecco che tutto si complica, ma quando tutto ci sembra orribile ecco che qualcuno torna a farci sorridere. La vita è imprevedibile. Quando siamo pronti per voltare pagina, per lasciare il passato dietro alle nostre spalle; siamo fiduciosi in un futuro migliore e guardiamo al domani con un sorriso, non sapendo bene che cosa ci aspetta, ma che sraemo pronti ad affrontarlo. La vita è buffa; quando crediamo di aver perso l'amicizia di qualcuno, ecco che ritorna da noi sorridendo oppure quando non abbiamo più contatti con amici di vecchia data ecco che li incontriamo per strada ed incominciamo a parlare con loro, come se niente fosse successo. La vita è un mistero, molti scienziati cercano di capire come è nata la vita, ma non hanno ancora trovato la risposta, ma a non dovrebbe interessarci, perchè non ha importanza su come è nata la vita, ha importanza la nostra vita ed il fatto che noi siamo vivi: noi proviamo amore, gioia, dolore, frustazione, noi possiamo correre, saltare, ridere ed il resto non conta. La vita è un dono e dobbiamo tenercela stretta.

    La neve e l'alba rendevano il paesaggio che si presentava ai loro occhi ancora più suggestivo. Ma a loro non importava, per loro poteva anche esserci un uragano; il loro unico scopo era portare a termine la missione, con qualsiasi mezzo.
    Il loro maestro aveva inzegnato loro che le cose fatte di fretta, sono cose fatte male; perciò si diressero all'appartamento che l'Olimpus gli aveva fornito, posarono le valigie ed iniziarono ad organizzare gli appostamenti.
    -Ares, ho ricontrollato i dati che ci hanno fornito, credo che ci sia un'errore- disse Poseidone rivolgendosi al suo capitano che se ne stava seduto sul divano rilassandosi un po'. Il ragazzo dai capelli neri come la pece alzò lo sguardo sul suo compagno e poi chiuse gli occhi come se fosse già esausto
    -Hmmm, sentiamo quale errore ci sarebbe- gli rispose lui con tono duro. Poseidone però non sembrava intimorito e così si sedette sulla poltroncina difronte ad Ares
    -Secondo i dati la nostra operazione dovrà fungere solo come fumo negli occhi, ma allora come mai hanno chiamato noi e non gli altri agenti come Kir o Vermouth?- chiese il ragazzo dagli occhi azzurro chiaro. Ares lo fissò dritto negli occhi, ma Poseidone non si scompose anche se lo sguardo che gli stava rivolgendo lo intimoriva un po'; dopotutto Ares era il più giovane ed il più spietato nel loro gruppo, persino lui evitava di infastidirlo per evitare il combattimento corpo a corpo, attività in cui il suo capitano eccelleva. Anche se Poseidone rimaneva fermo Ares sembrava aver percepito che doveva averlo intimorito almeno un po' e così sorrise, ma quello non era un vero e proprio sorriso era per lo più un ghigno
    E bravo il nostro Poseidone, vedo che sei curioso; bene per prima cosa la misione che ci hanno affidato, l'hanno affidata a noi perchè l'Olimpus si sta muovendo, lo comprendi questo?- chiese Ares quasi con tono di sfida. Nel frattempo anche Atena, Eris ed Apollo si erano interessati alla discussione così si erano avvicinati pronti ad ascoltare le parole del loro compagno e capitano.
    Ares se ne accorse, ma Zeus gli aveva detto che non doveva dir loro tutto, così decise che avrebbe detto solo stretto necessario
    -l'Olimpus, come già sapete, è la squadra d'elité dell'Organizzazione, tutti gli agenti la temono e perciò se questa decide che per il momento prenderà le redini dell'Organizzazione, nessuno osa contraddirla, nemmeno il Capo che ci appoggia completamente. La missione ci è stata affidata, perché quata è solo la prima tessera del domino e perchè Zeus si fida di noi, quindi ti consiglio di non fare altre domande, perché altrimenti sarò costretto ad ucciderti, dato che le informazioni che mi stai chiedendo sono di grado Omega.-
    Non appena egli finì di pronunciare la frase, tutti stettero in silenzio . Non era perché avevano aveuto paura delle parole dette da Ares, ma piuttosto perché volevano saperne di più e perciò stavano ripetendo mentalmente il discorso del capitano per capire se riuscivano ad ottenere qualche altra informazione in più.
    -Non è che in realtà neanche tu sai niente sull'intera faccenda?- gli chiese Atena qualche minuto più tardi. Ares rise di gusto
    -Ahahah, niente da fare mia dolce Atena, non riuscirai a farmi dire le informazioni che sono in mio possesso, ma visto che siete tanto curiosi, vi dirò che l'Olimpus ci ha addestrato per essere molte cose: spie, assassini, attori, studenti del college, uomini d'affari e quant'altro; quel fascicolo con le informazioni sulla missione ci dice che per questa volta noi dovremo essere degli illusionisti- finì lui indicando il fascicolo e poi tornando ad oservare il bellissimo volto della ragazza che gli stava difronte, poi guardò uno ad uno i componenti di quella squandra e senza aggiungere altro si avviò verso la sua camera per riposarsi un po'
    -Fareste meglio a riposare, tra qualche minuto la mia fonte mi dirà tutte le infromazioni su quel luogo; ed ho intenzione di agire questa notte stessa, perciò sarà meglio che vi riposiate e vi prepariate- disse il ragazzo dai capelli neri prima di chiudere la porta alle sue spalle.
    -Odio ammeterlo, ma Ares ha ragione, dopotutto il nostro palcoscenico.... è la Casa Bianca- disse Apollo bevendo un po' di caffè.


    I raggi del sole filtravano debolmente dalla finestra ed andarono ad illuminare il volto di un giovane ragazzo, costringendolo a svegliarsi. Il ragazzo dagli occhi smeraldo si passò una mano sul volto come se volesse eliminare il sonno che ancora lo affliggeva, si stiracchiò e si mise a sedere sul letto, quando si rese onto che quello non era il suo letto, così si voltò e vide che al suo fianco c'era una ragazzina dai capelli color castano chiaro che dormiva beatamente. Così si rese conto che per far riposre quell'impulsiva di Izabel alla fine si era addormentato anche lui al suo fianco; a quel pensiero il ragazzo arrossì fistosamente, ma almeno per sua fortuna la ragazza non poteva vederlo. Mentre l'hacker si stava allacciando le scarpe, l'agente del FBI si svegliò e restò ad osservare il ragazzo al suo fianco , le dava le spalle perciò poteva fissarlo indisturbatamente.
    Non appena Daniel si girò incontrò gli occhi di Izabel la quale lo stava fissando intensamente, nella sua mente si stavano creando varie scuse che potevano giustificare la sua presenza lì, ma non appena la mano di Izabel si ppoggiò sulla sua riuscì soltanto a sorridere ed a dire
    -Buongiorno principessa-
    Izabel lo stava ancora osservando, il sorriso di Daniel era così luminoso... era come il sole. Quel sorriso la faceva sentire al sicuro. Avrebbe tanto voluto chiedergli perché si fosse alzato, dato che sapeva perfettamente che aveva dormito con lei quella notte, ma tutto ciò che disse fu
    -Perché non mi hai svegliata?-
    Daniel stava per rispondere che era così bella mntre dormiva che non aveva il coraggio per svegliarla, quando la porta della stanza si aprì all'improvviso e sulla soglia comparve Conan con uno strano sorrisetto sulle labbra
    - scusate interrompo qualcosa?- chiese
    -A-assolutamente no!- rispose Daniel leggermente imbarazzato. Conan osservò prima l'hacker, poi l'agente del FBI ed infine la mano di quest'ultima sopra quella del ragazzo così disse
    -E così saremmo io ed Ai i piccioncini vero? -
    A quella frase Izabel non resistette, prese il cuscino e glielo lanciò addosso, allora Conan chiuse la porta e si avviò nel soggiorno dove c'era Kaito che preparava le sue maschere, Heiji che che parlava con Kazuha ( o meglio veniva sgridato dalla ragazza) e poi c'era Ai che lavorava instancabilmente sul suo PC
    -Allora dove sono quei due?- chiese Ai che aveva sentito Conan avvicinarsi. Il detective ripensando alla scena di poco fa rise piano per non farsi sentire e disse
    -stanno arrivando, così potremo iniziare la riunione-
    Infatti qualche minuto più tardi erano tutti riuniti nel salotto pronti per la riunione
    -Bene, ora che ci saimo tutti possiamo incominciare. Il nostro obbiettivo principale era quello di ritrovare i genitori di Ai, ma sfortunatamente questo dovrà attendere dato che abbiamo attirato le attenzioni di una squadra d'elitè dell'Organizzazione, l'Olimpus. In questa squadra tutti i nomi in codice sono ispirati agli dei greci, tutti tranne uno, infatti Daniel è un ex membro della squadra ed il suo soprannome era Dark Soul. A quanto pare un suo ex compagno Ares vuole vendicarsi di Daniel e pur di farlo soffrire sarebbe disposto a tutto, anche a contraddire un ordine diretto se necessario- incominciò Conan. Heiji e Kaito erano molto attenti, mentre Izabel ed Ai tentavano di capire quale fosse il punto del discorso.
    -Ottimo, ora continuo io- disse Daniel - Io e Conan ragionando sul da farsi abbiamo appurato che il modo migliore per ritracciarli sia il denaro, grazie alle mie abilità di hacker siamo riusciti a risalire a gran parte delle loro basi che hanno sede qui in America, ma non solo; abbiamo notato che ci sono stati grossi spostamenti di denaro, ma sfortunatamente mentre tentavo di rintracciarlo questo è sparito- concluse Daniel.
    -A questo punto sorgono due domande: A che cosa serve tutto quel denaro? E come è sparito?- queta volta fu Izabel a parlare
    - Non lo sappiamo, ma dalle nostre ricerche sono emersi diversi furti : in Svizzera, da un importante centro di ricerca, è stato rubato un dispositivo che potenziava l'effetto delle sostanze chimiche, a Dublino sono stati rubati importanti file riguardani sostanze tossiche , mentre a Pechino in un laboratorio di tecnologia sono scomparsi due scienziati- disse Conan. Quelle informazioni erano molto preziose, ma nonostante ciò non dicevano come fermarli
    -però non preoccupatevi, abbiamo un piano che ora vi illustreremo- disse Danuiel notando la confusione negli sguardi dei suoi amici
    -detesto interrompere, ma credo che dobbiate vedere questo- annunciò Ai che fino a quel momento oltre ad ascoltare il discorso si teneva aggiornata sulle ultime notizie. Essendo tutti molti curiosi si avvicinarono alla scienziata dai capelli ramati e videro che stava vedendo una notizia in diretta "In questo preciso momento la Casa Bianca è una fortezza che però è stata assalita, sfortunatamente non sappiamo da chi, ma ci stiamo tutti chiedendo se il nostro presidente sopravviverà! diceva l'annunciatrice ed in quel reciso momento il silenzio calò nel salotto

    *****
    In quei corridoi c'era il caos più totale. Le guardie del presidente si stavano chiedendo quanti fosero i terroristi perché per mettere in crisi tutta la Casa Binca non era cosa da poco, questi si muovevano abilmente, come se conoscessero le loro procedure, i cambi delle guardie ed i codici di accesso per i sistemi di sicurezza, ed infatti era proprio così.
    Tre squadre dei Servizi Segreti avevano già portato in salvo il presidente ed il vice presidente lasciando all'interno centinaioa di persone, sperando che così i terroristi non uccidessero il presidente, ma il loro obbiettivo non era certo lui. Si stavano facevando largo tra le persone quando dieci guardie bloccarono loro la strada, ma questo non li fermò di certo, anzi li misero tutti fuori gioco, ma mentre Poseidone ed Eris stavano piazzando la bomba, una guardie si riprese ed ingaggiò uno scontro corpo a corpo con Ares; Apollo ed Atena stavano per inetrvenire quando Ares li fermò dicendogli
    -Lasciate fare a me- e dopo vari calci e pugni ben piazzati la povera guardia cadde ed Ares con il fuoco negli occhi schiacciò la sua testa contro il pavimento e poi gli sparò.
    Dopo alcuni minuti i cinque ragazzi stavano scappando su delle moto e si fermarono quando erano lontani, ma abbastanza vicini per "godersi lo spettacolo" come lo aveva definito il capitano. In mano avevano una tazza di caffè che avevano preso al bar accanto. Eris premette il pulsante del detonatore e dopo alcuni secondi la Casa Bianca era avvolta dalle fiamme. Quell'esplosione aveva un raggio di un chilomentro e mezzo e la bomba era poco più grande di un cestino del pranzo. I cinque ragazzi rimase affascinati dall'esplosione e prima di fare un'altro sorso dalla sua tazza Ares disse
    - Ho sempre amato... i fuochi d'artificio-


    Bene spero proprio che questo capitolo vi sia piaciuto, al prossimo aggiornamento :D
  13. .
    Grazie mille!!! Era da un pezzo che non mettevo una scena romantica tra Ai e Conan e così ho pensato che in questo capitolo doveva assolutamente esserci!!!:D
    Sono felice che ti sia piaciuta l'idea, a domenica per il prossimo capitolo!
  14. .
    capitolo 17- Odio profondo

    Vendetta. Una sola parola che racchiude in sè un odio profondo e senza limiti. Da sempre l'uomo deve convivere con questo sentimento e deve fare attenzione a non cedere ad esso, perché altrimenti si rischia di cadere nelle tenebre. Il movente più comune per gli omicidi è proprio la vendetta; e più l'odio verso una persona accresce, più ci si vuole vendicare. Ma la vendetta non prevede solo una rivincita, prevede anche che la persona in questione debba soffrire ed implorare la morte.


    Il ragazzo si muoveva con disinvoltura in quei corridoi freddi. Era una strada che percorreva molto spesso nell'ultimo periodo. Quel percorso lo avrebbe portato nell'ufficio del suo superiore.
    Non appena aprì la porta fu investito da un forte odore di polvere da sparo; tossì un po' e quando rialzò gli occhi verso la scrivania vide che quell'uomo aveva posato la pistola e lo stava osservando con un'espressione fredda
    -Sei in ritardo- gli disse con tono impassibile.
    Il ragazzo stava ancora guardando la pistola fumante appoggiata sulla scrivania. Normalmente le persone giocano a freccette con le freccette, ma il suo superiore utilizzava la pistola, e non era certo caricata a salve! A dir la verità il ragazzo era un po' intimorito dalla bizzarra passione del suo capo così tento di concentrarsi su qualcos'altro come l'arredamento che era molto semplice: le pareti erano grigie mentre il pavimento era composto da mattonelle nere, in un angolo c'era un camino e sulle pareti c'erano delle fotografie di luoghi europei, sopratutto della Grecia; ma nonostante cercasse di concentrarsi su questi banali dettagli il suo sguardo ricadeva sempre sulla pistola.
    -Mi dispiace, mi stavo allenando; ma perché mi ha fatto chiamare... Zeus?- chiese il ragazzo un po' curioso
    -Sei sempre molto diretto Ares. Bene, devi sapere che che la bomba è pronta, i nostri scienziati ci hanno lavorato parecchio e alla fine il prodotto finale soddisfaceva tutti i requisiti. Ti ho fatto chiamare perché ci servono le planeterie dell'edifio e ci servi tu. inoltre sarai tu a dirigere l'operazione - disse Zeus guardandolo negli occhi. Non appena Ares udì l'ultima frase, sorrise; evidentemente stava già pregustando il momento in cui avrebbe concluso la missione con grande successo
    -Grazie signore. Non la deluderò, solo per curiosità, mi è permesso scegliere i componenti della squadra?- domandò.
    L'uomo dietro la scrivania gli sorrise, gli piaceva proprio quel ragazzo! Era efficiente e leale; inoltre era molto bravo nei combattimenti e non discuteva quasi mai un'ordine: era un agente perfetto, degno di far parte della squadra d'elité dell'Organizzazione: l'Olimpus
    -Sentiamo, avresti qualcuno in mente?-
    -Certamente signore, pensavo che Poseidone, Apollo, Eris ed Atena- rispose Ares convito della propria scelta. Zeus annuì , gli semprava una scelta ragionevole così approvò la squadra e consegnò ad Ares 5 biglietti per il treno. L'agente li prese senza esitare e si avviò verso l'uscita dell'ufficio, ma prima che chiudesse la porta dietro di sé il suo superiore lo chiamò
    -Ares, certe volte è meglio verificare che il prototipo funzioni prima di usare il prodotto definitivo- gli disse con uno starno sorriso sulle labbra. Ares non comprese subito il significato di quella frase, ma non appena lo fece sorrise anche lui e chiuse la porta. Probabilmene nessuno lo sentì sussurrare che le danze abbiano inizio

    ***
    Sulle sedie del corridoio dell'ospedale c'erano seduti quattro ragazzi. Il gruppetto stava aspettando l'arrivo delle due ragazze che ,finalmente, stavano per essere dimesse dall'ospedale , infatti proprio in quel momento il dottore stava facendo loro l'ultima visita e delle raccomandazioni come non sforzarsi troppo e non essere coinvolte in altri combattimenti, ma in cuor suo Izabel sapeva con non avrebbe rispettato quei consigli.
    Quando la visita fu finita, le ragazze si riunirono ai loro amici ed insieme andarono nell'appartamento che Yusaku Kudo aveva dato loro.
    L'appartamento era nelle vicinanze di Central Park ed non era molto grande,ma aveva le giuste dimensioni. L'arredamento era moderno ed oltre ad avere molte stanze, aveva uno studio con molti computer ed una grande scrivania, perfetta per discutere sui loro piani. Prima di organizzarsi però, i sei amici si sistemarono nelle stanze e dopo aver fatto una colazione decente decisero che per quel giorno si sarebbero riposati, d'altronde di eventi imprevisti ne erano successi un po' troppi.
    Così passarono la mattina a disfare le valigie e rilassarsi un po'. Ai però non amava molto starsene con le mani in mano così prese il suo portatile e decise di lavorare un po' all'antidoto sull' APTX 4869. Ma non appena aprì la cartella che conteneva il file si accorse di avere un altro progetto in sospeso, era una specie di regalo che voleva fare ad Izabel, così decise di lavore prima sull'antidoto e poi sull'altro progetto. Mentre lavorava le si avvicinò Conan che si sedette accanto alla sua amata.
    -Che stai facendo?- le chiese appoggiandole una mano sulla spalla.
    -Sto lavorando. Ti ricordi quell'idea che mi venne in mente prima di arriavre qui?- chiese la scienziata
    -Sì, mi pare di ricordare che era una specie di regalo per Izabel; ma non mi dicesti altro. Non mi puoi dare qualche altro dettaglio?- le chiese dolcemente lui
    -Bé ... si tratta di una variante dell'APTX 4869- disse Ai temendo la reazione del ragazzo, ed infatti Conan era rimasto sorpreso
    -E tu credi che somministrarle l'APTX sia un regalo?!?- rispose Conan alzando un po' troppo la voce e rischiando così di farsi sentire dagli altri
    -Ho detto che è una variante. Izabel ci ha detto che l' X-73 ha fatto sì che lei avesse il cervello di un'adolescente mantenendo però il suo corpo come era prima; Daniel però ha assunto l'APTX e quindi in realtà lui è un adolescente, perciò se riesco a trovare l'anditodo definitivo per l'APTX, Daniel ed Izabel non potranno stare assieme, ma se riesco a creare una sostanza in grado di portare il corpo di Izabel come quello di un'adolescente quei due potranno stare assieme. Perciò non è proprio l'APTX, ma è il suo inverso- spiegò la ragazza dai capelli ramati senza scomporsi. Il detective l'aveva ascoltata con interesse e alla fine disse
    - La trovo un'idea geniale!!! Anche se non capisco come ad Izabel possa piacerle Daniel, lei potrebbe avere di meglio, insomma è inteligente, simpatica sportiva e lavora per l'FBI !-
    La scienziata guardò il ragazzo dai capelli corvini e alla fine gli domandò
    -Stai forse dicendo che io non sono inteligente e simpatica? Vuoi dirmi che ti piace Izabel e che vuoi lasciarmi?-
    Il ragazzo si rese conto che Ai era arrabbiata e tentò di chiarire il malinteso, dopotutto Izabel era solo un'amica per lui
    -Ai credimi, l'unico vero amore della mia vita sei tu. E questo non cambierà mai! IO non amo Izabel, amo solo ed unicamente te!- le disse il detective avvicinando il proprio volto a quello dell'amata e prima che quest'ultima se ne rendesse conto Conan la baciò con passione. Ai si lasciò travolgere dal baio e affondò le mani nei capelli del ragazzo mentre lui le cingeva i fianchi; mentre si baciavno il PC cadde a terra chiudendosi, ma quei due erano troppo presi da quel bacio per accorgersene
    -Hey piccioncini ci sono tante stanze perché non andate lì a sbacciucchiarvi?- disse Izabel comparendo alle loro spalle. Immediatamente Conan ed Ai smisero di baciarsi ed Izabel si mise a ridere e Conan per ripicca le lanciò un cuscino del divano e così incominciò una vera e propria guerra dei cuscini tra Conan, Ai ed Izabel. Si stavano divertendo molto quando arrivò Daniel
    -Non ti avevo detto di riposare?- disse lui rivolgendosi ad Izabel
    -Ed io non ti avevo detto che non avevo sonno? Dai Daniel, lo sai che il riposo ed io non andiamo molto d'accordo- rispose lei quasi implorando il ragazzo di lasciarla in pace
    -Non se ne parla, il dottore ha detto che devi riposare- disse lui avvicinandosi alla ragazza e prima che lei potesse reagire la prese in braccio e la riportò in camera
    -Scusate il disturbo ragazzi- disse l'hacker ai suoi amici mentre apriva la porta della stanza con Izabel in braccio che si dimenava e che gridava " Dannato hacker mettimi giù!
    Conan ed Ai a quella scena risero di gusto
    -Sono proprio innamorati quei due- disse Ai ridendo ancora
    -Proprio come lo siamo noi due- disse Conan riprendendo da dove erano stati interrotti, ovvero a baciare la sua dolce metà

    ****
    Il ragazzo dai capelli scuri come la pece , entrò in una camera molto scura con un enorme tavolo al centro. Sul tavolo c'erano diverse armi come pistole o fucili di precisione, al centro c'erano quattro fascicoli ed vicino a questi c'erano delle carte d'identità false. Introrno al tavolo c'erano Quattro ragazzi con età comprese dai sedici ai ventitre anni. Il ragazzo si avvicinò al tavolo prese i fascicoli e li diede ai quattro
    -questi sono i dettagli dell'operazione ed io sarò il capitano- disse lui senza aggiungere altro
    -Ares, non è che in questa operazione è coinvolto anche Dark Soul?- chiese una ragazza asiatica sui vent'anni
    -No, Eris. Per lui ho qualcos'altro in mente. Inoltre lo sai che Zeus detesta fare le cose in fretta, perciò anch'io ci andrò piano con lui. Lui deve soffrire molto, ma non ora, ora dobbiamo occuparci di un'altro obiettivo. Perciò Eris, Poseidone, Apollo ed Atena, sarà meglio sbrigarci
    -Giusto per curiosità, dove dobbiamo andare?- chiese un ragazzo sui diciotto anni: Apollo.
    Ares prese una pistola e la sua carta d'identità falsa e poi disse
    -Siamo diretti a Washington-


    Ok, spero ch il capitolo vi sia piaciuto e spero che commentiate :D
  15. .
    Quel dannato criminale aveva trovato il modo anche di rigenerarsi!!! Un incubo :sisi: . Per fortuna che c'era il tonno a risolvere la situazione, e poi giustamente è normale che mentre combatti contro uno che è praticamente immortale ti tornino alla mente le favole di Esopo, giusto??? :lool:
    Ma almeno Gin è morto( Finalmente!!!!!!!!!!) Ora non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!!!! :D

    P.S.
    CITAZIONE
    sai ultimamente gira voce che a lavorare per te ci si stanchi parecchio…da morire…”

    molto carina come battuta, mi è piaciuta molto :D
988 replies since 30/7/2012
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